Scava in area medievale. “Cos’è una racchetta di ping pong”? L’identità dell’oggetto trovato in una tomba femminile. Chi e quando lo inventò?

Oggi sono cupi. Ma dobbiamo immaginarli lucidissimi, senza impurità alcuna, pullulanti di sogni e di desideri. Non doveva passare giornata che le donne non li lucidassero, in un rito che procedeva parallelamente a quello della coltivazione della propria bellezza. Venivano strusciati con la stoffa, come la lampada di Aladino. Essi erano pure oggetti magici. Aprivano le porte di un mondo rovesciato, pieno di spiriti. Lucidatura e preghiera.

Nella vasta steppa del Kazakistan centrale, è stato scoperto nei giorni scorsi questo antico specchio in bronzo nel sito sepolcrale di Altyntau, situato nel distretto di Zerendy nella regione di Akmola. Quando scriviamo che era di bronzo, intendiamo che era completamente prodotto in questo metallo e che non conteneva vetri riflettenti. Era la lucidatura del metallo stesso a riflettere le immagini. Esse apparivano giallo-oro, ma le figure si stagliavano perfettamente, in essi.

La sepoltura non è ancora stata datata con i supporti tecnologici, ma gli archeologi della regione ritengono sia medievale. Ancora in fase di determinazione, nei laboratori degli antropologi, il sesso e l’età della persona sepolta. La prima ipotesi indica comunque che lo specchio facesse parte di un corredo femminile. Lo specchio veniva portato legato al collo o al fianco e doveva agire anche come status symbol. Un po’ come un gioiello. Le donne delle classi sociali più elevate avevano il diritto di specchiarsi.

Uno specchio d’alta fattura in bronzo

Lo specchio in bronzo, rinvenuto sotto strati di terra, è un esemplare unico che ha destato grande interesse per la sua qualità artigianale. Si tratta – come dicevamo, di un “pendant mirror,” cioè uno specchio che fungeva anche da gioiello e che probabilmente veniva indossato dalle élite locali. Il ritrovamento di questo oggetto è importante non solo per il suo valore estetico, ma anche per le implicazioni storiche e culturali che offre. Rappresenta un esempio chiaro della maestria degli artigiani medievali, nonché dell’importanza che questi oggetti avevano nella vita quotidiana e nelle cerimonie rituali delle popolazioni che abitavano questa area.

Il Il contesto archeologico del sito sepolcrale

Il sito di Altyntau si trova in una regione ricca di storia e di reperti archeologici. La campagna di scavi è stata guidata dall’Università Nazionale Eurasiatica e ha visto la partecipazione di storici locali, archeologi e giornalisti, tutti impegnati nel portare alla luce una parte della storia medievale del Kazakistan. Le scoperte fatte nel sito, tra cui lo specchio in bronzo, suggeriscono che il sito fosse un luogo di sepoltura di grande rilevanza, probabilmente utilizzato da popolazioni nomadi o semi-nomadi.

I primi specchi di cui si ha traccia storica risalgono a circa 8000 anni fa, in Anatolia (attuale Turchia), fatti di ossidiana, una pietra vulcanica scura che può essere lucidata fino a diventare riflettente. Questo tipo di specchi era usato già in epoca preistorica per scopi sia pratici che rituali.

1. Specchi antichi (3000 a.C. – 500 a.C.)

Le prime civiltà del Vicino Oriente, come i Sumeri e gli Egizi, iniziarono a produrre specchi in rame o bronzo lucidato attorno al 3000 a.C. Questi erano piatti di metallo riflettente, generalmente di piccole dimensioni, utilizzati soprattutto dalle élite. Anche in Cina e in India esistevano specchi metallici già nel 2000 a.C. Gli specchi egiziani spesso avevano forme raffinate, con manici decorati e simboli religiosi.

2. Specchi romani e greci (500 a.C. – 400 d.C.)

Nel mondo greco e romano, gli specchi metallici continuarono ad essere usati. I Romani li realizzavano prevalentemente in bronzo e argento, lucidati con grande precisione. A volte venivano abbelliti con incisioni sul dorso e potevano avere anche funzioni rituali. Lo specchio divenne un simbolo della bellezza e dell’autoconsapevolezza.

3. Specchi medievali, dal metallo al vetro

Durante il Medioevo, la produzione di specchi subì un rallentamento, soprattutto in Europa, dove gli specchi metallici erano molto costosi e accessibili solo alle classi più ricche. Tuttavia, gli specchi in metallo continuarono ad essere usati, soprattutto per scopi di toeletta o come simboli nelle opere d’arte sacra e profana.

Gli arabi e i persiani, nel Medioevo, migliorarono le tecniche per creare specchi, perfezionando l’arte della lavorazione del vetro. Si pensa che abbiano introdotto l’idea di applicare uno strato di mercurio dietro il vetro per migliorarne la riflettività.

4. Verso la produzione moderna (XV secolo)

Nel XV secolo a Venezia, in particolare sull’isola di Murano, furono sviluppate le tecniche che permisero la produzione degli specchi di vetro moderni. I maestri vetrai veneziani impararono a produrre lastre di vetro molto sottili e trasparenti, sulle quali veniva applicato uno strato di stagno o mercurio. Questo tipo di specchio raggiunse una qualità molto elevata e divenne molto richiesto in tutta Europa.

La storia degli specchi è una testimonianza dell’evoluzione tecnologica e culturale delle società antiche e medievali, passando da semplici superfici riflettenti a oggetti di lusso e simboli di potere e bellezza.

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Redazione
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Stile Arte è una pubblicazione che si occupa di arte e di archeologia, con cronache approfondite o studi autonomi. E' stata fondata nel 1995 da Maurizio Bernardelli Curuz, prima come pubblicazione cartacea, poi, dal 2012, come portale on line. E' registrata al Tribunale di Brescia, secondo la legge italiana sulla stampa