Be’, George, nelle ore scorse, non voleva credere ai propri occhi, nel campo. Un grumo di terra e una moneta d’oro. La moneta occhieggia, giallo-spiga. Incorrotta e incorruttibile, nonostante la sua permanenza nel terreno per poco meno di due millenni. Così capisci perché l’umanità abbia nutrito questa passione irrefrenabile e insanabile per un metallo eterno, che risorge intatto dal terreno.
Compleanno fortunatissimo e lucente come l’oro, quindi, per George, un ragazzino britannico tredicenne, che ha celebrato la sua giornata speciale partecipando al Detectival di settembre 2024, il festival degli appassionati di ricerche con il metal detector, nell’Hertfordshire.
Questi raduni vengono organizzati dopo accordi con i proprietari dei terreni, che spesso mettono a disposizione appezzamenti agricoli, che sono regolarmente arati. Queste battute di “caccia” avvengono pertanto in aree dove la stratigrafia è già sconvolta dai macchinari agricoli. La ricerca sistematica consente il recupero di numerosi materiali antichi, che vengono così sottratti agli aratri e alle ruote dei trattori. Chi trova un reperto può venderlo – dopo averlo segnalato all’autorità giudiziaria e a fine istruttoria -, trattenendo la metà degli introiti, consegnando l’altra metà dei proventi al proprietario dei campi. In molti casi l’introito dei raduni viene devoluto ad opere di bene.
Durante una delle sessioni di esplorazione, George ha fatto una scoperta straordinaria: un quarto di statere d’oro, una piccola ma preziosissima moneta celtica, forse coniata dagli Iceni, circa 2mila anni fa. Le verifiche sono ancora in corso per quanto concerne il ceppo tribale, ma datazione – 2000 anni fa – ed etnia – celtica – sono pienamente acclarate.
La moneta rappresenta un cavallo, al galoppo, nello stile celtico. Dinoccolato, disarmonico nello slancio, rapido e fatale. L’animale è simbolo dell’azione del Re-cavaliere che difende e conquista. Nella parte posteriore la moneta reca una sorta di sigillo quadrilobato, che è simbolo di prosperità spirituale e di stretto collegamento del mondo agli Dei della foresta.
Quattro foglie, quattro frutti tondi, che spuntano tra di esse, e una bacca centrale. Poiché le foglie somigliano a quelle della quercia, è possibile che le sfere siano rappresentazione delle bacche del vischio, frutto sacro presso i celti. Il vischio e la quercia sono i simboli della spiritualità celtica nell’Europa druidica.
Chi erano gli Iceni?
Gli Iceni erano una delle molte tribù celtiche che abitavano l’attuale Inghilterra orientale, principalmente nelle regioni che oggi corrispondono al Norfolk, Suffolk e parte del Cambridgeshire. La loro società era organizzata in modo tribale, con una struttura gerarchica in cui il potere era detenuto dalla nobiltà guerriera. Per questo il cavallo – simbolo dell’aristocrazia – appare sulla moneta.
La vita degli Iceni, come di molti altri popoli celtici, ruotava attorno all’agricoltura, all’allevamento e al commercio, ma erano anche abilissimi artigiani, specializzati nella lavorazione dei metalli e nella creazione di monete d’oro e d’argento.
Una delle figure più emblematiche degli Iceni è senza dubbio la regina Boudicca, che nel 60-61 d.C. guidò una rivolta contro i Romani. Dopo la morte del marito, Prasutago, che aveva cercato di mantenere una posizione di equilibrio con Roma, il regno degli Iceni fu brutalmente sottomesso dalle forze romane. Boudicca, umiliata e offesa, radunò un esercito di Iceni e altre tribù alleate, scatenando una ribellione che devastò diverse città romane, inclusa Londinium (l’attuale Londra), prima di essere sconfitta. La rivolta di Boudicca rimane una testimonianza della resistenza dei popoli celtici contro l’occupazione romana.
La cultura celtica in Britannia
Prima dell’arrivo dei Romani, la Britannia era un mosaico di tribù celtiche, ognuna con il proprio territorio, le proprie tradizioni e un sistema politico spesso dominato da capi tribali o re. I Celti erano un popolo europeo diffuso che, a partire dall’età del ferro (circa dal VI secolo a.C.), si espanse in gran parte dell’Europa occidentale, raggiungendo anche la penisola iberica, la Gallia (attuale Francia) e le isole britanniche.
La cultura celtica era estremamente ricca e articolata, basata su una forte identità guerriera, ma anche su una profonda spiritualità. I Druidi, la classe sacerdotale dei Celti, svolgevano un ruolo fondamentale nella società: erano non solo sacerdoti, ma anche giudici, custodi delle tradizioni orali e consiglieri dei re. Le cerimonie religiose celtiche erano legate alla natura, con particolare attenzione a luoghi sacri come boschi, sorgenti e colline.
Sul piano economico, i Celti erano abili commercianti e artigiani. Le loro monete, come il quarto di statere trovato da George, sono spesso riccamente decorate con motivi stilizzati che richiamano elementi naturali, come animali e spirali, simboli di forza e fertilità. Queste monete dimostrano non solo la loro abilità tecnica, ma anche il vasto network commerciale che esisteva tra le tribù celtiche e con i mercanti del continente europeo. Le monete celtiche sono spesso ispirate a quelle greche e romane, a conferma dei contatti tra i Celti britannici e il resto del mondo mediterraneo.
La situazione in Britannia prima dell’arrivo dei Romani
Prima della conquista romana, la Britannia era divisa in numerosi regni e tribù, ognuno dei quali controllava il proprio territorio. Le tribù celtiche dominavano l’isola, e tra le più importanti c’erano i Trinovanti, i Catuvellauni, i Dobunni e, naturalmente, gli Iceni. Questi popoli erano culturalmente legati tra loro, con lingue simili e pratiche religiose comuni, ma erano spesso in competizione per il controllo del territorio e delle risorse.
I Celti britannici avevano contatti commerciali con le tribù celtiche della Gallia (l’attuale Francia), e ci sono prove di scambi di beni come il vino, il grano, e persino di elementi di cultura come l’arte e la tecnologia. Tuttavia, i rapporti non erano sempre pacifici. Molte delle tribù britanniche erano in costante stato di conflitto, con incursioni, razzie e guerre tra clan che caratterizzavano la vita politica dell’isola.
L’arrivo dei Romani nel 43 d.C. segnò un punto di svolta decisivo nella storia della Britannia. Sotto il comando dell’imperatore Claudio, le legioni romane iniziarono una campagna di conquista che avrebbe cambiato per sempre il volto dell’isola. Le tribù celtiche resistettero con forza, ma l’organizzazione e la tecnologia romana, unite a una strategia militare superiore, portarono rapidamente alla caduta di molti dei principali regni britannici. Tuttavia, come dimostrato dalla rivolta di Boudicca, la resistenza non cessò mai del tutto.
I Celti e il loro retaggio
Il ritrovamento della moneta da parte di George è una preziosa testimonianza del passato dei celti, un popolo che ha lasciato un’impronta indelebile nella storia britannica. Le monete d’oro, come quella scoperta, erano spesso utilizzate per il commercio e come simbolo del potere dei capi tribali, ma rappresentavano anche una forma di propaganda visiva, esibendo simboli che riflettevano la forza e la prosperità del regno.