L’occasione del giorno alle aste on line. Brescia. Ritratto del Settecento attribuito al Pitocchetto. Offerte ferme a 390 euro

Il venditore non pone prezzo di riserva. Non pone cioè un limite minimo da superare. Il dipinto sarà assegnato a chi avrà offerto di più, anche se - malauguratamente per il venditore - il quadro si dovesse fermare a un prezzo molto basso



Un olio su tela di 63 x 56 cm, che nella scheda di vendita viene attribuito a Giacomo Antonio Melchiorre Ceruti, detto il Pitocchetto, va all’asta in queste ore on line sul sito Catawiki. L’opera è notevole – qualunque sia il suo autore, che pare della stessa area del Pitocchetto, che nel periodo della maturità riscalda la tavolozza – poiché ritrae, con il realismo pittorico sviluppatosi tra Brescia e Bergamo, in quell’epoca, una donna all’inizio della maturità, che rivela un volto che un tempo doveva essere di un’intensa bellezza; gli stessi abiti vengono colti dall’artista in una sorta di gloria sfiorita. In testa, la donna reca un copricuffia dorato il cui uso si diffuse in tutta Europa, a partire dall’Austria settecentesca, ma che ebbe richiami anche inVveneto, con la citazione della banda inferiore del copricapo dei dogi, anch’essa dorata. Né può sfuggire la collana in perle di vetro, un genere da bigiotteria che sostituiva le perle autentiche e che veniva prodotto dai vetrai veneziani. Un passaggio dalla nobiltà e dalla ricchezza a una condizione nuova? Pitocchetto ritrasse anche donne di servizio, mendicanti e giovani che vivevano ai margini della società.

Raffronto per comparazione strutturale della realizzazione dei volti. A sinistra, il quadro all’asta. A destra: Pitocchetto (Giacomo Ceruti) Milano 1698 – 1767, Ritratto di fanciulla con ventaglio, 1740 circa, Bergamo, Accademia Carrara (particolare)

Le opere risalgono ai tempi un cui il Papa e gli Stati italiani si trovarono a convergere per “sbandire la mendicità”, cioè disporre interventi che riducessero il numero eccessivo di mendicanti e di persone sbandate. Tra la fine del Seicento e i primi decenni del Seicento il fenomeno era diventato ingestibile. Si trattava di rimpostare la società, creando luoghi in cui i figli dei mendicanti potessero essere educati ed avviati al lavoro. Si trattava di gestire le elemosine in modo centralizzato per evitare che, ponendole in mano ai mendicanti stessi, venisse finanziato un mondo parallelo, dominato dalla violenza, dalla precarietà estrema, dalle malattie e dal rifiuto programmatico del lavoro. Un confronto e una convergenza tra miseria e nobiltà.
Intenso, questo dipinto, di proprietà di un collezionista svizzero. L’opera – nel momento in cui scriviamo – ha ricevuto offerte per 390 euro. Il venditore non pone prezzo di riserva. Non indica cioè un limite minimo da superare. Il dipinto sarà assegnato a chi avrà offerto di più, anche se – malauguratamente per il venditore – il quadro si dovesse fermare a un prezzo molto basso. Un’opera da vedere e da seguire, a nostro giudizio, frutto dell’intenso realismo della pittura europea settecentesca. Per vedere tutte le foto del quadro, leggere la scheda e dare un’occhiata all’asta potete CLICCARE QUI

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Maurizio Bernardelli Curuz
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