ACCESSO LIBERO – Nella tranquilla campagna si ripercuotono echi bucolici. Cicale dispiegate, ampie fronde ombrose, ruderi eloquenti. Tutto è pace. Ma cosa avvenne qui 2149 anni fa? Roma contro Lazio. Fu uno scontro epico. Un pugno di ferro, qualcosa di simile a “Guai ai vinti!” Archeologi tedeschi, in provincia di Frosinone, rivelano le dinamiche che portarono alla devastazione della città latina del 125 a. C. E, in fondo, tracciano le linee di un divisione tra città e campagna, che sarebbe giunta almeno fino al Novecento.
La nuova campagna di scavi a Fregellae
Un team di ricercatori del Leibniz-Zentrum für Archäologie (LEIZA) e dell’Università di Treviri ha appena concluso la campagna annuale di scavi presso l’antica città di Fregellae, situata nell’odierna regione di Lazio. Fregellae (collocazione storica contesa tra i comuni di Pontecorvo da una parte e Ceprano e Arce dall’altra), fu una città del Latium adiectum, situata lungo la Via Latina fra Aquinum (Aquino) e Frusino (Frosinone), sulla sponda destra del fiume Liri.
La ricerca sul campo, portata avanti nell’estate del 2024, si è concentrata sulla comprensione delle dinamiche sociali ed economiche della città tardo repubblicana prima e dopo la sua distruzione nel 125 a.C. da parte dell’esercito romano. Questo evento catastrofico segnò la fine di uno dei più fiorenti centri urbani dell’Italia centrale, portando alla rovina non solo il nucleo abitato, ma anche devastando l’economia agricola del circondario.
La villa aristocratica: un esempio di economia rurale
Uno dei focus principali degli scavi di quest’anno è stata una villa appartenente all’élite locale. La struttura, situata fuori dalle mura della città, rappresenta un’importante testimonianza della vita rurale e delle attività produttive dell’epoca. Secondo il Prof. Dr. Dominik Maschek, project manager di LEIZA, questa villa è la più antica mai scoperta nella regione. Costruita circa 80 anni prima della distruzione di Fregellae, era dotata di strutture che denotano la produzione di vino, grano e frutta.
Le indagini archeobotaniche condotte sul sito hanno permesso di analizzare semi e resti vegetali, offrendo una visione dettagliata delle colture praticate nei terreni della villa. La produzione di vino, in particolare, sembra non essere stata limitata al consumo locale. È probabile che il vino venisse esportato all’interno delle reti commerciali mediterranee, raggiungendo regioni come la Spagna e la Francia. D’altra parte, la coltivazione di grano e frutta era probabilmente destinata a soddisfare il mercato locale, fornendo un sostentamento per gli abitanti della città e della regione circostante.
L’impatto della distruzione
L’attacco del 125 a.C. non portò solo alla devastazione materiale di Fregellae, ma ebbe conseguenze disastrose per l’economia agricola che sosteneva la popolazione locale. Dopo la distruzione, la villa e le terre circostanti rimasero abbandonate per oltre 170 anni, come dimostrano le analisi stratigrafiche e i resti archeologici. Solo intorno al 50 d.C. la zona iniziò a essere riutilizzata, ma prevalentemente come discarica per rifiuti, come indicato dai numerosi frammenti di ceramica ritrovati.
Questo lungo periodo di abbandono testimonia l’entità dei danni subiti dalla regione. Il paesaggio, un tempo prospero e produttivo, divenne una zona desolata. La ricerca mostra come la distruzione militare abbia profondamente alterato il tessuto economico e sociale della regione.
L’accampamento militare: una strategia di assedio
Oltre alla villa, gli archeologi hanno continuato a studiare l’accampamento militare romano scoperto nel 2023. Questo accampamento fu costruito durante l’assedio di Fregellae e si estendeva su un’area di 90 x 143 metri, circondata da un bastione e da un fossato. La struttura conferma le tattiche d’assedio romane, che prevedevano la creazione di fortificazioni temporanee per contenere la città e isolare gli abitanti prima dell’attacco finale.
Gli scavi hanno rivelato informazioni preziose sulle tecniche militari romane, offrendo un quadro più chiaro su come veniva condotto un assedio durante la tarda Repubblica. Le ricerche suggeriscono che l’assedio di Fregellae non fu solo un atto di guerra, ma una dimostrazione di forza e un messaggio politico esemplare indirizzato alle altre città latine che avrebbero potuto sfidare l’autorità romana. Fu per questo motivo che per lunghissimo tempo i ruderi furono abbandonati, senza progetti di recupero e di ricostruzione, e il luogo rimase come punto di memoria infausta. Come una damnatio memoriae.
Le conseguenze per il paesaggio culturale
La distruzione di Fregellae e il successivo abbandono del territorio hanno lasciato un segno profondo nel paesaggio culturale della regione. Prima della sua caduta, Fregellae era un importante centro urbano, con case ad atrio, mosaici, santuari e bagni pubblici. Le rovine attualmente in fase di scavo mostrano chiari segni di distruzione deliberata, testimoniando l’intenzione romana di cancellare la città dalla storia.
Il progetto di ricerca diretto dal Prof. Maschek mira a ricostruire come la campagna militare romana abbia alterato il paesaggio culturale circostante. La villa e l’accampamento sono solo due degli elementi che offrono una visione d’insieme sugli effetti di lungo termine dell’assedio e della successiva distruzione. Le nuove scoperte consentono di analizzare le dinamiche economiche e sociali che caratterizzavano la regione, mostrando come l’assalto abbia interrotto bruscamente un equilibrio economico e produttivo consolidato.
Verso una ricostruzione storica completa
I ritrovamenti di questa campagna di scavi si aggiungono alle scoperte fatte negli anni precedenti e contribuiranno a una comprensione più completa della storia di Fregellae. Il progetto di ricerca proseguirà nel 2025 con ulteriori indagini sui resti architettonici e agricoli, allo scopo di ricostruire i cambiamenti subiti dal paesaggio culturale tra il periodo della distruzione romana e i successivi sviluppi in epoca imperiale.
I risultati di queste ricerche non sono solo importanti per comprendere la storia locale di Fregellae, ma offrono anche spunti cruciali per lo studio delle tecniche militari romane e delle dinamiche sociali ed economiche in Italia centrale durante il tardo periodo repubblicano.
Scheda su Fregellae
- Fondazione: La città di Fregellae fu fondata nel 328 a.C. come colonia latina sul fiume Liri, strategicamente situata tra Roma e l’Italia meridionale.
- Importanza storica: Fregellae divenne un’importante città latina, prospera sia dal punto di vista commerciale che agricolo. Era un nodo chiave lungo la via che collegava Roma al sud e un centro di scambio con i popoli sanniti e altri gruppi dell’Italia interna.
- Relazioni con Roma: Inizialmente fedele alleata di Roma, Fregellae partecipò attivamente nelle guerre sannitiche. Tuttavia, la città si ribellò a Roma nel 125 a.C. per protestare contro l’esclusione dei Latini dal pieno godimento dei diritti civici romani.
- Distruzione: La ribellione di Fregellae fu duramente repressa da Roma. L’esercito romano assediò e distrusse la città nel 125 a.C., segnando la fine della sua prosperità.
- Abbandono e riutilizzo: Dopo la distruzione, il sito rimase abbandonato per oltre un secolo. Solo nel I secolo d.C. l’area venne parzialmente riutilizzata, ma senza ritrovare il ruolo prominente che aveva avuto in precedenza.
- Scavi archeologici: I moderni scavi a Fregellae, iniziati nel XX secolo e tuttora in corso, hanno portato alla luce resti significativi della città, comprese strutture pubbliche, ville private e manufatti che offrono preziose informazioni sulla vita quotidiana e sulla distruzione del sito.
Le scoperte archeologiche di Fregellae continuano a gettare luce su un periodo cruciale della storia romana, quando la Repubblica stava consolidando il suo controllo sull’Italia, ma allo stesso tempo affrontava le tensioni politiche interne ed esterne.
FONTE: ‘Un paesaggio di conflitti: archeologia del campo di battaglia nel territorio dell’antica Fregellae / moderna Ceprano e Arce (FR, Lazio, Italia)’
Dominik Maschek, Stephen Kay, Rudolf Känel, Piero Sebastiani Del Grande, Pier Giorgio Monti