Un’équipe di archeologi e genetisti ha fatto una scoperta rivoluzionaria, capace di riscrivere le pagine della preistoria europea, in una versione che si potrebbe dire “femminista”. Ma non c’è ideologia, nelle valutazioni degli studiosi. Già nell’Ottocento si ipotizzava una massiccia presenza matriarcale, soprattutto nelle società neolitiche. Ma questa situazione perdurò fino a raggiungere le società celtiche, lambendo l’età storica. Presso il sito di Winterbourne Kingston, noto come “Duropolis”, nel Dorset, i ricercatori del Trinity College di Dublino e della Bournemouth University hanno rinvenuto 57 scheletri ben conservati, risalenti all’età del ferro. Questi resti appartenevano alla tribù celtica dei Durotriges e hanno fornito una rara finestra sulla loro vita sociale e familiare. Ricordiamo che gli abitanti della Britannia erano soprattutto celti, provenienti dal continente, e in particolare celti-Galli di origine francese e belga.
Gli archeogenetisti hanno esaminato il DNA di questi individui, scoprendo che il sistema di discendenza e trasmissione del patrimonio era matrilineare, cioè passava di donna in donna all’interno della stessa famiglia. La dottoressa Lara Cassidy, professoressa associata di genetica al Trinity College di Dublino e ricercatrice principale del progetto, ha spiegato: “Questo era il cimitero di un grande gruppo di parenti. La maggior parte dei membri poteva essere ricondotta alla stessa madre, vissuta molti secoli prima, mentre le relazioni attraverso la linea paterna erano quasi assenti”. Questo suggerisce un sistema sociale matrilocale, in cui le terre e l’identità venivano tramandate attraverso le donne. Cosa significa tutto questo, spiegato semplicemente? Che le ragazze – come le madri, le nonne e tutte le loro antenate – restavano nella comunità femminile in cui erano nate. I giovani maschi lasciavano invece la comunità d’origine per andare a cercare moglie in altri gruppi e trasferendosi. Le donne, al contrario, permanevano nei luoghi delle antenate e sposavano uomini “forestieri”. Le proprietà venivano naturalmente lasciate in eredità a figlie e nipoti femmine. La continuità culturale e la conoscenza del luogo, nonché l’inserimento del maschio “forestiero” in una struttura sociale appartenente alla sua donna, doveva conferire alla donna stessa un certo potere, mentre l’uomo potrebbe aver svolto qualcosa di simile a quello che, nelle monarchie, è il principe consorte.
Implicazioni sociali e politiche
La scoperta del sistema matrilocale tra i Durotriges mette in luce il ruolo predominante delle donne nelle sfere sociali e politiche della Britannia celtica. La dottoressa Cassidy ha affermato: “Questo sistema predice l’emancipazione sociale e politica femminile, in cui le donne avevano un ruolo cruciale nella trasmissione del patrimonio e nell’amministrazione delle comunità”.
Il dottor Miles Russell della Bournemouth University, che ha guidato gli scavi a Duropolis dal 2009, ha sottolineato: “Quando i Romani arrivarono, rimasero stupiti nel trovare donne che occupavano posizioni di potere. Due delle prime sovrane registrate furono regine, Boudica e Cartimandua, che comandavano eserciti”. Questi dati confermano le testimonianze classiche che descrivono le donne celtiche come libere e influenti.
L’espansione della scoperta
L’analisi genetica non si è limitata al sito di Duropolis. Dati provenienti da oltre 150 siti archeologici in tutta la Gran Bretagna hanno rivelato una presenza diffusa della matrilocalità. In particolare, nello Yorkshire, è stata identificata una matrilinea dominante stabilitasi prima del 400 a.C. Il professor Dan Bradley, esperto di genetica della popolazione presso il Trinity College, ha dichiarato: “In tutta la Gran Bretagna, abbiamo visto cimiteri in cui la maggior parte degli individui discendeva per via materna da un piccolo gruppo di antenate. Si è trattato di un fenomeno diffuso con radici profonde sull’isola”. Lo stesso fenomeno è stato riscontrato in alcune comunità antiche in Spagna. E ciò non significa che la discendenza matrilineare fosse premiata solo in quelle aree. Significa che le ricerche riguarda, per ora, solo alcune comunità , che lasciano però intendere che il fenomeno fosse molto diffuso.
Il ruolo delle donne nelle società celtiche
Le scoperte nel Dorset e nello Yorkshire offrono nuove prospettive sul ruolo delle donne nelle società celtiche. Le donne celtiche godevano di diritti significativi, inclusi il diritto di proprietà e la libertà di scelta nei matrimoni. Questo status sociale è confermato anche dalle cronache romane, che spesso rimarcano l’indipendenza e l’autoritarietà delle donne celtiche.
Le sepolture di Duropolis, con tombe riccamente arredate soprattutto per le donne, riflettono una società in cui il genere femminile aveva un ruolo centrale non solo nella famiglia, ma anche nella comunità. L’antropologo Dr. Martin Smith ha commentato: “Questi risultati ci offrono un modo completamente nuovo di guardare alle sepolture che stiamo scoprendo. Vediamo che queste persone avevano una profonda conoscenza della propria discendenza, con matrimoni multipli tra rami lontani della famiglia, evitando però la consanguineità ravvicinata”.
Le donne nelle società celtiche: uno status rilevante
Le donne celtiche godettero di un ruolo sociale piuttosto elevato rispetto ad altre civiltà contemporanee. Diversi racconti e testimonianze, sia di origine celtica sia provenienti da osservatori esterni come i Romani e i Greci, evidenziano come le donne potessero detenere posizioni di potere e autorità.
In molte comunità celtiche, le donne erano coinvolte nella politica, nell’economia e nelle questioni legali. Potevano essere regine, druidesse (sacerdotesse) e guerriere. Un esempio iconico è – appunto – quello di Boudicca, regina degli Iceni, che guidò una ribellione contro l’Impero Romano nel I secolo d.C.
Dal punto di vista legale, alcune fonti, come le leggi Brehon irlandesi, mostrano che le donne avevano diritti di proprietà e potevano divorziare. Questo suggerisce una certa parità giuridica tra i sessi, almeno in determinate circostanze.
La possibilità di una struttura matriarcale
L’idea che le società celtiche possano essere state matriarcali è stata a lungo dibattuta. Ora giungono le prove genetiche di società “matrilocali”, ma già alcuni indizi suggerivano una forte influenza femminile nelle sfere spirituali e sociali.
Le druidesse occupavano ruoli significativi nel culto e nella trasmissione della conoscenza. Inoltre, alcune divinità celtiche femminili, come la dea irlandese Ériu o la gallese Rhiannon, indicano un culto della femminilità sacra che poteva riflettersi nella vita quotidiana.
Gli studiosi hanno anche esaminato i ritrovamenti archeologici, come sepolture di donne con oggetti di prestigio, che suggeriscono il rispetto e l’onore accordato a figure femminili.
E in Italia esistevano donne egemoni? Le società celtiche in Italia, principalmente note come popolazioni galliche, si insediarono nella regione che i Romani chiamavano Gallia Cisalpina (cioè “Gallia al di qua delle Alpi”). Questo territorio comprendeva una vasta area che oggi corrisponde principalmente al nord Italia. Ecco un approfondimento sulle popolazioni galliche provincia per provincia, le loro origini, e alcune storie riguardanti le donne celtiche. E’ probabile che parte dell’eredità matriarcale sia confluita nella macro-psicologia di queste aree.
Popolazioni galliche in Italia e le loro province
- Insubri (nell’odierna Lombardia):
- Provenienza: Arrivarono dalla regione oggi conosciuta come Svizzera e Germania meridionale.
- Occupazione: Si stabilirono principalmente intorno a Milano e il territorio circostante.
- Cenomani (nelle odierne province di Brescia e Verona):
- Provenienza: Provenivano dalle regioni centrali della Francia.
- Occupazione: Si stabilirono nel Bresciano e nel Veronese.
- Boi (nell’odierna Emilia-Romagna):
- Provenienza: Originari dell’Europa centrale, precisamente dalla Boemia (l’attuale Repubblica Ceca).
- Occupazione: Si insediarono principalmente nelle pianure dell’Emilia.
- Senoni (nelle Marche):
- Provenienza: Provenivano dalle regioni occidentali della Francia.
- Occupazione: Occuparono la zona costiera dell’Adriatico, stabilendosi intorno a Senigallia.
- Lingoni (tra le odierne province di Piacenza e Parma):
- Provenienza: Anche loro venivano dalla regione della Francia orientale.
- Occupazione: Si insediarono nella pianura padana occidentale.
Perché il termine “Gallia Cisalpina”?
Il termine Gallia Cisalpina venne usato dai Romani per distinguere questa regione dalle terre dei Galli oltre le Alpi, la Gallia Transalpina (corrispondente all’odierna Francia). La Cisalpina era “al di qua” delle Alpi rispetto a Roma e rappresentava una delle prime frontiere verso il nord conquistate e romanizzate.
Donne celtiche e storie note
Le donne celtiche occupavano un ruolo di rilievo nelle loro società, spesso con diritti maggiori rispetto alle loro controparti romane. Alcune figure storiche e mitologiche si sono distinte:
- Camilla: Pur essendo una figura mitologica più che storica, è associata al mondo celtico per la sua indipendenza e abilità guerriera, un riflesso dell’importanza delle donne nelle battaglie.
- Brigantia: Divinità celtica che incarnava la guerra e la protezione, spesso venerata anche come simbolo delle donne celtiche che partecipavano attivamente alla vita sociale e militare.
In conclusione, le società celtiche dell’Italia antica erano varie e con radici profonde nelle regioni europee. Le donne di queste società hanno lasciato una traccia significativa, sia nelle loro comunità sia nella memoria storica e mitologica.