La torre sarà salvata. E al più presto. La comunicazione giunge dal Comune di Tresnuraghes, in Sardegna.
“In data odierna si è svolto un ulteriore sopralluogo ad opera degli architetti incaricati dal Ministero della cultura, dalla Soprintendenza e dell’ impresa che si è aggiudicata i lavori, per definire gli ultimi accorgimenti prima dell’ inizio dei lavori a Torre di Columbargia – dice il sindaco – La peculiare posizione della torre, come è noto, ha reso necessarie una serie di misurazioni e di calcoli di pendenze per il trasporto dei materiali ed il loro posizionamento a ridosso della stessa.
Concluse quindi le operazioni logistiche e organizzative, a brevissimo, inizieranno prima i lavori di messa in sicurezza (puntellamento delle mura perimetrali) e a seguire il restauro conservativo interno ed esterno. Sarà nostra cura comunicare l’ avvio della messa in sicurezza e le successive fasi dei lavori”. Tresnuraghes è un comune italiano di 1 000 abitanti della provincia di Oristano in Sardegna. Si trova nella sub-regione della Planargia, al confine con la regione storico-geografica del Montiferru. L’area fu abitata già in epoca prenuragica, nuragica e romana, per la presenza sul territorio di numerose testimonianze archeologiche, tra cui tombe dei giganti, dolmen e nuraghi. La rada di Foghe ha sempre rappresentato un punto privilegiato di sbarco per molti invasori, quali i Mori e i pirati, come testimonia un’altra torre di avvistamento sempre costruita dagli Aragonesi.
La Torre di Columbargia. anche nota come “Pesquellas”, -che sarà presto oggetto di restauro – è un’imponente struttura che si erge maestosa su un promontorio di trachite rossa, dominando il paesaggio naturale incontaminato della spiaggia di Sa Marinedda, conosciuta anche come Cala della Torre di Columbargia. Questa torre rappresenta uno dei vertici del sistema difensivo ideato dagli Aragonesi per proteggere le coste sarde. Costruita insieme alle vicine torri di Ischia Ruja, Foghe e Bosa nella seconda metà del Cinquecento, durante il regno di Filippo II di Spagna, essa costituiva un fondamentale tassello di un ambizioso programma di riforma che coinvolgeva anche il potenziamento delle fortificazioni urbane e costiere. Tale programma, avviato nel 1556 e protrattosi fino al 1598, riprendeva un sistema di difesa già implementato subito dopo il 1479, quando la Sardegna, già sotto il controllo degli Aragonesi, entrò a far parte del nuovo Regno nato dall’unione delle due Corone di Castiglia e d’Aragona.
L’obiettivo del programma era la costruzione di circa 73 nuove torri, destinate principalmente a proteggere i porti e le principali attività di pesca ed estrazione marina lungo le coste dell’isola. Sebbene il numero pianificato non sia mai stato completamente raggiunto durante il regno di Filippo II, l’impiego e la costruzione di queste fortificazioni continuarono almeno fino al 1842. Fu solo in quell’anno che i Savoia, pur avendo anch’essi contribuito alla costruzione di una decina di nuove torri durante il loro regno, decisero di abbandonare tali presidi.
Tornando alla Torre di Columbargia, posizionata su un’altura che domina la Spiaggia di Sa Marinedda nel territorio di Tresnuraghes, essa si trova a circa 4 km di distanza dalla Torre di Ischia Ruja. È raggiungibile non solo a piedi dalla spiaggia di Porto Alabe, ma anche da Bosa e Tresnuraghes. Costruita verosimilmente a partire dal 1572, la torre è costituita da una struttura in bozze di pietra, principalmente arenaria e basalto, disposte in modo irregolare per formare una geometria a tronco di cono.
L’ingresso della torre, posto a notevole altezza dal suolo, è oggi difficilmente accessibile a causa della mancanza di un collegamento verticale sicuro, probabilmente andato perduto nel corso dei secoli. La copertura, sebbene fortemente danneggiata, conserva ancora tracce della sua funzione originaria, presentandosi come un elemento piano che un tempo, come era consueto per questa tipologia di strutture, ospitava la “piazza d’armi”.
Nonostante sia ridotta ormai a rudere, la Torre di Columbargia conserva un grande interesse dal punto di vista culturale e storico. Sebbene priva di decorazioni elaborate, mostra ancora le caratteristiche architettoniche tipiche delle torri fortificate, come l’ingresso elevato rispetto al terreno circostante e la copertura piatta utilizzata come spazio per le attività militari. La sua presenza rappresenta un legame tangibile con il passato, testimoniando il periodo storico in cui fu eretta e la funzione strategica che svolgeva nella difesa delle coste sarde.