Rimosso il materiale. Scoperta la cripta del castello dei Sanseverino. Si scaverà in altre stanze nascoste

Sulla destra, un arco è di accesso ad un vano ancora ricolmo di detriti e calcinacci, ma da cui si intravede una ulteriore volta a crociera a testimonianza di ulteriori stanze ancora tutte da scoprire

“Gli ultimi scavi – affermano i responsabili del Castello Medievale dei Sanseverino – hanno riportato alla luce uno degli ambienti di maggiore suggestione dell’intero complesso archeologico: la Cripta Sottoposta alla Cappella di Santa Maria a Castello.

L’immenso edificio, al centro di altre indagini, è a Mercato San Severino, un comune di 21.625 abitanti della provincia di Salerno in Campania. Il Castello dei Sanseverino, eretto a partire dall’anno 1.060, è la seconda fortificazione più grande in Italia. Fu la culla nativa della nobile Famiglia dei Sanseverino, la più potente del Regno di Napoli al tempo degli Angioini e degli Aragonesi.

L’accesso alla cripta del castello. Foto: Castello Medievale dei Sanseverino Universitas Sancti Severini

La cripta del castello

Per accedervi si scende una scala laterale e dopo aver attraversato un ambiente a volta con due aperture, si accede all’ipogeo, a vano unico scandito da pilastri e archi ogivali a fasce di tufo grigio che testimoniano una configurazione architettonica del XII – XIII secolo.

“In fondo si conserva ancora in perfetto stato l’abside a sesto acuto ed alzando lo sguardo colpiscono le volte a crociera che sovrastano sei nicchie laterali che ospitavano i sarcofagi dei Signori dei Palazzo, di cui allo stato non ne rimane traccia. – afferma l’equipe del castello – Sulla destra, un arco è di accesso ad un vano ancora ricolmo di detriti e calcinacci, ma da cui si intravede una ulteriore volta a crociera a testimonianza di ulteriori stanze ancora tutte da scoprire”.
“La bellezza del luogo, i ruderi del castello, nascondono ancora nuove sorprese per il visitatore come la cripta della chiesa palaziale, il cui fascino, immutato e cristallizzato da almeno quattro secoli sotto i detriti oggi rimossi, riesce a scaldare il cuore dall’emozione che si prova entrandovi.
In attesa che si realizzino le condizioni di sicurezza per poter visitare liberamente l’incantevole ambiente, lo sguardo che vi si può dare attraverso le due aperture di aerazione, nulla togliendo alla bellezza del luogo, ci rende comunque partecipi di tanto splendore”.

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Maurizio Bernardelli Curuz
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