Luca Pignatelli – Dipinti monumentali su carta, nuove sperimentazioni sui supporti

"Su brandelli minimi di carta o su superfici di grandi dimensioni - scrive Michele Bonuomo -, caratterizzati da un'intriseca qualità espressiva dovuta al fatto che spesso sono materiali trovati e non sempre destinati allo scopo, Pignatelli dà forma e ordine ad un caos apparente, ma che già tutto contiene in sé: la memoria del passato, i segni del presente, le attese del futuro”.

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Luca Pignatelli, Il circo di notte, 38.5x56.5 cm, tecnica mista su carta trattata Luca Pignatelli, Senza titolo, 19x24.7 cm, tecnica mista su carta trattata
Luca Pignatelli, Il circo di notte, 38.5×56.5 cm, tecnica mista su carta trattata 

 
Luca Pignatelli nasce a Milano il 22 giugno 1962, in una casa-atelier, dove il padre Ercole esercita la sua attività di pittore e scultore.
Animato dalla visione onirica di Giorgio De Chirico, dalle periferie urbane di Mario Sironi, dalla matericità sperimentale di Burri, negli anni ’80 consolida le sue visioni poetiche seguendo i corsi tenuti alla Facoltà di Architettura, segnata in quel periodo dalle intuizioni di Aldo Rossi, prelevate da tempi, spazi, culture lontane. Spronato dall’idea della crescita sedimentaria della Storia, per Pignatelli la pittura ha con il tempo un rapporto particolare: la compresenza di elementi e forme ascrivibili ad epoche diverse non è solo sognata ma è reale e vive dentro la sua opera.
E’ spinto a visitare i luoghi dell’immagazzinamento, le aree di stoccaggio, i depositi militari, i grandi cantieri dell’ingegneria. È affascinato dalla via dei misteri silenziosi che danno un volto alle architetture anonime delle città portuali, con i loro cantieri e le movimentazioni delle merci; ammira quelle del Partenone, di Vignola, di Leon Battista Alberti, di Loos e Mies van der Rohe, e di altre incontrate nei suoi percorsi attraverso le città europee.
Pittore in grado di affrontare la sfida delle grandi dimensioni, Pignatelli lavora di norma su supporti anomali, già di per se pittorici: teloni di canapa, legni, ferri, carte assemblate, elementi sui quali interviene sovrapponendo un repertorio di immagini; una sorta di catalogo dove compaiono mezzi meccanici, navi, aeroplani, paesaggi metropolitani, reminiscenze dell’antico rappresentate dai resti di statue e oggetti. Verso la metà degli anni 90, le tele usate sono quelle dei convogli merci, che correvano lungo le strade ferrate dell’Europa, ricucite e rattoppate, lacerate da tragitti continui ma che congelano la storia e aprono squarci ad altri viaggi nei mondi dell’ arte. La poetica include l’impiego della fotografia come urgenza necessaria alla citazione di altre icone appartenute a un passato aureo. Le monumentali sculture degli imperatori romani, le bighe trainate dai cavalli, de-contestualizzate e riproposte sulle tele, lavorate con tecniche e soluzioni diverse, diventano parte importante della sua iconografia.


L’opera di Luca Pignatelli conosce una risonanza di portata internazionale sin dagli anni ‘90. Ricordiamo tra le personali più recenti: Museo di Capodimonte, Napoli (2014), Istituto Nazionale per la Grafica, Roma (2011), Galleria Poggiali e Forconi, Firenze (2010), 53° Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia, (2009), Mamac di Nizza (2009), Museo Archeologico Nazionale di Napoli (2008), Teatro India di Roma (2007), Annex Plus–White Box e Ethan Cohen Fine Arts, New York (2006), Galerie Daniel Templon, Parigi (2005), Galerie Mudimadue, Berlino (2004), Generous Miracles Gallery, New York (2004), Leighton House Museum, Londra. Tra le numerose mostre collettive sono da ricordare: Galleria dell’Accademia, Firenze (2014), Palazzo Chiablese, Torino (2014), Museo MAXXI, Roma (2010), Miami Biennale (2010), 53° Esposizione Internazionale d’Arte Biennale di Venezia (2009), Musée Olympique, Shanghai, Losanna (2008), Palazzo Reale, Milano (2007), ; MACRO, Roma (2006), 50° Esposizione Internazionale d’Arte Biennale di Venezia (2003), Palais du Parlament Eropéen, Strasburgo (2003), Académie Royale de Belgique, Bruxelles (2002), PAC – Padiglione d’Arte Contemporanea, Milano (2000), Isetan Tokyo Museum, Tokyo (2000), International Forum, Tokyo (2000), Musée Nicolas Sursock, Beirut (1997), Musée de Pully, Losanna (1996), XII Quadriennale, Roma (1996).
Luca Pignatelli, Senza titolo, 19x24.7 cm, tecnica mista su carta trattata
Luca Pignatelli, Senza titolo, 19×24.7 cm, tecnica mista su carta trattata

La carta impressiona le visioni di Luca Pignatelli
La produzione 2014-2015
La carta impressiona le visioni di Luca Pignatelli, conseguite inseguendo tracce disposte nei cassetti della memoria, individuate indagando nelle frequenze dello spazio tempo, sintonizzate nella ciclicità degli eventi della contemporaneità occidentale. Il mondo disegnato da Luca Pignatelli è un condensato di realtà e mitologia.
I soggetti sono città bloccate nell’istante di un’intuizione percorsa da treni fermi in attesa di partire da stazioni misteriose, diventate architetture prima ancora dell’invenzione della ferrovia, costruite sulle carte disegnate da Primaticcio, Serlio, D’Orbay, Mansard, ambientate in sfondi che delineano profili di possibili nature arboree, astratte, zoomorfe.
Nell’ultima mostra milanese, alla M77 Gallery, Pignatelli ha proposto carte di misure differenti, alternando formati molto ridotti ad altri di più grandi dimensioni e due “lavagne” di 275 x 400 centimetri, realizzate sempre in carta ma che al tatto restituiscono il senso della ceratura. Dallo sfondo disegnato con il gesso, emergono labili figure amorfe e frammenti indecifrabili che invitano il pubblico a un’attenta valutazione dell’opera artistica, da meditare con calma e con i tempi riflessivi del raccoglimento.
Come afferma il critico Michele Bonuomo “Nei segni e nei disegni di Pignatelli ci sarà sempre un frammento vitale e luminoso che, scampato anch’esso alla distruzione, sarà principio di un’altra ossessione”.
Questa esposizione segna il passaggio dalle grandi tele, intrise di una vocazione popolare colta, a una dimensione più intimista. Vedere questi lavori di carta è svelare segreti del backstage celato dietro la sua arte, fatta di cortine, tagli, strappi, macchie, intrusioni di materiali diversi. Tolto il velo al corpo con cui si presenta l’impianto classico della comunicazione artistica incentrata sulla monumentalità, è possibile apprezzare il fervore del fare artistico e delle riflessioni che sondano l’universo delle idee oltre l’interpretazione simbolica del mito.
Luca Pignatelli,Treno 1940, 2014, tecnica mista su carta, 56.7x75.7 cm
Luca Pignatelli,Treno 1940, 2014, tecnica mista su carta, 56.7×75.7 cm

 
“Su brandelli minimi di carta o su superfici di grandi dimensioni – scrive ancora Michele Bonuomo -, caratterizzati da un’intriseca qualità espressiva dovuta al fatto che spesso sono materiali trovati e non sempre destinati allo scopo, Pignatelli dà forma e ordine ad un caos apparente, ma che già tutto contiene in sé: la memoria del passato, i segni del presente, le attese del futuro”.
Accompagna la mostra un catalogo M77 con un saggio critico di Michele Bonuomo.
, una nuova galleria d’arte contemporanea di 1.000 metri quadrati, vuole raccogliere il meglio dell’arte italiana e aprirsi a collaborazioni internazionali di prestigio, soprattutto con realtà americane che stanno scandagliando percorsi di grande rilevanza.

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Stile Arte è una pubblicazione che si occupa di arte e di archeologia, con cronache approfondite o studi autonomi. E' stata fondata nel 1995 da Maurizio Bernardelli Curuz, prima come pubblicazione cartacea, poi, dal 2012, come portale on line. E' registrata al Tribunale di Brescia, secondo la legge italiana sulla stampa