Scavano sotto una vecchia stalla ed ecco cosa viene alla luce. Strutture romane. Complesse e articolate. Cos’erano? E cosa rappresentano i mosaici? Rispondono gli archeologi

La parte superiore dei muri, sulla terra battuta era utilizzata come ricovero per gli animali. Nessuno avrebbe detto che scavando si potesse portare alla luce un angolo delizioso del mondo romano.

Gli archeologi, nelle settimane scorse, hanno scoperto parti di una villa romana, presso la città antica di Heraclea, situata nel distretto di Milas, nella provincia di Muğla. I lavori hanno permesso di portare alla luce terme romane domestiche – utilizzate per gli abitanti della villa e i loro ospiti – perfettamente conservato, il cui pavimento è decorato con mosaici raffiguranti coccodrilli, anguille, delfini e fenicotteri.

Il bagno romano: un tesoro archeologico

Secondo la professoressa Zeliha Gider Buyukozer, responsabile degli scavi di Latmos e Heraclea e docente presso il Dipartimento di Archeologia dell’Università di Selçuk, il bagno romano rappresenta la struttura meglio conservata dell’area. “Abbiamo scavato oltre due metri di riempimenti e abbiamo aperto gli spazi del bagno, identificandone le funzioni e le fasi d’uso. Questo ci ha fornito dati archeologici fondamentali,” ha spiegato.

Le immagini aeree del sito rivelano l’estensione del complesso e la straordinaria qualità dei mosaici, preservati per secoli grazie alla robusta fondazione rocciosa del bagno.

I mosaici dei coccodrilli: un enigma artistico?

Tra i ritrovamenti più affascinanti c’è un mosaico situato nel frigidarium – sala da bagno con acqua fredda -, che raffigura sei coccodrilli affrontati. La precisione artistica di queste rappresentazioni ha sollevato diverse domande. La professoressa Buyukozer ha sottolineato: “Il mosaico ha attirato notevole interesse. Sebbene alcuni possano pensare che i coccodrilli vivessero in questa regione, l’habitat locale non è adatto a questi animali. L’artigiano che ha realizzato questo mosaico deve aver osservato un coccodrillo in grande dettaglio, suggerendo che fosse un artigiano itinerante che lavorava in aree dove i coccodrilli erano presenti.” Una risposta a questa domanda potrebbe risiedere nel fatto che la rappresentazione di animali – alcuni dei quali esotici – era notevolmente diffusa nel mondo romano e che i cartoni di queste realizzazioni circolassero tra gli artigiani dell’Impero. Perché un pavimento fu qui realizzato con le immagini dei coccodrilli? Questi animali erano noti per l’aggressività e apparivano già nella pittura nilotica, che raffigurava angoli lussureggianti del Nilo. La presenza delle immagini dei coccodrilli nella stanza in cui ci si faceva il bagno doveva suscitare stupore nei visitatori e, al tempo stesso, raffigurare l’estensione del mondo romano, che aveva soggiogato l’Egitto e l’Africa del Nord. Gli altri animali

Delfini, fenicotteri e anguille: un riflesso del paesaggio locale

Un altro mosaico di grande bellezza è stato rinvenuto nel tepidarium, la stanza tiepida, dove delfini, fenicotteri e anguille rosse sono raffigurati con cura. In una scena unica, i fenicotteri tengono anguille nei loro becchi, un dettaglio che aggiunge vivacità all’opera.

“I fenicotteri sono uccelli ancora presenti in questa regione,” ha spiegato Buyukozer. “L’artista ha rappresentato animali che osservava nel territorio, rendendo il mosaico un riflesso del paesaggio locale.”

Un uso inaspettato nel tempo moderno

Nel corso dei secoli, queste terme romane hanno subito vari cambiamenti d’uso. Buyukozer ha raccontato che, in tempi più recenti, è stato utilizzato come stalla dai contadini locali. “Ad un certo punto, il bagno è stato usato come fienile. Gli attuali proprietari ci hanno raccontato di aver legato qui i loro animali. L’area adiacente al bagno viene tuttora utilizzata come stalla.”

Turcen Aydin, un residente 68enne del villaggio di Kapıkırı, ha espresso il suo stupore per la scoperta. “Ho legato qui i miei animali per anni per proteggerli dalla pioggia e dal freddo. Quando ho visto i mosaici e le figure durante gli scavi, sono rimasto scioccato. Non avrei mai immaginato che qualcosa del genere esistesse qui. A quanto pare, abbiamo vissuto sopra la storia senza saperlo.”

Heraclea: origini e periodo romano

Heraclea (o Eraclea), situata nell’attuale Turchia, rappresenta una delle città antiche più affascinanti della regione anatolica, ricca di storia e cultura. Fondata presumibilmente nel periodo arcaico, la città deve il suo nome al celebre eroe mitologico Eracle (Ercole per i Romani), simbolo di forza e virtù. Heraclea, tuttavia, non va confusa con altre città omonime del mondo antico, come Heraclea Pontica sul Mar Nero o Heraclea Lyncestis in Macedonia. In Turchia, la città di Heraclea più nota si trova nella regione della Caria, sulle rive del Lago Bafa, noto nell’antichità come Lago di Latmo.

Le origini di Heraclea

Le origini di Heraclea risalgono all’età pre-classica, quando la regione era abitata da popolazioni autoctone. La fondazione vera e propria della città si colloca nel VI secolo a.C., ad opera di coloni greci provenienti da Mileto, una delle più potenti città ioniche del periodo. La posizione strategica di Heraclea, ai piedi del Monte Latmo e vicino alle vie commerciali che collegavano l’entroterra con la costa, contribuì al suo sviluppo economico e culturale.

La città si distinse in particolare per il culto di Zeus Latmios e di altre divinità locali, evidenziando una fusione tra elementi greci e tradizioni autoctone. Le rovine di antichi templi e iscrizioni ritrovate nella zona testimoniano l’importanza religiosa del sito.

Heraclea in epoca romana

Con la conquista romana della regione, avvenuta nel II secolo a.C., Heraclea conobbe un periodo di rinnovato splendore. La città fu integrata nella provincia romana dell’Asia, beneficiando delle politiche di sviluppo infrastrutturale promosse da Roma. Durante l’epoca romana, Heraclea divenne un importante centro amministrativo e commerciale, grazie alla sua posizione privilegiata sulle rotte terrestri e fluviali.

Tra i monumenti di epoca romana ancora visibili vi sono le mura cittadine, rafforzate durante questo periodo, e un teatro ben conservato, in grado di ospitare migliaia di spettatori. Il teatro, costruito sfruttando la naturale conformazione del terreno collinare, è un tipico esempio di architettura romana adattata al paesaggio locale.

La decadenza e l’eredità

Con il declino dell’Impero romano e le successive invasioni barbariche, Heraclea iniziò a perdere importanza. Durante il periodo bizantino, la città continuò a essere abitata, ma su scala ridotta. La progressiva trasformazione del Lago di Latmo in una zona paludosa rese l’area meno adatta alla vita urbana, accelerando il declino del sito.

Oggi, le rovine di Heraclea costituiscono una preziosa testimonianza della storia antica dell’Anatolia. Gli scavi archeologici hanno portato alla luce non solo strutture monumentali, ma anche numerosi reperti, tra cui ceramiche, monete e iscrizioni, che gettano luce sulla vita quotidiana e sulle dinamiche culturali della città.

Heraclea, con il suo mix unico di influenze greche, romane e anatoliche, rimane un simbolo del ricco patrimonio storico della Turchia e un luogo di grande interesse per archeologi e appassionati di storia antica.

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Redazione
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Stile Arte è una pubblicazione che si occupa di arte e di archeologia, con cronache approfondite o studi autonomi. E' stata fondata nel 1995 da Maurizio Bernardelli Curuz, prima come pubblicazione cartacea, poi, dal 2012, come portale on line. E' registrata al Tribunale di Brescia, secondo la legge italiana sulla stampa