Si sta giocando, direttamente sul mercato e in queste ore, la partita di una splendida moneta d’oro, trovata da un appassionato di metal detector, in un campo dell’Inghilterra, nei mesi scorsi. Con l’autorizzazione delle autorità preposte, questa moneta – fatta coniare, attorno al 1257, da Guglielmo di Gloucester per re Enrico III, utilizzando, come hanno dimostrato le indagini di queste settimane, oro importato dall’Africa – è messa all’asta dalla casa Spink.
Il valore stimato è compreso tra le duecentomila sterline – 233mila euro – e le 400mila – 466mila euro-. Nel passato un penny identico aveva superato le 500mila sterline. Si pensa pertanto che il penny possa performare ad alti livelli economici, durante la gara d’asta.
La scoperta era avvenuta su un terreno agricolo a Hemyock, nel Devon, lo scorso settembre. L’appassionato di ricerche con metal detector – che da 10 anni pratica questo hobby con passione e determinazione, nonostante non abbia mai trovato altri oggetti di valore – era completamente ignaro della rarità del penny fino a quando non ne ha pubblicato una foto su Facebook, che è stata notata da uno specialista della casa d’aste Spink Auctioneers di Londra.
La rarità del penny d’oro di Enrico III dipende dal fatto che il valore nominale della moneta stessa era inferiore a quello dell’oro dalla quale era costituita. Pertanto chi intercettava questi penny preferiva fonderli e vendere il metallo come materia prima preziosa perchè avrebbe conseguito un guadagno maggiore. Dopo la morte di Enrico, le monete vennero ritirate dallo stato, l’oro fu fuso e i nuovi penny furono coniati con una quantità singola doro inferiore.
I pochi esemplari sopravvissuti – 8, quelli conosciuti – sono conservati in importanti collezioni private o al British Museum di Londra e al Fitzwilliam Museum di Cambridge.
Enrico III fu re d’Inghilterra dal 1216 fino alla sua morte nel 1272. Negli anni 1240 e ’50 chiese che tutti i pagamenti fossero effettuati in oro per accumulare tesori per importanti progetti all’estero. Era la prima volta che l’economia non faceva affidamento sulle monete d’argento dai secoli precedenti. Ma fu compiuto l’errore evidente, nel rapporto tra valore nominale della moneta e valore dell’oro, contrario a quanto avviene solitamente.
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