Indubbiamente la mia ricerca artistica si muove in ambito figurativo, precisamente iperrealista; anche se, muovendo dalla stessa logica, pure i grandissimi maestri del passato, da Caravaggio a Raffaello, dovrebbero essere definiti iperrealisti, vista l’altissima qualità e la ricchezza di particolari delle loro opere. In realtà, come loro, mi piace che mi si definisca semplicemente pittrice.
Ci può raccontare imprinting visivi, immagini artisticamente ossessive, che hanno preceduto e assecondato la scelta di intraprendere la strada formativa per diventare artista?
Fin dall’adolescenza ho avuto uno spiccato senso artistico, ero la ‘ribelle’ della famiglia. Nei primissimi anni di liceo artistico, qualsiasi supporto era ideale per esprimermi, soprattutto con un linguaggio mutuato dal graffitismo urbano e dei murales; successivamente, con la scuola di specializzazione in restauro a Mantova, ho sempre piu’ apprezzato la pittura classica, dal ‘400 in poi. Mie passioni assolute sono gli esponenti del Manierismo, Andrea del Sarto, Pontormo, Beccafumi, Rosso Fiorentino, Sodoma…per poi fare un salto di qualche secolo ed arrivare ad un genio del Novecento, amato ed odiato, Salvador Dalì, di cui amo i principali capolavori.
La formazione vera e propria. Dove e su cosa ha particolarmente lavorato? Sono esistite, in quel periodo, infatuazioni espressive poi abbandonate? Come si sviluppa e si conclude – nel senso stretto dell’acquisizione dei mezzi espressivi – il periodo formativo?
La mia formazione inizia indubbiamente al liceo, nel senso di autoformazione, vista l’assenza di docenti capaci di trasmettere un adeguato livello nozionale pittorico. Successivamente, fondamentale è stata appunto la specializzazione in restauro a Mantova in affreschi e dipinti lignei e su tela: lavorare su opere di Tiziano, Bassano, Cignaroli e poi sugli affreschi di scuola Giottesca ad Assisi è stata una scuola indubbiamente eccezionale. La sfida è diventata poi quella di riprodurre con la massima fedeltà i capolavori del passato, dal ‘400 al ‘900, passando fra stili e tecniche completamente diverse (a titolo di esempio, da Michelangelo a Boccioni).
Infine, raggiunta la piena consapevolezza dei miei mezzi (il confronto con un capolavoro del passato non ammette errori), unita al crescente rifiuto verso la ‘copia d’autore’ (vissuta sempre piu’ come un corpo estraneo rispetto alla mia necessità espressiva), ho indirizzato la mia produzione in senso autonomo.
Nell’ambito dell’arte, della filosofia, della politica, del cinema o della letteratura chi e quali opere hanno successivamente inciso, in modo più intenso, sulla sua produzione?
Direi che nessuna opera in particolare abbia influenzato la mia produzione…ho ovviamente le mie preferenze ma so riconoscere la qualità e la bellezza anche in autori magari lontanissimi dai miei canoni estetici…
Gli esordi come e dove sono avvenuti? Ci può descrivere le opere di quei giorni e far capire quanto e come le stesse – anche per opposizione – abbiano inciso sull’attuale produzione?
Detto che ho cominciato a dipingere fin dai 13-14 anni, se per esordio si intende una produzione originale finalizzata al giudizio altrui (e quindi saltando tutti gli anni dedicati al restauro ed alle copie d’autore), indubbiamente lo collocherei al periodo 2006/2007. Un biennio caratterizzato da nature morte classiche e da autoritratti, culminato con la decisione di partecipare al Premio ‘I colori di Verona’, concorso promosso dalla Fondazione Zanotto Banco Popolare, dove la mia opera vinse il primo premio, dandomi una forte spinta a proseguire nell’idea di ‘vivere’ di arte.
Quali sono stato gli elementi di svolta più importanti dall’esordio ad oggi. Possiamo suddividere e analizzare tecnicamente, espressivamente e stilisticamente ogni suo periodo?
Dopo l’esordio, la prima svolta è stata indubbiamente la collaborazione con una galleria d’arte, Gagliardi Arte Contemporanea, alla fine del 2007. Galleria di arte figurativa, dove ho maturato già dopo il primo anno, a confronto con artisti emergenti e consolidati, la necessità di abbandonare il prima possibile temi e soggetti visti e rivisti (principalmente nature morte) per individuare una mia cifra stilistica. Col 2009, infatti, approdo dapprima alla formulazione del filone denominato ‘INVISIBLE PEOPLE’, esposto da allora in mostre personali e collettive, e, nel 2010, all’altro mio filone espressivo, le ‘SCATOLE – 3D BOXES’, esposto anch’esso in personali e collettive, dove in entrambi la riflessione sul contrasto tra contenuto e contenitore si accompagna all’iperrealismo e quindi all’inganno visivo.
Ci sono persone, colleghi, collezionisti, galleristi o critici ai quali riconosce un ruolo fondamentale nella sua vita artistica? Perché?
Chiunque abbia contribuito ad arricchirmi dal punto di vista personale, artistico, umano….l’elenco sarebbe molto lungo…ma qui vorrei ringraziare Alberto D’Atanasio, Luca Beatrice, Alessandra Redaelli, Alessandro Schiavetti, Sergio Curtacci, Alberto Agazzani tra i critici/curatori che stimano il mio lavoro, mentre ricordo molto volentieri Rosabianca Cinquetti, Adele Lo Feudo, Enrico Ghinato, Annalu’ e Roberta Ubaldi come amici prima ancora che colleghi. Ricordo poi anche chi, magari a torto, mi ha ferito rendendomi pero’ una persona ancora piu’ forte e convinta delle sue idee.
Materiali e tecniche. Ci può descrivere, analiticamente, come nasce una sua opera del periodo attuale, analizzandone ogni fase realizzativa, dall’idea alla conclusione?
Per entrambi i miei filoni espressivi, la partenza nasce da un’immagine fotografica, che mi permette di fissare l’ispirazione del momento e la luce. Maggiormente complessa è la realizzazione delle SCATOLE, in quanto ricorro a strutture in mdf, spesso sagomate, che mi permettono di realizzare quadri tridimensionali, praticamente un ibrido tra pittura e scultura. Ovviamente, la tecnica è sempre l’olio su tela.
Progetti nell’ambito espressivo e tecnico?
Proseguire nell’elaborazione di idee e concetti affini alla mia poetica; dal punto di vista tecnico, affrontare l’utilizzo di materiali diversi…mi affascina il vetro.
Ha gallerie di riferimento? Dove possono essere acquistate le sue opere?
La mia galleria attuale di riferimento è Gagliardi Arte Contemporanea (San Gimignano).
Orientativamente, quali sono le quotazioni o comunque i prezzi delle sue opere, indicando le commisurazioni?
Indicativamente, i miei lavori hanno quotazioni comprese tra i 4.000 ed i 10.000 euro.
A parte lei – che diamo come autore da acquisire – può indicarci il nome di colleghi di cui acquisterebbe le opere nel caso fosse un collezionista?
Ne avessi la possibilità, indubbiamente una scultura di Javier Marin.
Il sito web di Marica Fasoli: www.maricafasoli.com
La mail: marica@maricafasoli.com
Marica Fasoli, quei magici rimbalzi tra illusione e realtà
Una solida formazione nell'ambito del restauro e il superamento programmatico dei limiti della tradizione, consentono a Marica Fasoli di condurci in un mondo di rinvii ottici e semantici, tra pittura e scultura. L'intervista all'artista svela le raffinate costruzioni sottese all'apparenza
Iniziamo con una breve scheda. Nell’ambito dell’espressione artistica può immediatamente specificare il suo orientamento stilistico ed espressivo?