Scoperte e recuperate dal fiume Oglio due lunghe piroghe medievali messe in luce dalla siccità

I ritrovamenti nel territorio di Isola Dovarese (CR), poco a valle del ponte “Tre martiri”. Si tratta di due piroghe, vale a dire imbarcazioni monossili ricavate da un unico tronco d’albero scavato, risalenti all’epoca medioevale. Di particolare rilievo risulta una delle due, della lunghezza di 11.50 m, perché presenta anche alcune costolature di rinforzo interne, raramente attestate fino a oggi

“Il protrarsi della siccità che nel corso di questa estate ha colpito la nostra regione, tra gli altri consistenti danni, ha causato l’affioramento dall’alveo dei fiumi di strutture, reperti archeologici e manufatti antichi. – dice la Soprintendenza ABAP per le province di Cremona Lodi e Mantova – La situazione di emergenza per la tutela è collegata non solo al rischio che i materiali vengano raccolti da soggetti non autorizzati, ma anche all’esposizione al sole che ne mette a repentaglio la conservazione, in particolare per i reperti lignei.
E’ il caso di due imbarcazioni antiche, emerse dal fiume Oglio nel territorio di Isola Dovarese (CR), poco a valle del ponte “Tre martiri”. Si tratta di due piroghe, vale a dire imbarcazioni monossili ricavate da un unico tronco d’albero scavato, risalenti all’epoca medioevale. Di particolare rilievo risulta una delle due, della lunghezza di 11.50 m, perché presenta anche alcune costolature di rinforzo interne, raramente attestate fino a oggi.


In seguito alla segnalazione dei volontari Auser (ex gruppo dell’ecomuseo di Isola Dovarese) e del sindaco di Isola Dovarese, la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Cremona, Lodi e Mantova, stanziando parte dei fondi destinati alla tutela per il 2022, ha diretto un progetto di messa in sicurezza dei due scafi, consistente nel riseppellimento in alveo, una volta eseguita la documentazione e la campionatura dei manufatti.

“La delicata operazione, progettata dallo Studio Associato di Ricerca Archeologica di Gattico (NO) con l’intervento degli archeologi Fausto Simonotti, Andrea Montrasi e Alice Lucchini, dottoranda dell’Università Ca’ Foscari di Venezia specializzata in questo tipo di evidenze, con il supporto tecnico della ditta Olli Scavi srl – prosegue la Soprintendenza – è stata resa possibile dalla collaborazione di diversi soggetti, quali AIPO-ufficio di Mantova, il Parco Oglio sud, il Consorzio di Bonifica Navarolo, i gestori della centrale idroelettrica di Isola facenti capo alla FENENERGIA spa, il sindaco Gianpaolo Gansi di Isola Dovarese e i volontari Auser Rino Piseroni, Mauro Bernieri, Ferruccio Minuti, Pierluigi Migliorati e Luciano Sassi. Parallelamente a questa, altre situazioni di affioramento sono state segnalate contemporaneamente alla Soprintendenza nella zona: a Piadena (CR) e ad Acquanegra sul Chiese (MN) altre imbarcazioni monossili e a fasciame sono parzialmente emerse dall’acqua, ma, a differenza di quelle di Isola Dovarese, il livello raggiunto dal fiume non ne pregiudicava la conservazione”.

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Maurizio Bernardelli Curuz
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