“Le nostre attività quotidiane sulla rete si sono trasformate in un intervento di salvaguardia del patrimonio culturale. – dice e-distribuzione – È successo a Roccarainola, in provincia di Napoli, durante gli scavi per la posa di un cavo di Media Tensione”.
“Qui è stato rinvenuto un dolium risalente al periodo tardo antico. – prosegue l’azienda – Questo vaso romano di terracotta, di grandi dimensioni, veniva utilizzato per conservare cibi e liquidi come grano, legumi, vino o olio e solitamente era affondato nel terreno per preservare meglio le derrate. In collaborazione con i diversi soggetti coinvolti, continuiamo così a tutelare la storia del nostro territorio”.
Con il termine “periodo tardo antico” si suole indicare un’epoca compresa tra il III e il VI secolo d. C., cioè compresa tra i primi segni della crisi dell’Impero romano e la sua caduta.
Torniamo al contenitore ritrovato. I dolia venivano utilizzati sia per i trasporti che per lo stoccaggio di cereali e per la vinificazione. Questi vasi erano ubiqui nei granai dei palazzi e delle case , garantendo la conservazione ottimale delle derrate grazie alla loro capacità di essere affondati nel terreno.
A Pompei e Ostia, come anche nei grandi palazzi cretesi di Cnosso e Festo, troviamo esempi ben conservati di questi dolia, che rivestono un ruolo cruciale nella storia dell’antica enologia e del commercio marittimo.
Per evitare la “malattia del vino”, Plinio il Vecchio raccomandava che i dolia fossero isolati, soprattutto all’interno, con l’uso di resine terpeniche – che sono costituite da idrocarburi insaturi – come quelle di lentisco, terebinto, pino, cedro, mirra o incenso, una pratica confermata dalle moderne analisi spettrografiche condotte su reperti archeologici. Queste resine non solo prevenivano la fermentazione indesiderata, ma anche preservavano la qualità del vino durante il trasporto e lo stoccaggio.
I dolia non erano solo contenitori statici; venivano anche utilizzati nelle imbarcazioni commerciali, posizionati centralmente per ottimizzare lo spazio e consentire il trasporto efficiente di grandi quantità di merci. Nonostante le loro dimensioni impressionanti, che potevano contenere l’equivalente di undici anfore di vino ciascuna, i dolia non ottennero una diffusione estensiva nel trasporto marittimo su larga scala. Questo perché le navi di grandi dimensioni preferivano caricare più strati di anfore sopra coperta, rendendo più pratico questo sistema rispetto alle grandi giare.
Roccaraìnola è un piccolo comune situato nella città metropolitana di Napoli, nella regione Campania, con una popolazione di 6.497 abitanti. E’ posto a un’altitudine di 102 metri sul livello del mare.
Il nome del comune deriva da due parole: “rocca”, che indica un’altura su cui sorgeva un castello, e “Rainola”, un riferimento a un nome di persona di origine longobarda, come Ragino o Raino. Alcuni studiosi suggeriscono che “Rainola” potrebbe derivare anche da “rava”, che significa dirupo, con “rocca” aggiunto in seguito per indicare il luogo dove il castello fu costruito.
La presenza romana in quest’area è documentata dalla presenza dell’antico acquedotto delle Fontanelle e dai toponimi delle località e delle frazioni, che suggeriscono la presenza di diverse ville rustiche. Il dolium ritrovato potrebbe essere stato utilizzato per la conservazione di alimenti in una di queste ville.