I nuovi scavi a Solunto provano a fare luce nella parte più misteriosa della cittadella, il santuario, dove riti punici, greci e romani si confondono e si mescolano. Protagonista assoluta Astarte, dea madre, progenitrice di tutti i viventi, anche divinità astrale, il suo culto comprendeva anche la prostituzione sacra. Le indagini sono condotte dal Laboratorio di Archeologia dell’Università di Palermo. In poche ore, nuove importanti scoperte, che lasciano ben sperare rispetto all’enucleazione dell’area di culto.
Solunto è un’antica città ellenistica sulla costa settentrionale della Sicilia, sul Monte Catalfano, a circa 2 chilometri da Santa Flavia, di fronte Capo Zafferano, nei pressi di Palermo. Secondo Tucidide, Solunto costituiva, assieme a Panormus e a Motya, una delle tre città fenicie, in Sicilia. In realtà alcuni scavi, che hanno interessato questo sito, mostrano come l’ipotesi che Solunto fosse una cittadina dalle origini fenicie sia ancora priva di supporti archeologici adeguati, e ne indicano come autentici fondatori i Sicani, maggiormente motivati a stanziarsi in una così particolare collocazione (come i pendii di un promontorio roccioso).