Kiki Kogelnik, regina dell'arte pop. La sua storia, i suoi quadri. Il video

Kiki Kogelnik (1935-1997) è stata una delle principali protagoniste della cultura pop. Pittrice e scultrice austriaca. Kiki aveva studiato all'Accademia di Belle Arti di Vienna e si era trasferita a New York nel 1961, in un periodo cruciale in cui si creavano i presupposti per un'affermazione mondiale dell'arte americana. Iniziò come astrattista, sotto l'influenza di Serge Poliakoff dell'Ecole. Kogelnik era vicina ad un altro espressionista astratto, l'artista americano Sam Francis, e trascorse con lui, nel 1961, alcuni mesi a New York e a Santa Monica, in California. Kogelnik si è era poi trasferita a New York nel 1962, dove si inserì nella cerchia artistica di Roy Lichtenstein, Claes Oldenburg, Andy Warhol, Larry Rivers, Tom Wesselmann, Joan Mitchell, Robert Rauschenberg e Jasper Johns

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Kiki Kogelnik (1935-1997) è stata una delle principali protagoniste della cultura pop. Pittrice e scultrice austriaca, Kiki aveva studiato all’Accademia di Belle Arti di Vienna e si era trasferita negli Stati Uniti nel 1961, in un periodo cruciale in cui si creavano i presupposti per un’affermazione mondiale dell’arte americana. Aveva come astrattista, sotto l’influenza di
Serge Poliakoff dell’Ecole. Kogelnik era vicina ad un espressionista astratto, l’artista americano Sam Francis, e trascorse con lui, nel 1961, alcuni mesi a New York e a Santa Monica, in California. Kogelnik si è era poi trasferita a New York nel 1962, dove si inserì nella cerchia artistica di Roy Lichtenstein, Claes Oldenburg, Andy Warhol, Larry Rivers, Tom Wesselmann, Joan Mitchell, Robert Rauschenberg e Jasper Johns. Pop era anche un modo di vivere e di percorrere i canoni della della stravaganza. E la presenza di Kogelnik si rivelava, in qualunque ambiente in cui andasse, un avvenimento.
Il suo lavoro in quel periodo è stato fortemente influenzato dai colori e dai materiali della pop art. Le tematiche esplorano la gioia e l’euforia. Le opere sono caratterizzate da colori vivaci. A differenza degli altri artisti pop, evitava la celebrazione del commercio o degli oggetti quotidiani.
Durante i primi anni ’60 Kogelnik ha cominciato a utilizzare stencil di carta, con le silhouette dei propri amici. Nel 1965, questi prototipi di taglio diventarono velluti in vinile.
Nel 1966 Kogelnik si sposò con il radicale George Schwarz – che esercitava la professione di oncologo – . Nel 1967 ebbe un figlio e tornò a New York. Nel 1969, Kogelnik creò un Moonhappening durante l’atterraggio lunare di Apollo 11 presso la Galerie Nächst St. Stephan di Vienna, producendo una serie di serigrafie lunari durante la trasmissione in diretta. Negli anni Settanta ha esplorato il ruolo femminile nella pubblicità commerciale, con l’ironia, l’umorismo e l’estetica  del pop.
Negli anni Ottanta, figure frammentate, segni e simboli percorrono il lavoro di Kogelnik e nella sua serie Expansions, moduli in ceramica entrano in combinazione con i suoi dipinti.
Nelle opere successive, il corpo umano è raffigurato in forma sempre più frammentaria e manipolata, finché negli anni Novanta gran parte del suo lavoro si focalizza sulla rappresentazione volti estremamente astratti ma espressivi. Durante questo periodo Kogelnik ha creato una serie di sculture di vetro, disegni e stampe correlate, in cui ha cercato di commentare i temi decorativi e commerciali dell’arte.
Dopo la sua morte, – avvenuta il primo febbraio 1997 a Vienna –  è stata aperta la Fondazione Kiki Kogelnik, un’organizzazione senza fini di lucro, con uffici a Vienna e New York City. Il fine della fondazione è proteggere, documentare, ricercare e perpetuare l’eredità creativa di Kiki Kogelnik.
Nel 2003 le poste austriache hanno realizzato un francobollo di 55 centesimi con un dipinto di Kogelnik del 1973.

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Stile Arte è una pubblicazione che si occupa di arte e di archeologia, con cronache approfondite o studi autonomi. E' stata fondata nel 1995 da Maurizio Bernardelli Curuz, prima come pubblicazione cartacea, poi, dal 2012, come portale on line. E' registrata al Tribunale di Brescia, secondo la legge italiana sulla stampa