Gustav Klimt – Sul lago di Garda dipinse Malcesine appiattendo il paese con il cannocchiale

L'artista soggiornò, nel 1913, a Tremosine, paese dell'Alto Garda. Dipinse dal porto il centro della riva opposta, utilizzando il cannocchiale non solo per avvicinare l'immagine, ma per appiattirla nella luce, come se fosse la tavola di uno dei suoi amati mosaici. I motivi della scelta paesaggistica e tecnica. La veduta di Malcesine che qui vediamo fu distrutta da un incendio nel 1945
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Mangiatori di patate di Van Gogh. Il significato politico del quadro e del periodo tenebroso del pittore

Un’auto-formazione tumultuosa degna di un nevrotico: a Nuenen il grande artista ritrasse contadini e tessitori che guardavano con curiosità al pittore dal quale erano pagati senza che dovessero fare nulla. Vincent spendeva così il denaro inviato dal fratello Ma quel bagno di oscura umiltà, quel contatto ossessivo con il volto umano...
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Volando con i gabbiani tra i fari più belli e suggestivi del mondo. Il video

Quanta letteratura romantica ha avvolto la seduzione misteriosa e solitaria dei fari. Luoghi isolati, al limite dell'arcano, dominati dalla potenza ululante del vento e dall'impatto dell'acqua sulle rocce. L'uomo di fronte al mistero della natura. Un tratto del Sublime di amplificazione romantica. Ma anche, visti con l'occhio dell'estetica e dello stile, quante soluzioni stilistiche per realizzare i supporti di queste vedette luminose che parlano ai naviganti sperduti, anche nei periodi del gps
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Un cetriolo per la Madonna. Ma perchè quella presenza impudica nei quadri sacri?

Carlo Crivelli, ma pure Mantegna e i pittori della scuola ferrarese, utilizzarono molto spesso festoni di frutti, infilzati e legati per decorazione, con il fine di elebrare l'apoteosi di vita delle scene della Madonna in trono con bambino. Maria era fecondità, gioia, ricchezza; a Maria ci si rivolgeva per avere anche la grazia di ottenere il pane quotidiano, attraverso un'intercessione a Dio padre. Gli spnedidi troni di questa pittura, con tripudi vegetali, dell'Italia settentrionale, costituiscono, peraltro, un precedente alla natura morta che, in molti casi, sarebbe stata collezionata volentieri, come genere pittorico, anche dagli altri prelati, tra i quali il cardinale Borromeo, con fini religiosi e per amore della pittura
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Gambe accavallate, libri e sigarette: la ribellione femminista delle quadrisavole

Pittori come Faruffini o Corcos rilanciarono in alcuni dipinti le immagini delle donne ribelli, delle quali oggi non afferriamo più il senso rivoluzionari. Ma la sovrapposizione delle gambe. le lettura e il fumo erano nell'Ottocento indice di una modernità scandalosa che venne rilevata da diversi artisti
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Il pittore seicentesco maniaco dei serpenti e delle farfalle. Vanitas e dolore

Quando il male ha il sopravvento. Ottone Marcellis dipingeva in modo ossessivo rettili che divoravano farfalle. Vanitates crudeli, che poggiavano sul piccolo zoo casalingo allestito dal pittore per copiare dal vero. Il piano dei simboli. I soggetti che proponeva agli acquirenti sembrano invariabilmente quelli: muta la prospettiva, cambia lo scenario, ma i protagonisti sono sempre loro. Serpi viscide (con la variante di chioccioline striscianti) e farfalle vibratili, intrise di luce-colore. Nato in Olanda - a Nimega, nel 1619 -, ha viaggiato in Francia, Inghilterra, Germania e Italia, luogo in cui è stato apprezzato più a fondo, tanto è vero che è conosciuto anche con il nome italianizzato di Ottone Marcellis
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Duchamp prima di Duchamp – Come dipingeva prima delle avanguardia e dell'orinatoio. Il video

Nel mese di ottobre 1904, con il consenso del padre, si trasferisce a Montmartre , in compagnia del fratello, il pittore Jacques Villon . Si iscrive all' Académie Julian, ma i suoi studi sono irregolari. Preferisce disegnare, giocare a biliardo e assistere agli spettacoli di cabaret.  Così decide di lasciare i corsi accademici
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Matisse e la modella; un amore platonico? Lei si fa suora, lui le realizza una cappella

A Louis Aragon che gli chiedeva un parere sulla modella, Matisse aveva risposto inequivocabilmente: "E' la fonte della mia energia". Nel 1942, la 21enne Monique, che aveva perso il padre e aveva problemi polmonari, giunse da Matisse a Vence. Venne assunta come infermiera e contribuì a riportare Matisse alla vita, dopo una grave malattia. L'artista non mancò di sottolineare quel volto che si avvicinava al suo, sprofondato tra i cuscini, per poter alzare un po' il malato affinchè non restasse troppo tempo in una posizione sdraiata. Il pittore non dimenticava quell'invito inconsapevole alla vita che giungeva dalla ragazza con la "splendida massa di capelli" e con le sue bracciaa matisse
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