Magazzino di anfore e ceramiche greco-romane scoperto sotto la sabbia di un antico snodo commerciale

Tell el-Maskhuta si rivela come un fortificato centro di commerci, al confine antico tra l'Egitto e il Levante, che si affacciava sullo scomparso "canale dei Faraoni" antesignano di quello di Suez in Egitto. La straordinaria cittadina fortificata era stata rilevata attraverso strumenti satellitari e indagini geofisiche

La missione archeologica italo-egiziana (Consiglio Supremo di Archeologia egiziana e Cnr-Istituto di Studi Antichi nel Mediterraneo) che opera presso il sito di Tel-Maskhouta in provincia di Ismailia, è riuscita a scoprire un vasto accumulo di ceramiche risalenti al tardo periodo egizio e a quello greco-romano.

La notizia è stata data in queste ore da Mustafa Waziri, segretario generale del Consiglio Supremo per l’Archeologia, che ha sottolineato quanto questa importante scoperta confermi le ipotesi che, via via, prendevano corpo durante lo scavo – sulla presenza, in questa zona, di un’area commerciale di assoluta rilevanza per il mondo antico.

“Ci troviamo al cospetto di un centro per il commercio internazionale e per le comunicazioni durante l’era romana, quando l’Egitto era snodo fondamentale, anche grazie alle importanti infrastrutture del canale che collegava il Mar Rosso e il Mar Mediterraneo, noto come Canale Sizostris”. ha aggiunto Waziri.

Tell el-Maskhuta si rivela come un fortificato centro di commerci, al confine antico tra l’Egitto e il Levante, che si affacciava sullo scomparso “canale dei Faraoni” antesignano di quello di Suez in Egitto. La straordinaria cittadina fortificata era stata rilevata attraverso strumenti satellitari e indagini geofisiche.

Durante le passate campagne di scavo, è stata indagata una grande cinta muraria cittadina (circa 200×300 m) il cui lato nord è costituito da una enorme muraglia spessa circa 22 m.

Il capo missione, Dr. Andrea Angelina, ha spiegato che gli scavi hanno permesso di rilevare un’enorme rampa che sale in cima all’enorme recinzione scoperta durante precedenti lavori di scavo.

E’ stato così portato alla luce un corridoio doganale che doveva essere percorso dai carri e dove si affacciavano le guardie per la riscossione dei pedaggi e per il pagamento delle tasse di importazione-esportazione delle merci. La cittadella offriva assolute di garanzie di sicurezza ai commercianti, proteggendoli da possibili attacchi provenienti da Levante.

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Maurizio Bernardelli Curuz
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