Un misterioso altare romano dedicato a Marte, scoperto a Marton, nel Lincolnshire, ha destato grande interesse tra gli studiosi. Il legionario Gaius Iulius Antoninus, servitore della legione XI Claudia, ha dedicato l’altare durante la sua permanenza nell’Impero Romano. Tuttavia, un fatto sorprendente emerge dalle ricerche: questa legione non è mai stata in Britannia, portando alla luce un intrigante enigma.
L’iscrizione e il mistero della legione
L’iscrizione, in latino, rivela che l’altare fu dedicato a Marte, il dio romano della guerra, da un soldato di nome Gaius Iulius Antoninus (Gaio Giulio Antonino), un legionario della legione XI Claudia. Il testo recita: “Consacrato al dio Marte, Gaio Giulio Antonino, soldato dell’Undicesima Legione Claudia, pose (questo) secondo (il suo) voto.” Questo tipo di iscrizione era comune tra i soldati romani, che spesso facevano offerte agli dei per adempiere a voti presi in momenti di difficoltà o per richiedere protezione durante le campagne militari.
L’enigma, però, risiede nel fatto che non vi sono prove storiche che la legione XI Claudia sia mai stata dislocata in Gran Bretagna. Questa legione, fondata da Giulio Cesare nel 58 a.C., partecipò a numerose campagne militari, inclusa la conquista della Gallia, e fu poi stanziata principalmente nella regione del basso Danubio, nell’attuale Romania e Bulgaria, per controllare il confine orientale dell’Impero Romano. Durante la sua lunga storia, la legione non viene mai menzionata nei documenti storici come presente in Britannia.
Questo ha sollevato diversi interrogativi tra gli archeologi. Come è arrivato l’altare in Gran Bretagna? Gaius Iulius Antoninus potrebbe aver viaggiato per conto proprio, portando con sé l’altare, oppure questo manufatto fu trasportato in un secondo momento come parte di un bottino o di uno scambio commerciale? Alcuni studiosi ipotizzano che il soldato potrebbe aver viaggiato con la legione in missioni temporanee o potrebbe essere stato trasferito personalmente in Britannia per compiti specifici.
La scoperta dell’altare
L’altare, realizzato in pietra calcarea, è stato trovato in modo del tutto casuale nel maggio del 2001 durante i lavori di restauro della chiesa di St. Margaret of Antioch. Pat Foster, un ricercatore del Dipartimento di Archeologia dell’Università di Sheffield, notò un blocco di pietra calcarea tra i detriti del cantiere, con incisa un’iscrizione latina che attirò immediatamente la sua attenzione.
L’oggetto si trovava in uno stato frammentato, ma l’iscrizione, anche se parzialmente danneggiata, risultava ancora leggibile. Dopo una serie di ricerche, il pezzo fu portato in un museo locale. Un appassionato di metal detector dichiarò in seguito di averlo trovato in un campo vicino, ma studi successivi suggerirono che l’altare provenisse probabilmente dalla città romana di Segelocum, oggi conosciuta come Littleborough, situata sulle rive del fiume Trent, non lontano dal luogo del ritrovamento.
Secondo gli studiosi, l’altare potrebbe essere stato integrato nella struttura interna della chiesa e nascosto agli occhi fino a quando i lavori di restauro non ne hanno rivelato la presenza. La sua buona conservazione, nonostante i danni superficiali, suggerisce che sia stato protetto per secoli, probabilmente all’interno della chiesa stessa, prima di essere rimosso e abbandonato durante una fase di demolizione o ricostruzione.
Interpretazioni e ipotesi archeologiche
L’altare è stato oggetto di dibattiti accesi. Gli esperti suggeriscono che il ritrovamento potrebbe indicare una presenza, seppur temporanea, della legione XI Claudia in Gran Bretagna, non documentata dai registri ufficiali. Potrebbe trattarsi di un evento eccezionale, forse durante una crisi o un conflitto in cui i rinforzi dalla regione danubiana furono richiesti.
Un’altra possibile spiegazione riguarda la pratica comune di riutilizzare materiali antichi per nuove costruzioni. Il ritrovamento a Marton potrebbe essere stato il risultato del riutilizzo di materiali provenienti dalla vicina città romana di Segelocum, ormai in rovina. In effetti, molte strutture medievali furono costruite utilizzando pietre e frammenti provenienti da insediamenti romani abbandonati, ed è possibile che l’altare di Gaius Iulius Antoninus fosse stato trasportato e integrato nelle fondamenta della chiesa.
Gli archeologi hanno anche proposto di esaminare la pietra con tecniche moderne per determinarne l’esatta origine. Un’analisi dettagliata dei microfossili presenti nel calcare potrebbe rivelare se l’altare provenga davvero dalla regione del basso Danubio, confermando il legame con la legione XI Claudia.
Una scoperta ancora avvolta nel mistero
L’altare è stato messo all’asta nel 2011, e attualmente la sua ubicazione è sconosciuta. Questo ha limitato ulteriori studi e ha aggiunto un alone di mistero alla scoperta. La legione XI Claudia, con la sua lunga storia di servizio nell’esercito romano, è una delle più studiate dagli storici, ma l’enigma di come un suo membro sia collegato a un altare in Gran Bretagna rimane irrisolto.
Nel complesso, la scoperta dell’altare di Gaio Giulio Antonino aggiunge un capitolo affascinante alla storia romana in Gran Bretagna, sollevando domande sulle dinamiche dell’Impero e sulla presenza dei suoi soldati nelle province più lontane. La possibilità che un soldato di una legione stazionata lontano dal nord Europa abbia dedicato un altare a Marte in Gran Bretagna continua a sfidare le certezze storiche e offre nuovi spunti di riflessione per futuri studi archeologici.