“Resistere! In un campo fangoso ecco cosa abbiamo trovato”. Risalgono al 1792. Cosa sono? Cosa accadde qui? Come furono realizzate? Cosa rappresentano? Rispondono gli archeologi

Li hanno recuperati dal fango dopo secoli. Eppure belli, intatti, frutto di un disegno leggiadro che ancora rivela il collegamento stilistico con il barocco e al rococò. Un rinvenimento, durante una battuta di ricerca organizzata, che, specie in queste ore, assume i toni di un simbolo commovente. La Storia insegnerebbe. Ma c’è chi – evidentemente – non ne comprende i meccanismi. Noi siamo certi che, invece, voi siete in grado di comprendere il collegamento simbolico tra questi oggetti e la recrudescenza della crisi sul “fronte” orientale.

Un ritrovamento eccezionale è avvenuto sul campo di battaglia della rivolta di Kościuszko
Le ricerche archeologiche di queste settimane condotte nei campi e nelle foreste di Uchanka, nel luogo della storica battaglia di Dubienka, hanno portato alla luce due distintivi militari per cappello con l’effigie dell’aquila polacca e il monogramma reale “SAR” (Stanislaus Augustus Rex). Questi oggetti, risalenti al 1792, rappresentano un ritrovamento rarissimo, testimoniando visivamente un periodo cruciale nella storia della Polonia: la guerra in difesa della Costituzione del 3 maggio e la rivolta di Kościuszko. Arrivò però l’esercito russo…

Fino ad oggi, gli emblemi di questo tipo erano conosciuti solo attraverso l’iconografia e le descrizioni letterarie, rendendo la scoperta di queste aquile di rame una conferma materiale del loro utilizzo sul campo.


Il contesto storico: la guerra e la battaglia di Dubienka
Il 18 luglio 1792, la battaglia di Dubienka si svolse in un momento di grande crisi politica e militare per la Polonia. Questa battaglia vide Tadeusz Kościuszko, comandante di grande abilità e simbolo del patriottismo polacco, impegnato nella difesa della giovane Costituzione del 3 maggio 1791, la prima in Europa e la seconda al mondo dopo quella statunitense.

Kościuszko e il suo esercito affrontarono le forze russe in una posizione difensiva fortificata lungo il fiume Bug. Sebbene numericamente inferiori, i polacchi riuscirono a infliggere gravi perdite al nemico, ritirandosi solo dopo aver dimostrato la loro capacità di resistenza. La battaglia fu un momento di orgoglio nazionale, ma anche un preludio alla perdita dell’indipendenza polacca nel 1795, con la terza spartizione del paese.


Gli emblemi: simboli di identità e resistenza
Gli emblemi ritrovati sono unici nel loro genere. Montati su piastre di stagno e fissati alla parte anteriore dei berretti di feltro neri, rappresentano l’aquila polacca coronata con il monogramma “SAR”. Questi berretti, parte della galanteria uniforme dei soldati della Corona, erano caratterizzati da un design che univa elementi distintivi polacchi e influenze prussiane e austriache.

Secondo le disposizioni del 1791, i berretti militari dovevano includere:

  • Feltro nero per la struttura principale.
  • Placca metallica bianca semicerchio con l’aquila.
  • Piume o criniere decorative sul lato sinistro o lungo la parte superiore.

La presenza di questi emblemi sul luogo della battaglia conferma la loro funzione non solo come elementi decorativi, ma anche come simboli di identità nazionale e orgoglio militare.


Il valore archeologico della scoperta
Questa scoperta rappresenta un raro esempio di ritrovamenti materiali direttamente legati alla storia militare della Polonia. Finora, solo un altro emblema simile era stato trovato sul campo di battaglia di Maciejowice, dove Kościuszko subì una sconfitta cruciale nel 1794.

L’importanza della scoperta è duplice:

  1. Testimonianza storica diretta: Gli oggetti permettono di collegare i reperti materiali agli eventi storici documentati.
  2. Educazione e memoria: Ritrovamenti di questo tipo rafforzano la consapevolezza pubblica della storia polacca, suscitando interesse e rispetto per il sacrificio dei soldati che hanno combattuto per la libertà del paese.

La ricerca archeologica: metodologie e risultati
Le indagini sul campo sono state condotte utilizzando metal detector e rilevazioni geofisiche, con la partecipazione di volontari della Fondazione Storica “Lubelszczyzna”. L’area coperta dagli scavi si estende su 150 ettari, un terreno vasto e complesso che ha richiesto mesi di lavoro intensivo.

Oltre agli emblemi con l’aquila, gli archeologi hanno trovato altri manufatti, tra cui:

  • Bottoni militari numerati, appartenenti ai reggimenti 13° e 17° della Corona polacca.
  • Elementi di equipaggiamento militare, come fibbie e proiettili d’artiglieria.
  • Monete e oggetti personali, che offrono uno spaccato della vita quotidiana dei soldati.

Le insegne in rame ritrovate nel campo di battaglia di Dubienka, con l’effigie dell’aquila polacca e il monogramma “SAR” (Stanislaus Augustus Rex), erano probabilmente realizzate utilizzando la tecnica del rame a sbalzo, un metodo diffuso in ambito decorativo e militare già dall’antichità. Questa tecnica permetteva di ottenere rilievi dettagliati sul metallo attraverso una lavorazione precisa, conferendo agli oggetti un aspetto distintivo e durevole.


La tecnica del rame a sbalzo

La lavorazione a sbalzo consiste nel modellare una lastra di rame o un altro metallo relativamente malleabile, creando rilievi tridimensionali tramite colpi delicati e controllati. Esiste anche lo stampo a sbalzo. Dopo aver realizzato un prototipo si creava uno stampo in rilievo co il quale potevano esse prodotte tante copie. Le figure emergevano comprimendo o martellando la lastra contro lo stampo stesso.

  1. Dalla lamina all’aquila
    • Si utilizzava una lamina sottile di rame, solitamente di pochi millimetri, per facilitarne la lavorazione.
    • Il rame veniva preventivamente riscaldato (ricotto) per aumentare la duttilità e rendere più agevole il processo. La lamina veniva compressa contro lo stampo.
  2. Fissaggio al supporto
    • Le insegne erano progettate per essere montate sui berretti militari. Per farlo, venivano dotate di linguette o fori attraverso cui passavano cordicelle o rivetti metallici.
    • Una volta fissate, il rame poteva essere ulteriormente lucidato per conferirgli brillantezza.

Decorazioni aggiuntive e protezione

Dopo il completamento, le insegne potevano essere arricchite con dettagli aggiuntivi:

  • Doratura o argentatura: Una sottile placcatura poteva essere applicata per migliorare l’aspetto estetico o per indicare il rango del soldato.
  • Patinatura: Talvolta il rame veniva trattato con agenti chimici per creare una patina protettiva che ne prevenisse l’ossidazione.
  • Verniciatura o smaltatura: Alcuni elementi, come gli occhi dell’aquila o i dettagli del monogramma, potevano essere dipinti o smaltati per evidenziarne i contrasti.

Qualità del lavoro e contesto storico

La qualità della lavorazione a sbalzo dipendeva dall’abilità dell’artigiano e dai mezzi disponibili. Nel caso delle insegne di Dubienka, la standardizzazione suggerisce una produzione semi-industriale, tipica delle forniture militari del XVIII secolo. Tuttavia, ogni pezzo conservava una certa unicità a causa delle inevitabili variazioni nel lavoro manuale.

Questo metodo, relativamente economico e rapido, permetteva di creare insegne distintive e di lunga durata, simboli di appartenenza e orgoglio per i soldati della Corona polacca. Le insegne rinvenute non solo testimoniano la tecnica artistica dell’epoca, ma anche l’importanza attribuita agli emblemi visivi come strumenti di identificazione militare e di propaganda patriottica.

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Redazione
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Stile Arte è una pubblicazione che si occupa di arte e di archeologia, con cronache approfondite o studi autonomi. E' stata fondata nel 1995 da Maurizio Bernardelli Curuz, prima come pubblicazione cartacea, poi, dal 2012, come portale on line. E' registrata al Tribunale di Brescia, secondo la legge italiana sulla stampa