Ne hanno trovate 17. Sono romane e hanno 1800 anni. La scoperta ora in Bulgaria

Scalette in discesa conducevano alla “cella”. Era una stanza, forse intonacata nella quale si celebrava il distacco dai più cari affetti familiari. I romani delle colonie – in buona parte militari in pensione – non si distaccavano dagli usi della madrepatria, ma erano perfetti interpreti di quell’unico “modo di essere”

Durante gli scavi archeologici presso la necropoli della colonia romana Ulpia Ratiaria (oggi Artchar, vicino alla città di Lom) sono state scoperte in questi giorni 17 sepolture, di cui 5 tombe e 12 fosse sepolcrali. Lo ha annunciato Zlatko Dimitrov dell’Istituto nazionale di archeologia dell’Accademia bulgara delle scienze. Gli scavi ripresero dopo essere stati sospesi tra la fine degli anni ’60 e l’inizio degli anni ’70. Ne ha dato notizia, nelle ore scorse, Radio Bulgaria.

Dimitrov spiega che si tratta di massicce tombe a una o due camere costruite in mattoni con volte semicilindriche. Una delle tombe, costruita in pietra, presenta un dromos (corridoio di accesso) con scale. La più grande, quella a due camere, del tipo dei mausolei familiari romani, ha una superficie di 45 metri quadrati. Lo spessore delle pareti è di 70-80 centimetri.

È assai probabile che, considerata la perfetta aderenza alle modalità di sepoltura romana e all’architettura funeraria, le tombe appartenessero a famiglie di coloni inviate dall’Italia o da altre parti dell’Impero con il fine di dare un’impronta profonda di romanizzazione alla zona.

Cos’era una colonia romana

Una colonia romana (latino: colonia) era una comunità autonoma, situata in un territorio conquistato da Roma in cui si erano stanziati dei cittadini romani e/o latini, legata da vincoli di eterna alleanza con la madrepatria. Con la definizione di colonia romana si intende sia le sole colonie di diritto romano, sia in senso più ampio, ogni tipo di colonia.

La locuzione deduzione di una colonia (in latino: deductio) indica la fondazione di una colonia romana e l’invio di coloni romani da insediare in un’area conquistata (secondo l’espressione deducere coloniam). L’uso del termine, composto dal prefisso de- (che indica moto da luogo) e dalla radice del verbo latino ducere (condurre), si spiega con il fatto che nella colonia si stanziavano cittadini romani, ivi condotti dalla madrepatria.

I Romani a Ulpia Ratiaria

Ratiaria (più tardi Colonia Ulpia Traiana Ratiaria) fu una città fondata dal popolo dei Mesi nel IV secolo a.C., in seguito conquistata dai Daci di Burebista e dai Romani. Era situata lungo il fiume Danubio, alla confluenza con il torrente Archar, nei pressi dell’odierna Archar, città dell’odierna Bulgaria.

Il primo coinvolgimento dei Romani si verificò nel 75 a.C., quando Gaio Scribonio Curione Burbuleio, prefetto della Macedonia, penetrò in questo territorio per allontanarne gli Scordisci, i Dardani e i Daci. Solo durante il principato di Augusto, i Romani conquistarono la regione, che fu organizzata nella provincia di Mesia nel 6 d.C.

La città fu certamente meno importante delle vicine Sirmium, Viminacium e Naissus, ma la sua disposizione lungo il limes danubiano la rese un punto fondamentale per farvi soggiornare una legione (la legio V Macedonica), almeno fino alla conquista della Dacia (101-106 d.C.), e soprattutto una flotta militare della Classis Moesica a partire da Vespasiano.

Dopo questa data il vecchio castra fu abbandonato e divenne colonia con il nome di Colonia Ulpia Traiana Ratiaria (107 d.C.), almeno fino all’abbandono definitivo della Dacia romana, avvenuto 165 anni più tardi, nel 271 d.C. da parte di Aureliano. In seguito a questi eventi la vecchia fortezza legionaria fu riaperta e seguì le sorti dell’Impero romano d’Oriente.

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Redazione
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Stile Arte è una pubblicazione che si occupa di arte e di archeologia, con cronache approfondite o studi autonomi. E' stata fondata nel 1995 da Maurizio Bernardelli Curuz, prima come pubblicazione cartacea, poi, dal 2012, come portale on line. E' registrata al Tribunale di Brescia, secondo la legge italiana sulla stampa