Pompei, i resti di altre due vittime dell’eruzione ritrovati nella Regio IX. Un uomo e una donna con un piccolo tesoro di monete e ornamenti preziosi

Si erano chiusi in una piccola stanza, non più grande di una camera da letto, portando i preziosi e cercando di attendere che l’eruzione del vulcano finisse. Il caldo era insopportabile, come il rumore di una grandinata di lapilli che si abbatteva sui tetti con un incessante rotolio di pietre scaricate dal cielo. Tutto vibrava. Lui e lei cercarono l’angolo più riparato della casa, ma il frastuono proseguiva. L’aria era calda e irrespirabile. La stanza era diventata una trappola. Lui si sdraiò, bocconi, allungandosi sul pavimento. Lei rannicchiò le gambe, assumendo una posizione fetale. Non c’era più nulla da fare.

Continuano così a emergere sorprendenti testimonianze dalla città sepolta di Pompei, che offrono nuove prospettive sulla vita e la tragica fine degli antichi abitanti. L’ultimo straordinario ritrovamento è avvenuto nella Regio IX, Insula 10, dove, nel contesto di un più ampio progetto volto alla messa in sicurezza dei fronti di scavo, sono stati scoperti i resti di due vittime dell’eruzione del 79 d.C.: un uomo e una donna.

La donna, rinvenuta sul letto, portava con sé un piccolo tesoro composto da monete d’oro, d’argento e bronzo, insieme a preziosi monili, tra cui orecchini in oro e perle.

L’ambiente in cui sono stati trovati i corpi era un piccolo vano, probabilmente utilizzato come cubicolo provvisorio durante i lavori di ristrutturazione della casa.

Questo cubicolo, posto alle spalle del Sacrario blu e accessibile dal grande salone decorato in II stile, era stato scelto dalle due vittime come rifugio temporaneo dalla pioggia di lapilli che da ore si riversava sugli spazi aperti della casa. Tuttavia, nonostante il loro tentativo di trovare riparo, il vano è diventato la loro prigione.

Il blocco della porta causato dall’accumulo di pomici nel salone adiacente ha impedito loro di fuggire, condannandoli a una morte inevitabile con l’arrivo dei flussi piroclastici.

I due, che dovevano essere giovani, erano probabilmente una coppia. Erano i proprietari di casa? Lei forse si distese sul letto, esausta e terrorizzata. Si fece forse scivolare verso il pavimento, con il busto, mantenendo il bacino e le gambe piegate, sul letto. Lui probabilmente cercò di aprire una via di fuga. Provò a forzare la porta. E insistette fino a cadere a terra. La scena è ben visibile dalla fotografia dall’alto, che potete vedere qui sotto.

Le indagini sul sito hanno permesso di ricostruire con precisione gli arredi e la disposizione originaria degli oggetti al momento dell’eruzione.

Sono stati identificati un letto, una cassa, un candelabro in bronzo, e un tavolo con piano in marmo, sul quale erano ancora al loro posto suppellettili in bronzo, vetro e ceramica. Questa scoperta offre una finestra unica sulla vita quotidiana dei pompeiani, permettendo di documentare in maniera dettagliata e precisa la disposizione degli oggetti e le ultime azioni delle vittime.

Il progetto di scavo nella Regio IX si inserisce in un più ampio piano di intervento, sviluppato negli ultimi anni, che punta non solo alla conservazione e alla messa in sicurezza degli scavi, ma anche a migliorare l’assetto idrogeologico dell’area. Il Parco Archeologico di Pompei, sotto la direzione di Gabriel Zuchtriegel, si impegna a calibrare l’approccio agli scavi, concentrandosi su restauro, salvaguardia e accessibilità del patrimonio, mentre si circoscrivono accuratamente le nuove aree di scavo. Inoltre, importanti investimenti ministeriali e governativi stanno supportando nuovi scavi in siti circostanti come Civita Giuliana, Villa dei Misteri e l’antica Oplonti a Torre Annunziata.

Il Direttore del Parco, Gabriel Zuchtriegel, ha sottolineato l’importanza di questi ritrovamenti, dichiarando che “l’opportunità di analizzare i preziosissimi dati antropologici relativi alle due vittime permette di recuperare una quantità notevole di informazioni sulla vita quotidiana degli antichi pompeiani e sulle loro microstorie”.

Questi dati, combinati con la documentazione precisa del contesto archeologico, confermano l’unicità del territorio vesuviano come uno dei più importanti cantieri di ricerca e restauro a livello mondiale. Con il supporto degli investimenti Cipess annunciati dal Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano,

Pompei si prepara a ulteriori sviluppi nelle indagini archeologiche e nella valorizzazione del territorio, mantenendo viva la memoria di una delle più grandi catastrofi naturali dell’antichità.

Fonte: www.pompeiisites.org

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Stile Arte è una pubblicazione che si occupa di arte e di archeologia, con cronache approfondite o studi autonomi. E' stata fondata nel 1995 da Maurizio Bernardelli Curuz, prima come pubblicazione cartacea, poi, dal 2012, come portale on line. E' registrata al Tribunale di Brescia, secondo la legge italiana sulla stampa