Neanderthal. 50mila anni fa avevano papilloma virus ed herpes. Li abbiamo ereditati da loro? Cosa dicono gli studiosi

"È probabile che una combinazione di questi fattori, insieme ad altri fattori sconosciuti, abbia contribuito alla scomparsa dei Neanderthal. - spiegano gli studiosi - Tra le ipotesi proposte, le malattie, soprattutto quelle infettive, potrebbero aver avuto un ruolo rilevante nell'estinzione dei Neanderthal. Le malattie virali causate da virus a DNA che producono infezioni persistenti potrebbero lasciare tracce genetiche che possono essere rilevate nel DNA dei resti ossei di Neanderthal. L'ipotesi di Wolff e Greenwood propone che i virus che producono infezioni permanenti potrebbero essere stati introdotti dall'uomo moderno tra i Neanderthal, non vi è alcuna prova che questi virus non fossero già presenti nel loro antenato comune, o che siano state le popolazioni di Neanderthal a introdotto questi virus negli esseri umani moderni

Nel vasto panorama della storia umana, ogni scoperta porta con sé un pezzo di puzzle, spesso rivelando nuove prospettive sulla nostra evoluzione e sulle sfide che abbiamo affrontato nel corso dei millenni. Di recente, i ricercatori dell’Università Federale di San Paolo hanno compiuto una scoperta di rilievo: i più antichi virus umani conosciuti sono stati rinvenuti nei resti degli uomini di Neanderthal e sono datati a oltre 50.000 anni fa. Cosa hanno trovato? Gli adenovirus, noti come causa di una vasta gamma di malattie, dal comune raffreddore all’herpes labiale; e i papillomavirus, associati soprattutto al cancro cervicale. I pap test vanno proprio ad indentificare infiammazioni provocate da un virus con il quale – ora lo sappiamo – conviviamo da oltra 50mila anni.

Questa scoperta rafforza l’idea che le malattie virali siano state una costante nella storia umana, anche durante i tempi più remoti. I Neanderthal erano ominidi che popolavano l’Europa, prima dell’arrivo dell’Homo sapiens. Avevamo, con loro, antenati in comune, in Africa. Un tempo si riteneva che Sapiens e Neanderthal non potessero accoppiarsi, ma ricerche genetiche dimostrano che, pur in piccola parte, ci siamo fusi anche con loro. Poi i Neanderthal si sono estinti. Ciò è accaduto perché noi eravamo più rapidi e violenti? Perché eravamo più strutturati? Perché avevamo capacità cognitive maggiori? Perché li abbiamo discriminati e combattuti, sottraendolo loro spazi vitali? O sono stati – anche – virus vecchi e nuovi, che si sono moltiplicati nei contatti con i nuovi arrivati ad accelerarne la scomparsa? Tra i resti più antichi di Homo Sapiens in Europa sono datati a 44.000 anni fa e si riferiscono a dentature rinvenute nella Grotta del Cavallo nella Baia di Uluzzo nel Comune di Nardò. I Neanderthal studiati ora hanno oltre 50mila anni.

Loro furo gradualmente uccisi – attorno al 40.000 a.C. proprio da epidemie portate in Europa dai nostri antenati, che giungevano dall’Est del Mediterraneo? Oppure furono loro a trasmetterci queste malattie, che ancora oggi provocano problemi? Quel che ora è certo è che da almeno 50mila anni conviviamo con le infezioni provocate da questi virus.

Ma torniamo allo studio. Due maschi Neanderthal, i cui resti sono stati trovati in una grotta in Russia, sono stati sottoposti a questo studio scientifico. Attraverso il test del DNA, i ricercatori hanno identificato tracce di virus antichi, tra cui il papillomavirus e l’adenovirus, insieme ad altri agenti patogeni. Questa scoperta fornisce un’indicazione preziosa che i Neanderthal potrebbero essere stati soggetti a infezioni virali simili a quelle che affliggono gli esseri umani moderni. Inoltre, si solleva l’ipotesi che tali infezioni potrebbero essere state un fattore contribuente alla loro estinzione.

“I virus a DNA che producono infezioni persistenti sono stati proposti come potenziali cause dell’estinzione dei Neanderthal e, pertanto, l’identificazione dei resti del genoma virale nelle letture del sequenziamento dei Neanderthal è un primo passo per affrontare questa ipotesi. – affermano gli studiosi – Qui, come prova del concetto, abbiamo cercato residui virali nel sequenziamento delle letture dei dati del genoma di Neanderthal mappando ad adenovirus, herpesvirus e papillomavirus, che sono virus a DNA a doppio filamento che possono stabilire una latenza permanente e possono produrre infezioni persistenti. Gli antichi genomi virali ricostruiti di adenovirus, herpesvirus e papillomavirus hanno rivelato segmenti conservati, con somiglianza nucleotidica con genomi virali esistenti e regioni variabili nelle regioni codificanti con sostanziale divergenza rispetto ai parenti stretti esistenti”.

“Sono state proposte diverse ipotesi per affrontare il problema dell’estinzione dei Neanderthal. – affermano i ricercatori .- Questi includono: (I) Competizione con gli esseri umani moderni, il che suggerisce che gli esseri umani moderni hanno superato i Neanderthal per le risorse, come cibo e riparo. Ciò potrebbe aver portato all’estinzione dei Neanderthal poiché erano meno efficienti nel sopravvivere negli stessi ambienti degli esseri umani anatomicamente moderni. (II) Ibridazione con gli esseri umani moderni. Questa ipotesi propone che i Neanderthal siano stati assorbiti nella popolazione umana moderna attraverso incroci. Nel corso del tempo, questa ibridazione potrebbe aver portato alla scomparsa della stirpe dei Neanderthal. (III) Fattori ambientali. I cambiamenti climatici o altri fattori ambientali, come l’inizio dell’ultima era glaciale, potrebbero aver contribuito al declino e alla possibile estinzione dei Neanderthal. I Neanderthal potrebbero essere stati meno adattabili ai cambiamenti delle condizioni ambientali rispetto all’AMH. (IV) Malattia. È possibile che i Neanderthal fossero più suscettibili alle malattie trasmesse dal nostro ceppo. Ciò potrebbe aver avuto un impatto significativo sulla loro capacità di sopravvivere e riprodursi”.

“È probabile che una combinazione di questi fattori, insieme ad altri fattori sconosciuti, abbia contribuito alla scomparsa dei Neanderthal. – spiegano gli studiosi – Tra le ipotesi proposte, le malattie, soprattutto quelle infettive, potrebbero aver avuto un ruolo rilevante nell’estinzione dei Neanderthal. Le malattie virali causate da virus a DNA che producono infezioni persistenti potrebbero lasciare tracce genetiche che possono essere rilevate nel DNA dei resti ossei di Neanderthal. L’ipotesi di Wolff e Greenwood propone che i virus che producono infezioni permanenti potrebbero essere stati introdotti dall’uomo moderno tra i Neanderthal, non vi è alcuna prova che questi virus non fossero già presenti nel loro antenato comune, o che siano state le popolazioni di Neanderthal a introdotto questi virus negli esseri umani moderni.

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Maurizio Bernardelli Curuz
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