Scavi nella cisterna del castello di Policastro portano alla luce maioliche del ‘500 e un proiettile di pietra

Tra i numerosi reperti, un piatto con blasone della famiglia Carafa ed eleganti albarelli. Molto spesso le cisterne contengono reperti di particolare interesse perchè furono impropriamente usate come luogo di scarico

“Nell’ambito del progetto, attualmente in corso, per la valorizzazione del Castello di Policastro, condiviso tra la Soprintendenza ABAP SA-AV, il Segretariato Regionale per la Campania ed il Comune di Santa Marina, durante le operazioni di rimozione degli strati di obliterazione della cisterna della torre mastia, è stato recuperato un significativo quantitativo di materiale ceramico tra cui maioliche policrome, ceramica ingobbiata ed invetriata, riconducibile a svariate forme vascolari (brocche, boccali, piatti, albarelli, ciotole e scodelle) ed inquadrabile, grossomodo, nel XVI secolo”. Lo annuncia la stessa Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Salerno e Avellino. Policastro Bussentino (o semplicemente Policastro) è la maggiore frazione e borgo più popoloso del comune di Santa Marina, in provincia di Salerno.


“Alcuni di questi reperti risultano di particolare interesse come, ad esempio, i frammenti di un piatto fondo in maiolica decorata con, al centro, lo stemma coronato della famiglia Carafa Dalla Spina conti di Policastro, (qui sopra, ndr) il frammento di un albarello in maiolica policroma decorata con ritratto di San Francesco che regge, nella mano destra, un testo o, ancora, parte di un boccale in maiolica policroma con una raffigurazione paesaggistica che rappresenta lo scorcio, al tramonto, di una città capitale stilizzata sul modello delle carte nautiche.
Interessante, inoltre, il rinvenimento di proiettili in pietra”.

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Maurizio Bernardelli Curuz
Maurizio Bernardelli Curuz