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Scavi per il polo scolastico rivelano capolavori dell’edilizia romana. La riconoscenza dell’imperatore Claudio


A Dardilly una squadra di archeologi guidata da David Baldassari ha portato a termine una significativa fase di scavi che ha svelato dettagli sull’antico acquedotto romano denominato Brévenne. Quest’ultimo è uno dei quattro che un tempo rifornivano d’acqua la maestosa città di Lugdunum, l’odierna Lione, tracciando il suo percorso dalla sorgente nel comune di Aveize, situato a nord dei Monts du Lyonnais.

Il manufatto romano @ Foto Archeodunum

Dardilly è un comune francese di 8.500 abitanti della regione Alvernia-Rodano-Alpi. Si trova a una dozzina di chilometri da Lione.

L’acquedotto, lungo ben 9,4 chilometri nel territorio di Dardilly, si snoda sia in superficie, aeree e panoramiche, che sottoterra, attraverso complessi canali e gallerie. È proprio in questa forma sotterranea che è emerso durante lo scavo di un’area destinata ad accogliere il nuovo polo scolastico del comune. Il canale dell’acquedotto, ben conservato per oltre 60 metri, ha rivelato testimonianze affascinanti della sua originaria struttura a volta, un dettaglio che ha entusiasmato gli archeologi impegnati nel progetto.

Illustrazione dello scavo da parte dell’archeologo @ Foto Archeodunum
La sezione dell’acquedotto mostra la solidità dell’opera romana @ Foto Archeodunum

Il sito non si limita alla scoperta dell’acquedotto; al contrario, offre una finestra aperta sul passato, presentando anche tracce dell’occupazione medievale della zona. Tra le scoperte più suggestive figurano silos e resti di antiche abitazioni, che gettano luce sulle modalità di vita e le attività quotidiane della comunità che un tempo popolava questa regione.

David Baldassari, il capo della missione archeologica, ha commentato entusiasticamente le scoperte: “Questo scavo offre una rara opportunità di esplorare il passato della nostra regione. L’acquedotto Brévenne non solo ci permette di riscrivere la storia dell’approvvigionamento idrico di Lugdunum, ma anche di comprendere meglio le dinamiche sociali e economiche delle civiltà antiche che hanno abitato questa terra.”

Lugdunum (o Lugudunum) – la città in cui giungeva questo acquedotto – è il nome della colonia che diventerà la capitale della Gallia nel 27 a.C., corrispondente all’odierna città di Lione. Il luogo, occupato sin dal VI secolo a.C. da popolazioni locali, fu scelto dai Romani per la fondazione della colonia sulla collina di Fourvière nel 43 a.C., ad opera di Lucio Munazio Planco, governatore della Gallia Comata. Questo periodo di fondazione fu segnato da turbolenze politiche a seguito dell’assassinio di Cesare e della successiva guerra civile tra Marco Antonio e il Senato.

Lugdunum diventa un punto strategico per la presenza romana in Gallia, posizionandosi al centro del corridoio commerciale tra il Mediterraneo e le regioni del Reno, dell’Aquitania e delle coste sulla Manica, attraverso la valle del Rodano e della Saona. L’Impero romano investe notevoli risorse per sostenere lo sviluppo della città, includendo la costruzione di strade, acquedotti, dighe e moli sul fiume. Questi investimenti portano prosperità durante l’apice dell’Impero, ma contribuiscono anche alla rapida decadenza di Lugdunum nel III secolo a causa dell’elevato costo di manutenzione delle infrastrutture.

L’imperatore Claudio, nato a Lugdunum nel 10 a.C., visita frequentemente la città, contribuendo anche alla costruzione dell’acquedotto della Brévenne. Nel passato sono stati trovati una trentina di tubi di piombo che recano le sue iniziali. Perché Claudio è nato qui? Suo padre, il generale Druso, fratello del futuro imperatore Tiberio, risiedette in questa città fra il 13 a.C. e il 9 a.C.; nella stessa città la moglie Antonia, che attendeva il rientro di Druso dalla campagna in Germania, diede alla luce Claudio, che mantenne un forte legame affettivo con questi luoghi e i suoi abitanti. Egli concesse ai galli l’accesso ala magistratura romana.

Durante la dinastia dei Flavi (69-96) e successivamente sotto gli Antonini (96-192), Lugdunum conosce il suo periodo di massima prosperità, in sintonia con la pax romana. La sua popolazione, stimata tra 50.000 e 80.000 abitanti, la colloca tra le più grandi città della Gallia, insieme a Narbo Martius.