BOLOGNA – Fino al 7 aprile 2024, Palazzo Boncompagni ospita la mostra che porta il genio artistico di Mimmo Paladino negli affascinanti spazi del Palazzo del Papa.
Organizzata dalla Fondazione Palazzo Boncompagni, MIMMO PALADINO NEL PALAZZO DEL PAPA non solo celebra il 50º anniversario di Arte Fiera, ma segna anche il ritorno di Paladino a Bologna, una città che ha sempre amato profondamente. Dai suoi legami con il compianto Lucio Dalla alla Laurea ad Honorem conferitagli dall’Università Alma Mater nel 2020, l’artista ha una storia lunga e affettuosa con questa città.
Paladino, un artista poliedrico, ha sperimentato con successo molteplici forme espressive, dalla pittura alla scultura, dalla scrittura alla scenografia teatrale e alla regia cinematografica. La sua opera più celebre, la Montagna di Sale, ha incantato il pubblico nel corso degli anni, ritornando in diverse incarnazioni in luoghi iconici come Gibellina, Napoli e Milano.
La mostra di Bologna, curata con maestria da Silvia Evangelisti e sostenuta da Emil Banca, presenta una selezione di circa venti opere significative che illustrano la ricerca artistica di Paladino degli ultimi vent’anni. L’esperienza espositiva è concepita come un percorso coinvolgente che mescola gli interni e gli esterni del Palazzo, offrendo al pubblico un’immersione totale nell’universo creativo dell’artista.
Il fulcro della mostra è la Sala delle Udienze Papali, dove una monumentale installazione di tredici cavalli neri domina lo spazio. Questi cavalli, soggetti amati dall’artista, emergono come potenti simboli di forza vitale e resilienza, lottando per liberarsi da un misterioso imprigionamento.
Ma l’influenza di Paladino non si limita agli interni del Palazzo: anche l’esterno è coinvolto, con opere come i sette personaggi-ideogrammi di Respiro del 1995 e un grande Elmo di bronzo del 1998 che solca a rilievo segni arcani. Questi elementi non solo arricchiscono l’esperienza visiva, ma anche il dialogo con l’architettura circostante e gli affreschi storici del Palazzo.
Nella mostra, l’incontro tra Oriente e Occidente si manifesta attraverso una concezione condivisa del sacro, dove il mistero della natura e degli uomini viene espresso attraverso un linguaggio simbolico e allusivo. Le sei Madonne nere, esposte in una sala dedicata, rappresentano non solo immagini votive religiose, ma anche icone popolari che riflettono la protezione e la spiritualità.
“La mia cultura visiva – dichiara Mimmo Paladino – nasce da un’idea di stratificazione, con immagini figurative e non figurative, talvolta anche decorative e minime. È il paesaggio fisico e mentale del sud d’Italia, pieno di frammenti più che di immagini definite. Una storia frantumata e ricostruita, una storia di passaggi e di tracce dove un frammento di testa romana si incastra con un blocco di epoca precedente. Poi vengono i longobardi che aggiungono altro ancora e allora tutto diventa un collage di elementi astratti e figurativi, oppure irriconoscibilmente figurativi. Il mio punto di riferimento non cosciente lo ritrovo proprio nella cultura del meridione, in quelle architetture ed in quelle opere fatte di segni necessari e, tuttavia, anonimi. In quella regione quando si innalzava un muro lo si faceva con ruderi di altre epoche e con frammenti dissotterrati. È da qui che nasce il segno dell’uomo trasposto in un’opera funzionale alla spiritualità”.
Mimmo Paladino nel Palazzo del Papa
01.02.2024 – 07.04.2024
Fondazione Palazzo Boncompagni
via del Monte 8, 40126 Bologna