Scavano per realizzare un tratto autostradale e trovano lamine d’oro istoriate del V secolo. A cosa servivano?

L'importanza di questo tempio risiede nella sua connessione con le pratiche religiose pagane dell'epoca. Le figure d'oro ritrovate nelle sue vicinanze suggeriscono che potrebbero essere state collocate come offerte votive, in un gesto di sacrificio o atto religioso o per proteggere l'edificio prima della sua costruzione

Cinque brattee d’oro dell’alto medioevo sono state trovate in queste settimane dagli archeologi impegnati negli scavi preventivi che consentiranno, poi, la realizzazione di un’autostrada. I fogli d’oro – sui quali, con un punzone, furono impresse figure maschili e femminili – sono stati trovati sparsi nel terreno nei pressi dei resti di un tempio pagano.
La scoperta è avvenuta nel cuore della Norvegia, nella pittoresca località di Vingrom, situata a sud di Lillehammer e affacciata sulle rive del lago Mjøsa. Di fatto questi dovevano essere ex voto offerti dai fedeli. Risalgono a un periodo compreso tra il V e l’VIII secolo.

Nella fotografia, qui sopra, possiamo vedere, a sinistra, in alto, la struttura geometrica dei resti del tempio pagano. Segnata da una freccia rossa vediamo uno degli oggetti d’oro al momento del ritrovamento. A destra è collocata l’immagini delle brattee d’oro, una delle quali – al centro del riquadro – accartocciata.

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Questi oggetti preziosi sono piatti e sottili come un cartoncino, spesso quadrati, grandi quanto un’unghia e decorati con motivi raffiguranti uomini e donne in vari abiti, con gioielli e acconciature, dettagli che aggiungono fascino ai già impressionanti manufatti.

L’eccezionale scoperta è stata effettuata nei pressi dei resti di un antico tempio pagano, una testimonianza straordinaria dell’antica religione e cultura norvegese. L’edificio aveva una lunghezza di circa quindici metri ed è stato il cuore di una serie di intensi scavi archeologici. Durante le ultime due settimane, gli archeologi hanno trovato le cinque figure di lamina d’oro nel contesto di questa antica struttura, aggiungendo ulteriori dettagli alla storia di questo sito straordinario.

L’archeologa Kathrine Stene è stata la mente dietro questo entusiasmante progetto di scavo, che si è protratto per tutta l’estate e oltre, a causa del potenziamento dell’autostrada E6 tra il ponte Mjøsa e Lillehammer. Stene ha condiviso il suo entusiasmo definendo questa scoperta “incredibilmente emozionante.”

La struttura del tempio di Vingrom era stata segnalata nel 1993, quando Harald Jacobsen, il conservatore della contea, notò anomalie nel terreno che costeggia la E6. Egli fece un sopralluogo e trovò due figure di lamina d’oro. Scavi successivi negli anni 2000 hanno confermato questa ipotesi, rivelando ben 28 figure in lamina d’oro, insieme alla presenza del tempio stesso. Ora gli altri scavi e la scoperta di altri cinque ritagli d’oro.

L’importanza di questo tempio risiede nella sua connessione con le pratiche religiose pagane dell’epoca. Le figure d’oro ritrovate nelle sue vicinanze suggeriscono che potrebbero essere state collocate come offerte votive, in un gesto di sacrificio o atto religioso o per proteggere l’edificio prima della sua costruzione.

I 35 esemplari trovati nel tempio di Vingrom costituiscono la più grande collezione mai rinvenuta nel paese. Tuttavia, questi ritrovamenti sono parte di un fenomeno più ampio che coinvolge altri siti simili, come Uppåkra in Svezia, dove ne sono state scoperte ben 100, e sull’isola danese di Bornholm, dove oltre 2.500 di queste figure sono state recuperate in un campo.

La religione norrena antica, conosciuta anche come paganesimo norreno, rappresenta l’insieme di credenze e pratiche religiose radicate tra i popoli germanici settentrionali. Questi popoli condividevano la lingua norrena – lingua germanica settentrionale successiva al proto-nordico e antenata delle varie lingue scandinave moderne – e le loro credenze religiose affondavano le radici in un antico substrato comune a tutti i Germani, dal quale i Germani settentrionali si erano separati durante l’epoca proto-norrena. Questa religione si consolidò durante l’epoca vichinga, che si estende dal 790 al 1066 d.C., ma con il passare del tempo, il paganesimo norreno venne gradualmente soppiantato dal cristianesimo, finendo per scomparire, sebbene alcune delle sue tracce resistessero nelle tradizioni folkloristiche.

La religione norrena era intrinsecamente politeista e il suo pantheon comprendeva numerose divinità. Tra le figure più rilevanti spiccano Odino e Thor. Le divinità nel contesto di questa religione erano suddivise in due gruppi principali: gli Æsir e i Vanir. Originariamente rivali, questi due gruppi successivamente si allearono, portando ad un’integrazione delle rispettive divinità. Oltre agli Æsir e ai Vanir, la mitologia norrena includeva una varietà di altre razze mitologiche, tra cui giganti, nani, elfi e spiriti della terra, ognuno con tratti distinti e connotazioni benevole o maligne.

La cosmologia norrena era basata sulla centralità di un albero del mondo chiamato Yggdrasill, che costituiva il fulcro del loro universo mitologico. Questo albero del mondo collegava vari regni o mondi, ognuno associato a specifiche divinità. Il mondo degli umani, chiamato Miðgarðr, era solamente uno dei regni interconnessi. Oltre a Miðgarðr, vi erano molti altri regni nell’aldilà, ognuno governato da una divinità specifica, e questi regni costituivano un elemento centrale nella comprensione del cosmo norreno.

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Maurizio Bernardelli Curuz
Maurizio Bernardelli Curuz