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Scavi della Tav. Scoperti a Desenzano del Garda villa rustica romana e “tempietto” pagano. Trovate monete, fibule, ceramiche


Scoperte archeologiche

Una villa rustica romana e un edificio di culto della stessa epoca sono stati trovati, nel corso dei lavori per la realizzazione della linea dell’Alta velocità ferroviaria – Tav – nell’entroterra di Desenzano del Garda, nelle località Montelungo e Montonale. Siamo in provincia di Brescia, nel Basso Garda, a qualche chilometro dalle rive del lago, in una zona che comprende due siti dell’Età del Bronzo di grande rilevanza, quali Polada e il Lavagnone. Quest’ultimo, in particolare si trova a qualche centinaia di metri dalla villa romana che è stata ora portata alla luce.

 

Nella villa rustica sono stati trovati almeno sei ambienti realizzati con ciottoli e malta. I sassi arrotondati caratterizzano questa zona morenica. La villa romana era protetta da un muro di recinzione.

La villa rustica romana sorgeva a un decina di chilometri dalla Villa Romana di Desenzano del Garda, la più importante testimonianza archeologica delle grandi villae tardo antiche nell’Italia settentrionale .

I resti della grande ed elegante villa del centro desenzanese furono scoperti a partire dal 1921-1923, quando un fabbro decise di scavare un pozzo nel giardino del proprio laboratorio, sono riferibili a più fasi databili tra la fine del I sec. a.C. e il V sec. d.C. e si distinguono per l’eccezionale complesso delle pavimentazioni a mosaico.
La villa del centro fruiva di un’eccellente situazione ambientale e paesaggistica essendo situata poco a Nord della via Gallica, che collegava Bergomum, Brixia e Verona, in una splendida posizione lungo la riva meridionale del lago di Garda, che oggi dista poche decine di metri.

Alla stessa epoca apparterrebbe la villa rustica trovata in queste settimane. Qui sarebbero state trovate numerose monete battute tra il I e il IV secolo – epoca, quest’ultima, in cui iniziò la grande crisi che avrebbe poi portato, nel secolo successivo, al tracollo dell’impero romano. Non si sa, naturalmente, se l’edificio dell’entroterra desenzanese fosse frequentato come casa di campagna, occupata dai proprietari durante la bella stagione e il periodo dei raccolti – o se fosse una residenza rurale abitata stabilmente dai proprietari.
Durante gli scavi sono stati recuperati ceramiche di finissima fattura, fibule, ornamenti che saranno esposti al Museo Rambotti di Desenzano.