Si scende nella necropoli etrusca delle Onde marine per recuperare tomba del IV secolo avanti Cristo

La necropoli della Banditaccia - che comprende l'area oggetto di ulteriore indagine - è una necropoli etrusca, afferente all'antica città di Caere, sita su un'altura tufacea a nord-ovest di Cerveteri, in provincia di Roma

I lavori fervono, anche in queste ore. Temperatura mite, a Cerveteri e inequivocabili indizi di primavera hanno avvolto nelle scorse ore donne e uomini che stanno prestando la loro opera preziosa sull’Altopiano delle Onde Marine, un territorio ondulato, ricco di sepolture, molte delle quali a tumulo, che emergono come “panettoni” dal terreno. Grazie ai gruppi del Nucleo Archeologico Antica Caere e del Lucumone onlus, coordinati da Gilda Benedettini della Soprintendenza Archeologia Belle Arti Paesaggio Etruria Meridionale si sta scendendo nella tomba 2334, risalente al IV-III secolo a. c..

“Ed ecco una bella veduta dall’alto del luogo dove stiamo recuperando altri tumuli del IV-III sec. a.C.”- dicono i soci del Nucleo Archeologico Antica Caere e del Lucumone onlus.

Per giungere qui, bisogna dirigersi a Cerveteri, poi verso la Banditaccia e proseguire per le ondulazioni dell’altopiano delle Onde marine. Il paesaggio è meraviglioso. Il culto della vita eterna e della certezza dell’immortalità dell’essere diviene un viaggio gioioso.

Si scava verso l’accesso della sepoltura. Immagine scattata dal Nucleo Archeologico Antica Caere e dal Lucumone onlus
Nella camera sepolcrale della tomba del III-IV secolo a.C. con il Nucleo Archeologico Antica Caere e del Lucumone onlus

Con badili si rimuove attentamente il terreno che si è accumulato nei secoli. Nella camera sepolcrale, là sotto, dopo la scala, rocce blu occhieggiano tra la malta, come lacerti di un cielo sereno.-

La necropoli della Banditaccia – che comprende l’area oggetto di ulteriore indagine – è una necropoli etrusca, afferente all’antica città di Caere, sita su un’altura tufacea a nord-ovest di Cerveteri, in provincia di Roma.
Caere (detta anche Caisra o Cisra in etrusco) era un’antichissima città dell’Etruria meridionale (nel Lazio moderno), la cui fondazione risalirebbe al XIV secolo a.C., sorgeva sul luogo dell’attuale Cerveteri. Fu fondata dai Pelasgi (così i Greci dell’età classica indicavano le popolazioni preelleniche della Grecia) con il nome di Agylla. Fu chiamata Kyšryʼ dai Fenici e Caere vetus dai Romani. Da qui il nome Cerveteri.

La necropoli si estende per circa 400 ettari e vi si trovano molte migliaia di sepolture (la parte recintata e visitabile rappresenta soli 10 ettari di estensione e conta circa 400 tumuli), dalle più antiche del periodo villanoviano (IX secolo a.C.) alle più “recenti” del periodo ellenistico (III secolo a.C.). La sua origine va ricercata in un nucleo di tombe villanoviane nella località Cava della Pozzolana, e il nome “Banditaccia” deriva dal fatto che dalla fine dell’Ottocento la zona viene “bandita”, cioè affittata tramite bando, dai proprietari terrieri di Cerveteri a favore della popolazione locale. Vista la sua imponenza, la Necropoli della Banditaccia è la necropoli antica più estesa di tutta l’area mediterranea.

Le tombe a tumulo che sono generalmente le più antiche – dal VII secolo a. C. – hanno grandi dimensioni e al loro interno sono organizzate come una dimora etrusca dell’epoca. Sono caratterizzate da una struttura tufacea a pianta circolare con un corridoio (dromos) che dà accesso alle varie stanze.
Nel V secolo a.C. le tombe a tumulo furono sostituite da quelle “a dado”. Quest’ultime consistono in una lunga schiera di tombe allineate regolarmente lungo vie sepolcrali. Nella parte visitabile della Necropoli della Banditaccia ci sono due di queste vie, via dei Monti Ceriti e via dei Monti della Tolfa, risalenti al VI secolo a.C..

Le sepolture più “recenti” sono del III secolo a.C., periodo dell’ellenizzazione etrusca. La sepoltura più rappresentativa di questo periodo risulta essere la “tomba dei Rilievi”, risalente al IV secolo a.C. e appartenuta alla famiglia dei Matunas. La tomba scavata ora sull’altopiano appartiene a questo periodo.

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Maurizio Bernardelli Curuz
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