Un marsupio per bebè, simbolo di amore genitoriale nei confronti di una bambina di 10mila anni fa accompagnò una piccola defunta nell’Aldilà. Era composto da un tessuto o da pelle d’animale, decorato con perline. La stoffa o il cuoio si sono dissolti. Sono rimaste le decorazioni. “Scavando all’Arma Veirana, una grotta ligure nel comune di Erli (Savona), un gruppo internazionale di ricercatori – spiega il professor Fabio Negrino, Docente di Preistoria e Protostoria all’Università di Genova, sul giornale dell’ateneo – ha scoperto la più antica sepoltura fino ad oggi mai documentata in Europa relativa a una neonata mesolitica, denominata “Neve”, risalente a circa 10.000 anni fa. La sepoltura ha restituito, insieme ai resti del piccolo corpo, un corredo formato da oltre 70 perline in conchiglie forate (Columbella rustica), da quattro pendenti, sempre forati, ricavati da frammenti di bivalvi (Glycimeris sp.), nonché da un artiglio di gufo reale, ma deposto separatamente, in una fossetta a lato”.
“I risultati di questa ricerca (pubblicata sul Journal of Archaeological Method and Theory. – mostrano che le conchiglie marine erano state cucite su un supporto in pelle (o stoffa?) che ancora avvolgeva Neve al momento della sua sepoltura. – prosegue Negrino – La maggior parte di queste presenta marcati segni d’usura, che non possono certamente essere stati prodotti durante la breve vita della neonata. Ciò dimostra che queste conchiglie erano state indossate per un periodo di tempo considerevole da qualcuno della stessa comunità dell’infanta prima di essere poi cedute a lei, quali gioielli di famiglia o talismani. Considerando lo sforzo necessario a mettere insieme un tale gruzzolo di perline, accumulate e riutilizzate nel tempo, è notevole osservare come il gruppo di cacciatori-raccoglitori mesolitici abbia poi deciso di separarsi da questi preziosi oggetti in occasione della sepoltura di un individuo così giovane, lasciandoli cuciti a quello che, verosimilmente, era il marsupio della piccola Neve”.