Scoprono anelli e sigilli con cuori e cuoricini, cercando un antico campo di battaglia. Che significano questi simboli?

Anelli con piccoli cuori, sigilli con cuori trafitti da una freccia. I volontari archeologi rimangono stupiti dai simboli d’amore che riemergono quello che potrebbe essere stato un devastante campo di battaglia. Lo cercano da tempo, quel luogo. Il campo esatto, intendiamo. E per questo battono con il metal detector una vasta area.

La ricerca è seguita dal centro nazionale archeologico presso il Museo nazionale d’Ungheria – Nemzeti Régészeti Intézet – si trova presso Mezőkeresztes, provincia di Borsod-Abaúj-Zemplén, Ungheria.
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“Rispettando la nostra precedente promessa – affermano i responsabili archeologici del Museo – abbiamo fatto una piccola selezione dei primi ritrovamenti della stagione autunnale, inserito nel progetto di ricerca sulla mappa di battaglia di Mezőkeresztes, la più grande battaglia della guerra dei quindici anni. L’esatto teatro dello scontro è ancora sconosciuto”.

La Battaglia di Keresztes (3-5 ottobre 1596) fu uno scontro decisivo tra le forze cristiane dell’Impero asburgico e della Confederazione polacco-lituana, alleate con i Principati danubiani, contro l’Impero Ottomano, durante la Lunga Guerra Turca (1593-1606). Avvenuto nei pressi del villaggio di Mezőkeresztes – paese nel quale in questi giorni sono venuti alla luce reperti con il simbolo del cuore – lo scontro militare vide inizialmente le forze cristiane prevalere, ma una controffensiva ottomana, guidata dal sultano Mehmed III, ribaltò la situazione, portando a una clamorosa vittoria ottomana. La battaglia consolidò il controllo ottomano in Ungheria per decenni. Il progetto archeologico volto a mappare il sito della battaglia, è stato lanciato nel 2022, su un’area di 100 chilometri quadrati, ed è guidato dall’archeologo Gábor Bakos, con il coinvolgimento di volontari archeologici.

E gli anelli o i sigilli con il cuore, che c’entrano? Sono collegati ai soldati in battaglia? Sono simboli d’amore, di fidanzamento, di fede reciproca o potevano anche rappresentare una fede politica? I ritrovamenti ungheresi ci inducono a percorrere la storia dell’iconografia del cuore.

Il simbolo d’amore nasce nel Medioevo

Christine de Pizan, Venere riceve i cuori degli amanti. Miniatura, dal manoscritto L’Épître Othéa, XV secolo

L’uso del cuore come simbolo d’amore – frutto rosso simile a una fragola bilobata – nasce nel Medioevo con l’amore cortese, si sviluppa nel Rinascimento con la rappresentazione artistica e letteraria e si stabilisce nell’era moderna come l’emblema universale dell’amore romantico. E’ assai probabile, come dicevamo, che il cuore trovi una cortese corrispondenza iconografica proprio nelle fragole, frutto sensuale che cresce nei boschi e nei giardini, luoghi in cui nasce contestualmente l’amore, nella protezione offerta dalla natura. Il simbolo del cuore è stato utilizzato in varie forme e contesti, anche militari, nel corso della storia, specialmente in Europa centrale. In particolare, tra Austria e Ungheria, il cuore appare in alcuni contesti che potrebbero essere collegati alla guerra anti-turca e alla lotta contro l’Impero Ottomano.

Il cuore e la resistenza all’invasione nemica

In Austria, il cuore era presente in alcuni simboli religiosi e nazionali. Un esempio notevole è il Sacro Cuore di Gesù (Herz Jesu), che divenne particolarmente importante nel Tirolo durante la resistenza contro l’invasione napoleonica all’inizio del XIX secolo. Anche se questo contesto è successivo alle guerre contro i turchi, l’iconografia cristiana del cuore come simbolo di devozione potrebbe essere stata usata in un contesto più ampio durante le guerre contro i musulmani ottomani, per rappresentare la fede cristiana.

La connessione con la guerra anti-turca

È plausibile che il simbolo del cuore, soprattutto nella sua dimensione religiosa cristiana, sia stato usato in un contesto di propaganda o simbolismo patriottico durante le guerre anti-turche. Le guerre austro-turche erano spesso interpretate come conflitti tra la cristianità e l’Islam, e simboli religiosi come il cuore (specie il Sacro Cuore di Gesù) venivano impiegati per rappresentare la devozione e la protezione divina contro l’invasore musulmano.

Ma è possibile che l’iconografia del cuore richiami un’unione tra l’amore ardente per la nazione e per la propria donna, spesso uniti, soprattutto nell’Ottocento romantico.

Quando nasce il simbolo del cuoricino

Il simbolo del cuore come rappresentazione dell’amore ha una lunga evoluzione, che si estende nel corso di vari secoli e attraverso diverse culture. La sua associazione con il sentimento amoroso non è immediata e nasce in modo graduale, sia attraverso l’arte che la letteratura.

Antichità

Nell’antichità, non si trovano rappresentazioni del cuore legate specificamente all’amore romantico. Tuttavia, civiltà come gli Egizi e i Greci consideravano il cuore come la sede dell’anima, della mente o delle emozioni, ma non ancora come un simbolo d’amore tra donna e uomo.

Medioevo e fragole

Il simbolo del cuore inizia a essere rappresentato graficamente in modo simile a quello che conosciamo oggi a partire dal XIII secolo. Le prime illustrazioni medievali del cuore, tuttavia, lo rappresentano ancora in modo stilizzato e approssimativo rispetto alla sua forma anatomica. È in questo periodo che il cuore viene associato all’amore cortese, un ideale di amore romantico ma platonico che caratterizza la letteratura cavalleresca del tempo.

Un’importante opera che ha contribuito a questa associazione è il “Roman de la Rose” (1225–1270), un poema allegorico che descrive un giardino dell’amore dove il cuore – che vibra e aumenta il proprio battito, quando è colpito da amore – è rappresentato come il centro delle emozioni amorose. In questo contesto, il cuore diventa una metafora dell’amore, sia nella sua dimensione spirituale che romantica. E’ probabile che sia in connessione con questa cultura lo sviluppo iconografico del cuore come fiore-frutto, cresciuto nel giardino d’amore. Il riferimento va soprattutto alle fragole sensuali e carnose.

Rinascimento

Nel Rinascimento, l’immagine del cuore divenne più diffusa nella cultura occidentale, sia nella letteratura che nelle arti visive. Durante il XV e XVI secolo, gli artisti iniziarono a raffigurare il cuore in modi più riconoscibili e associati all’amore romantico, spesso collegato a frecce (simbolo di Cupido, il dio dell’amore nella mitologia romana) per sottolineare il legame con il sentimento amoroso.

Era Moderna

Nel corso dei secoli successivi, il cuore stilizzato si stabilisce come il simbolo universale dell’amore romantico, consolidato attraverso la diffusione della stampa, della letteratura e, successivamente, della cultura di massa. L’associazione del cuore con San Valentino, il giorno degli innamorati, ha poi contribuito a rendere questo simbolo inscindibile dall’idea di amore romantico.

Prime rappresentazioni del Sacro Cuore

Si crea, nel tempo, una salda unione tra simbolo amoroso e simbolo religioso, legato al Sacro Cuore. Le prime immagini del cuore di Cristo iniziano a comparire nell’arte sacra medievale, specialmente nelle rappresentazioni della Passione e del Cristo sofferente, dove il cuore diventa simbolo del sacrificio e della redenzione. Un passo importante verso l’iconografia del Sacro Cuore si trova nelle rivelazioni mistiche di santi come Santa Matilde di Hackeborn e Santa Gertrude di Helfta nel XIII secolo, che descrivono visioni mistiche del cuore di Cristo. E’ probabilmente grazie al misticismo femminile che avviene una sovrapposizione tra il cuore d’amore e il Sacro cuore, che, in alcune rappresentazioni, somiglia al cuore bilobato del giardino d’amore. In alcuni casi il Sacro cuore viene raffigurato mentre viene colpito dalla punta di una lancia. Frattanto gli ex voto in metallo, collocati nelle chiese e nei santuari, codificano l’avvenuta sovrapposizione tra amor sacro e amor profano. Le placche metalliche rappresentano un cuore-frutto-fiore.

XVII secolo: diffusione del culto del Sacro Cuore

Il culto del Sacro Cuore comincia a svilupparsi in modo più strutturato e diffuso a partire dal XVII secolo, grazie in gran parte alle visioni di Santa Margherita Maria Alacoque, una monaca francese dell’Ordine della Visitazione, che tra il 1673 e il 1675 afferma di aver avuto diverse visioni di Cristo. In queste visioni, Gesù le avrebbe mostrato il suo cuore, infiammato d’amore per l’umanità, circondato da una corona di spine e con una ferita aperta. Queste visioni furono fondamentali per stabilire la devozione al Sacro Cuore come pratica religiosa.

In questo periodo, il simbolo del Sacro Cuore viene codificato in una forma iconografica che diventa poi standard: un cuore rosso, spesso circondato da fiamme, una corona di spine, una croce e talvolta una ferita sanguinante.

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Redazione
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Stile Arte è una pubblicazione che si occupa di arte e di archeologia, con cronache approfondite o studi autonomi. E' stata fondata nel 1995 da Maurizio Bernardelli Curuz, prima come pubblicazione cartacea, poi, dal 2012, come portale on line. E' registrata al Tribunale di Brescia, secondo la legge italiana sulla stampa