Chi era la donna che posò per la scandalosa Origine del mondo di Courbet

Lo specialista di Dumas, Claude Schopp rivela nel suo libro L'origine del mondo, in uscita il 4 ottobre, che la modella utilizzato dal pittore per il suo famoso dipinto si chiamava Constance Quéniaux, ex ballerina dell'Opera - nella foto -. È lavorando sulla corrispondenza tra il figlio di Alexandre Dumas e George Sand che il grande specialista francese Dumas, Prix Goncourt della biografia nel 2017, ha risolto un enigma di 152 anni. Nel 1866, Constance Quéniaux ha 34 anni. Non balla dal 1859 ed è una delle amanti di Khalil-Bey, committente del dipinto


Uno dei più grandi misteri attorno ai soggetti d’arte è stato svelato. Ma anche il segreto di un’inquadratura così ardita. Uno studioso di letteratura, Claude Schopp, specialista di Dumas, rivela nel suo libro “L’Origine du monde, vie du modèle”,  che la modella utilizzata dal pittore Courbet per il famoso dipinto si chiamava Constance Quéniaux ed era una ex ballerina dell’Opera – nelle foto -.

È lavorando sulla corrispondenza tra Alexandre Dumas figlio e George Sand che il grande specialista francese di Dumas si è imbattuto casualmente in una frase sibillina che alludeva alle parti intime della ballerina Constance Quéniaux dipinte da Courbet.

Ha così verificato ogni dato, stabilendo che Costance era stata in effetti in contatto con Courbet – aveva anche un quadro di Courbet stesso, che rappresentava un mazzo di camelie – ed era amante del pascià che aveva commissionato la scandalosa tela. All’epoca di Dumas e della Sand era noto a tutta la società parigina che Constance aveva posato a gambe aperte, nello studio di Courbet, forse per compiacere il proprio ricco amante, un diplomatico arabo. Poi questo particolare non era passato, nelle narrazioni, alle nuove generazioni e si era perso. Nel 1866, Constance Quéniaux aveva 34 anni, non ballava dal 1859 ed era una delle amanti di Khalil-Bey, che è stato ritenuto, da sempre, committente del dipinto. Ma la scoperta di Chopp non è solo una curiosità. Cambia infatti anche la prospettiva storica dell’immagine di questa vulva: non provocazione realistica e positivista da parte di Courbet, ma un vero e proprio ritratto di pube. Non il Pube, ma il pube. Uno specifico pube, uno specifico fruitore. Quindi tutti sapevano, a Parigi.

Con il tempo, però, le allusioni furono incomprensibili alle nuove generazioni, con buona pace della ex ballerina, che non aveva mai fatto la prostituta, ma era divenuta amante di alcuni personaggi facoltosi. Costance aveva poi aveva proseguito probabilmente facendo affari nel mondo della finanza, divenendo anche filantropa. Essendo una donna potente e ricca, bisognava intendersi per allusioni, attorno a quell’episodio che probabilmente equivaleva – rapportato ad oggi – a un super-selfie – firmato peraltro, qui da un grande della pittura – per il proprio amante. Da non divulgare e da tenere nascosto. A ciò contribuiva il fatto che il volto, nel quadro, non appare.

Quand’ebbe circa cinquant’anni Costance era un’onoratissima signora della buona società parigina, che aiutava le ragazze in difficoltà, le vedove e gli orfani. Era citata per la sua eleganza e per la sua intelligenza. Il mutamento di status imponeva il rispetto. E quella della posa dovette essere considerata, dai coetanei, come una un errore di gioventù, da mettere sotto silenzio come le intemperanze giovanili di tante donne e uomini d’ogni epoca.
Il patrimonio, alla sua morte, dice Schopp era paragonabile a quello di un aristocratico. In precedenza si riteneva che il pube dell’Origine del mondo fosse di una modella irlandese, ricciuta e rossa. Questo particolare dei capelli e delle sopracciglia, d’un rame acceso,, non coincideva però con il monte di Monte di Venere del quadro, evidentemente di una donna marcatamente bruna. Era di Costance, “dai sopraccigli scuri e folti”.

Il diplomatico ottomano

Personalità eccentrica della Parigi bene degli anni sessanta del XIX secolo, mise insieme, prima di essere rovinato dai debiti di gioco, un’effimera ma sorprendente collezione, dedicata alla celebrazione del corpo femminile. Nel 1868 Khalil-Bey fu costretto a cedere il ritratto del pube di Costance all’Hotel Drouot; fu successivamente acquistata dal barone Ferenc Hatvany alla galleria Bernheim-Jeune di Parigi. Sotto la custodia di Hatvany, L’origine du monde sopravvisse sia alla rivoluzione ungherese del 1918, ma non alle razzie perpetrate durante la seconda guerra mondiale; per fortuna, il Barone riuscì a riappropriarsi del dipinto e a portarlo con sé a Parigi, dove fu venduto per 1.5 milioni di franchi allo psicoanalista Jacques Lacan. Nel 1995 il quadro entra nelle collezioni del Museo d’Orsay.
Courbet non ha mai smesso di rivisitare il nudo femminile, talvolta con una vena piuttosto libertina. Tuttavia, in questo quadro, l’artista si abbandona ad un’audacia e a un realismo che conferiscono all’opera un grande potere seduttivo. La descrizione quasi anatomica di un organo genitale femminile non è attenuata da alcun artificio storico o letterario. Grazie al grande virtuosismo di Courbet, alla raffinatezza della gamma delle tonalità ambrate, L’Origine del mondo sfugge allo statuto d’immagine pornografica. La schiettezza e l’audacia di questo nuovo linguaggio non escludono un legame con la tradizione: difatti, la pennellata ampia e sensuale e il ricorso al colore ricordano la pittura veneziana. Del resto, lo stesso Courbet faceva appello a Tiziano e al Veronese, al Correggio e alla tradizione di una pittura carnale e lirica.

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