Gli speleologi di Bresciaunderground – the BUCS sono all’opera, in queste ore a Bovezzo, paese che si trova a nord della città di Brescia e che, con essa, confina.
“Presso una proprietà privata di Bovezzo (Bs) – annotano gli esploratori, allegando le bellissime immagini – abbiamo condotto con il Comune di Bovezzo e Lochis servizi ecologici un’indagine speleologica all’interno dell’antico acquedotto romano della Val Trompia (Aqua Salsa) che traduce le acque del fiume Celato”.
“Dopo lo scavo archeologico effettuato in precedenza, oggi l’interno del manufatto si presenta in buone condizioni, seppur a tratti ingombrato da materiali di deposito e radici. L’acquedotto si trovasi a circa -3mt sotto il piano di campagna e misura una luce media di 65 cm per un’altezza, nel punto massimo, di 135 cm.”
“L’Antico Acquedotto romano, la cui costruzione risale al quarto decennio del primo secolo dopo Cristo, portava acqua dalla bassa Valle Gobbia al colle Cidneo. – annota il vicino Comune di Villa Carcina – Al tracciato principale, che dalla fonte detta dell”Acqua Salsa” in territorio di Lumezzane proseguiva verso la città mantenendosi sulla sinistra orografica del Mella, nel territorio di Villa Carcina va aggiunto anche un ramo “laterale”, con partenza dalle sorgenti di Siviano fra gli abitati di Villa e Cogozzo, scoperto solamente nel corso degli anni ’70 del secolo scorso”.
“L’opera ingegneristica era lunga circa km 25, misurava cm 60 in larghezza e circa cm 125 in altezza; la pendenza era mantenuta leggera e costante mediante archi e ponti oggi perduti. Era costruito in malta e laterizi su cui si stendeva uno strato di intonaco fine. L’acqua, scorreva con una portata stimata in circa 200 l/sec.. Iniziato con Augusto ed inaugurato da Tiberio, l’acquedotto rimase in uso per molti secoli. Oggi, grazie non solo ai resti visibili dell’opera, ma anche con i ritrovamenti seguiti agli scavi a fini edilizi, è possibile desumere il percorso e le tecniche di costruzione dell’intera opera. Tratti dell’acquedotto sono oggi visibili nel territorio di Villa Carcina poco a nord di Pregno vicino al fiume Mella, in Via Verdi, in Via Maravagne, proprio sul confine con Concesio, e presso un pubblico esercizio in via Bernocchi”.
La denominazione Aqua salsa era probabilmente inteso con un’accezione diversa da quanto ci porta la traduzione letterale con i termini “acqua salata”. Probabilmente gli antenati romani intendevano, qui, l’aggettivo salsa, come “saporita”. Qualcosa di simile alle nostre acque minerali.
L’acquedotto portava in città acqua di alta qualità, rispetto a quella che poteva essere ricavata dai pozzi o dalle cisterne di raccolta dell’acqua piovana, fortemente insipida perchè priva di sali.