Nel corso dei lavori intrapresi dalla Città di Vienne per la riqualificazione del giardino archeologico di Cibele, un team di Archeodunum ha scoperto la base di una fontana monumentale. Ne dà notizia ora la stessa realtà di ricerca archeologica.
Questa costruzione è addossata al muro del portico della residenza urbana detta “domus aux oscilla” all’incrocio di più strade della città antica, nel cuore dello spazio pubblico, a poche decine di metri dal foro. La fontana fu eretta alla fine del I secolo o del II secolo. Alla base della fontana sono state trovate importanti iscrizioni dedicatorie su lastre più antiche, reimpiegate per la costruzione stessa.
Vienne, il luogo in cui è avvenuta la scoperta, in questi giorni, è un Comune francese di oltre 30mila abitanti situato nel dipartimento dell’Isère nella regione dell’Alvernia-Rodano-Alpi.
Vienne fu la principale città degli Allobrogi. Cesare decise di fondarvi una colonia con status di diritto latino, che chiamò Colonia Julia Viennensis. Ancora oggi, nella città e nei suoi dintorni immediati, sono presenti importanti monumenti e edifici risalenti all’epoca romana, come il Tempio di Augusto e Livia, conosciuto anche come il “Giardino di Cibele” – è qui che è stata portata alla luce la fontana monumentale – il circo e il teatro romano. Molti manufatti sono esposti nel Museo Gallo-Romano, situato nel sito archeologico del comune limitrofo di Saint-Romain-en-Gal. Questo parco archeologico, completato nel 1967, si estende su circa sette ettari lungo la sponda del Rodano.
Ma torniamo alla sorprendete fontana appena portata alla luce.
“Per la sua costruzione sono stati riutilizzati blocchi di pietra calcarea di costruzioni precedenti, sei dei quali recano iscrizioni precedentemente sconosciute. – affermano gli archeologi di Archeodunum – Queste iscrizioni onorarie menzionano personaggi pubblici della prima metà del I secolo d.C., tra cui un ex quartetto, uno dei quattro magistrati responsabili della città quando era ancora colonia latina prima di Caligola”.
“La scoperta di un simile corpus epigrafico rimane un evento raro e, sebbene la fontana non fosse destinata allo smantellamento, alcuni dei suoi blocchi sono stati temporaneamente sollevati per consentire la registrazione completa delle iscrizioni che nascondevano. – dicono i ricercatori di Archeodunum – Nonostante l’aspetto di uno spazio già ampiamente esplorato dall’archeologia nel secolo scorso, le indagini aperte da Elio Polo e dalla sua équipe mostrano che il giardino di Cibele nasconde ancora una ricchezza archeologica e stratigrafica più che significativa. Precedenti fasi di lavoro avevano già visto la scoperta di resti di domus, in particolare mosaici e sistemi di approvvigionamento idrico. Lo studio archeologico continuerà a supportare la riqualificazione del sito nei prossimi mesi”.