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Primo tuffo archeologico dell’anno a Bolsena. Trovati subito tesori nel “santuario termale” sprofondato


Gli archeo-sub e archeo-restauratori impegnati nel lago di Bolsena nella nuova missione Gran Carro. Nuovi materiali archeologici recuperati dai fondali @ Foto CSR Restauro Beni Culturali
@ Foto CSR Restauro Beni Culturali
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“È iniziata la campagna di scavo, recupero e restauro presso il sito del Gran Carro di Bolsena (VT). – annuncia il CSR Restauro Beni Culturali – I restauratori del CSR stesso sono a lavoro con il personale del Servizio di Archeologia Subacquea della Soprintendenza Archeologia Belle Arti Paesaggio Etruria Meridionale ed i subacquei esperti del Centro di Ricerche di Archeologia Subacquea. Condividiamo con voi le prime immagini dell’attività di ricerca e sperimentazione”.

Dalle immagini si può arguire che sarà una stagione archeologicamente ricchissima. Tra i cospicui materiali ceramici, possiamo osservare – nelle foto scattate in queste ore – quelli che parrebbero lucerne e vasi, con resti di materiali ossei e quella che sembra una moneta. Il sito venne frequentato fino all’epoca tardo romana. I materiali sono stati recuperati e ora sono oggetto di valutazione di studio.

@ Foto CSR Restauro Beni Culturali
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Gran Carro di Bolsena, Aiola (insediamento perilacustre)
Cos’è? La scheda del Catalogo dei Beni culturali

BOLSENA, X a.C – IX a.C

Il sito archeologico si caratterizza per la presenza del monumentale complesso ellittico dell’Aiola. Indagata solo parzialmente, non è ancora chiara la sua funzione. Si presenta come un grosso cumulo di pietrame informe, privo di elementi strutturali utili alla sua interpretazione. Recentemente è stato proposto che si tratti di una struttura (non l’unica presente nel lago- almeno altre quattro sono conosciute anche se di minori dimensioni) strettamente collegata alla presenza di sorgenti di acqua termale calda. La forma si presenta troncoconica a base ellittica, in pietrame informe senza leganti, e da cui fuoriescono effettivamente sorgenti di gas e acque minerali e termali a 30 e 40 gradi.

Nel 1991 Alessandro Fioravanti effettuò alcune ricerche sulla superficie ed individuò pali lignei e frammenti ceramici attribuibili alla prima età del Ferro specie sul lato SO. Recentemente nel 2020 durante le ricerche e la pulizia di una fascia di sedimento a N dell’Aiola si è potuto constatare per la prima volta che l’Aiola è effettivamente costituita da pietrame informe, ma che ricopre un tumulo sottostante formato di terra. Sotto i massi dell’Aiola è presente abbondante materiale ceramico e ligneo integralmente attribuibile alla prima età del Ferro. In ogni caso, per la prima volta si è potuto osservare che l’Aiola era già presente nel periodo della palafitta e faceva parte integrante del villaggio della prima età del Ferro. La presenza di sorgenti è confermata e anzi si è potuto notare che tra le concrezioni prodotte dall’acqua termale sono presenti frammenti ceramici di impasto inglobati. Un frammento di base di colonna in tufo e il rinvenimento di monete di epoca costantiniana, attesta la frequentazione della struttura anche in epoca tardo romana