Ristrutturano una vecchia casa e trovano, in un buco, 400 oggetti d’argento nascosti dagli ebrei perseguitati

Nella cavità erano stati riposti posate, bicchieri, candelabri, flaconi di profumo, bocchini per sigarette, tazze per i lavacri rituali. Il luogo si trova a breve distanza dal ghetto ebraico. Gli studiosi proveranno a capire chi abitasse in quell'edificio per cercare di ricostruire anche la linea di proprietà. Evidentemente chi scavò quella buca fu perseguitato e ucciso, come probabilmente i familiari che potevano aver ricevuto informazioni sul tentativo di salvataggio degli argenti.

Un tesoro familiare ebraico – nascosto prima dell’occupazione tedesca della città – è emerso durante la ristrutturazione di un’antica palazzina nel centro di Lodz, in Polonia. E’ stato durante uno scavo a livello del terreno che gli operai edili si sono imbattuti nella buca, che era stata scavata per 70 centimetri ed accuratamente ricoperta. 400 oggetti, soprattutto d’argento – che ai quei tempi aveva un valore molto elevato – sono stati portati alla luce, avvolti in giornali del 1939.
Tra i reperti di via Polnocna anche menorah di Hanukkah – candelabri rituali – e oggetti usati nella vita quotidiana: posate d’argento, bicchieri e piatti dello stesso metallo.


Nella cavità erano stati riposti anche flaconi di profumo, bocchini per sigarette, tazze per i lavacri rituali. Il luogo si trova a breve distanza dal ghetto ebraico. Gli studiosi proveranno a capire chi abitasse in quell’edificio per cercare di ricostruire anche la linea di proprietà. Evidentemente chi scavò quella buca fu perseguitato e ucciso, come probabilmente i familiari che potevano aver ricevuto informazioni sul tentativo di salvataggio degli argenti.

Prima della seconda guerra mondiale, Lodz, uno dei maggiori centri industriali della Polonia, era sede di una delle più grandi comunità ebraiche d’Europa, con oltre 230.000 abitanti, pari al 31% della città. Quasi tutti furono uccisi dai nazisti durante l’occupazione della città dal 1939 al 1945. Solo circa 10.000 di loro sopravvissero.

Nel 2018, alcuni operai che scavavano un edificio che si trovava all’interno del ghetto ebraico di Lodz hanno scoperto quello che i ricercatori hanno concluso essere uno scialle di preghiera insanguinato che era stato lasciato durante un pogrom del 1940, quando i nazisti attaccarono gli ebrei che si erano riuniti per pregare in occasione dello Yom Kippur.

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Maurizio Bernardelli Curuz
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