Mostra | La sedia di Van Gogh a Mamiano di Traversetolo

VAN GOGH NELLA VILLA DEI CAPOLAVORI. La sedia di Vincent: ritratto di una struggente (disperata) umanità è la mostra alla Fondazione Magnani Rocca, Mamiano di Traversetolo di Parma, visitabile fino all’8 dicembre 2015

[googlemap src=”” align=”alignright” ][box type=”note” ]VAN GOGH NELLA VILLA DEI CAPOLAVORI. La sedia di Vincent: ritratto di una struggente (disperata) umanità
Fondazione Magnani Rocca, Mamiano di Traversetolo – Parma
Dal 25 settembre all’8 dicembre 2015
Orario: dal martedì al venerdì continuato 10-18 (la biglietteria chiude alle 17) – sabato, domenica e festivi continuato 10-19 (la biglietteria chiude alle 18). Lunedì chiuso, aperto lunedì 7 dicembre. Ingresso: € 9,00 – € 5,00 per le scolaresche.
Con lo stesso biglietto è possibile visitare anche la mostra ‘Giacomo Balla Astrattista Futurista’ e la Collezione permanente.
Informazioni e prenotazioni gruppi: tel. 0521 848327 / 848148 Fax 0521 848337 info@magnanirocca.it www.magnanirocca.it [/box]


[N]ella Villa dei Capolavori, sede della Fondazione Magnani Rocca a Mamiano di Traversetolo (Parma) una delle icone della Storia dell’Arte mondiale: La sedia di Van Gogh (1888). Il celebre ed enigmatico quadro di Vincent Van Gogh è esposto al pubblico fino all’8 dicembre 2015. Questa è l’unica occasione per vedere l’opera nel nostro Paese al di fuori della sua sede storica.
Lo splendido dipinto – eseguito durante il soggiorno del pittore ad Arles, quando egli intendeva creare una comunità di artisti nella celeberrima ‘Casa gialla’ di place Lamartine – venne concepito insieme a un altro, La sedia di Gauguin (1888). È infatti proprio attraverso il rapporto con Gauguin che si comprende l’assenza/presenza della vagheggiata collaborazione tra i due artisti, fortemente idealizzata, di fatto durata solo nove settimane e che trova nel motivo della sedia l’emblema di un desiderio artistico travagliato, un autoritratto a tutti gli effetti, che racchiude un’enigmaticità che prelude ai drammatici eventi successivi, fino alla tragica morte di Van Gogh. Si manifestano in questo modo la dichiarazione di umiltà e l’introduzione alla vita più intima del pittore già proposte nel dipinto La stanza di Vincent ad Arles (1888), con la stessa sedia inserita come una firma personale, e quelle che l’artista chiamava dècorations ad abbellire le pareti del suo rifugio privato. La ricerca di un ideale domestico ordinato che rispondesse ai desideri dell’artista, ma di fatto non certo alle sue inclinazioni, trova oggi una speciale presentazione nella Villa sede della Fondazione, il cui proprietario Luigi Magnani aveva saputo, all’opposto, con grande ordine, valorizzarne gli ambienti con opere di fine gusto estetico e grande rilievo artistico.

Vincent Van Gogh, La sedia di Van Gogh © The National Gallery, London. Bought, Courtauld Fund, 1924
Vincent Van Gogh, La sedia di Van Gogh © The National Gallery, London. Bought, Courtauld Fund, 1924

Oggi, l’umile sedia di Van Gogh – con la pipa dell’artista in primo piano e la cassetta delle cipolle dove campeggia la celeberrima firma Vincent – viene offerta  allo spettatore in un nuovo allestimento in una delle sale più sontuose della Villa, tra i preziosi arredi in stile Impero, in un dialogo inedito con le opere della collezione permanente, che vanta nomi di artisti tra i più famosi al mondo. Originale celebrazione della creatività di un pittore diventato mito, che aveva compreso, precorrendo i tempi, il nuovo senso che avrebbe di lì a poco intrapreso la storia dell’arte.
“È un grande onore essere riusciti a portare in Italia per la prima volta un capolavoro talmente intenso che talvolta persino commuove coloro che hanno la fortuna di poterlo ammirare dal vero” – afferma Stefano Roffi, curatore artistico della Fondazione. “Vorrei che il pubblico si ponesse davanti a questo quadro non soltanto come a un’icona assoluta dell’Arte, ma anche come a uno struggente testamento dell’artista, traccia eterna della sua disperata passione per la vita e per la pittura”.

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Stile Arte è una pubblicazione che si occupa di arte e di archeologia, con cronache approfondite o studi autonomi. E' stata fondata nel 1995 da Maurizio Bernardelli Curuz, prima come pubblicazione cartacea, poi, dal 2012, come portale on line. E' registrata al Tribunale di Brescia, secondo la legge italiana sulla stampa