Autore estremamente rapido e sempre all’altezza di se stesso, pur in questa capacità fulminea di riempire di pittura la dimensione dello spazio-tempo, Pablo Picasso ha dipinto, nella sua lunga vita, più di 120mila opere tra oli, tempere, schizzi disegni e oggetti decorati personalmente o ceramiche. E’ certamente una stima presuntiva, che si basa però su dati basilari come il numero delle opere conservate dall’artista nelle proprie case, sulla circolazione di mercato e su una valutazione dell’impegno produttivo annuale, moltiplicato per gli anni di fervido lavoro. Picasso ebbe una capacità profonda di incidere sul Novecento, anche grazie all’altissimo ed elevatissimo rapporto quantità-qualità.
L’artista catalano divenne un fenomeno di massa e, nonostante il valore elevato delle sue opere, coinvolse indirettamente, come propri sostenitori, tutti coloro che possedevano anche un lacerto di un disegno. L’arte si comporta spesso anche secondo regole non totalmente assimilabili a quelle dell’economia. Il coinvolgimento diretto di un numero elevato di collezionisti costituisce per il pittore, una garanzia di sostegno dell’immagine e non un pericolo di svalutazione. La prova di quanto asseriamo sta nella recente alienazione di un consistente numero di lavori da parte di Marina, nipote dell’artista. Un’asta da Sotheby’s, Londra che ha riunito un centinaio di opere, tra sculture, ceramiche, disegni, ha permesso di ricavare 15,8 milioni di euro, ma ha irritato molte persone, compresi alcuni membri della famiglia Picasso.
”Non ho dilapidato il mio patrimonio – ha raccontato Marina – Il mercato non è stato assolutamente scosso da prezzi al ribasso, a causa delle mie vendite”. Nè il mercato tiene conto negativamente dell’amplissimo catalogo di tutte le opere del maestro. Nel, 1973, dopo la morte, fu iniziato un inventario dei lavori prodotti da Picasso e conservati nelle sue 11 residenze. Emerse così la parte forse più importante, per conoscere la genesi e l’evoluzione dell’artista: 50mila pezzi dai quali, per vari motivi, il maestro non volle mai staccarsi. Un’indagine sul numero delle opere del catalano è stata condotta da Hugues Nancy
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