Statue e reperti archeologici raccontano le verità di Cleopatra

Centottanta opere, da oggi, al Chiostro del Bramante, a Roma, ricostruiscono la vita, l'ambiente, le idee, le alleanze e gli amori della grande regina d'Egitto. Un sonoro in cuffia per tutti, con la narrazione dello scrittore archeologo Valerio Massimo Manfredi

[I]l Museo Egizio di Torino, i Musei Vaticani e i Musei Capitolini. Il Museo Nazionale Romano, il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, il Museo Egizio di Firenze. E ancora il British Museum di Londra, il Musée du Louvre di Parigi e il Kunsthistorisches Museum di Vienna. I più importanti musei del mondo hanno unito le proprie forze, privandosi di pezzi prestigiosi per alcuni mesi, per realizzare una delle più suggestive e spettacolari mostre dell’anno.
Cleopatra torna a Roma dopo 13 anni: l’ultima esposizione rilevante dedicata alla Regina d’Egitto risale infatti al 2000, quando la Fondazione Memmo dedicò un omaggio a Cleopatra, registrando un record assoluto di visitatori per le mostre romane. Segno della passione e dell’entusiasmo che Cleopatra, ancora oggi, è capace di suscitare. A duemila anni dalla sua morte, lo charme e il carisma della regina egiziana rimangono intatti.
Prodotta da Arthemisia Group, con Dart Chiostro del Bramante e curata da Giovanni Gentili, già curatore della memorabile mostra su Giulio Cesare, la mostra “Cleopatra”, oltre a raccontarne la vita, per la prima volta approfondisce il rapporto tra Cleopatra e Roma, quando poco più che ventenne conquistò prima Giulio Cesare e poi Marco Antonio, aprendo di fatto la strada a quel rapporto tra potere e sesso che si ripeterà all’infinito nella storia della politica di tutto il mondo. Curiosa coincidenza (ma non troppo) la convivenza nella stessa città e nello stesso periodo della mostra su Augusto, acerrimo nemico di Cleopatra. Sembra che il destino li voglia vicini e nemici per l’eternità.
Tra i 180 capolavori esposti si segnalano, da non perdere: il ritratto di Cleopatra cosiddetto “Nahman”, esposto in Italia per la prima volta, uno straordinario ritratto di Ottavia, sposa di M. Antonio e sorella di Augusto rilavorato come Cleopatra – questo esposto per la prima volta al mondo – un ritratto della regina d’Egitto giovanissima, realizzato probabilmente quando salì al trono nel 51 a.C. e anch’esso esposto in prima mondiale, l’Alessandro Magno “Guimet” del Museo del Louvre, capolavoro della scultura ellenistica, uno straordinario bronzo inedito che ritrae Alessandro Sole, figlio di Cleopatra e Marco Antonio, e lo spettacolare ma quasi sconosciuto mosaico del Nilo, dal Museo di Priverno. Infine due regali per i visitatori: Valerio Massimo Manfredi, archeologo e scrittore di fama internazionale, racconterà la storia di Cleopatra svelandone i segreti, e l’audioguida della mostra sarà data in omaggio a tutti.


Conferenza Stampa: Venerdì 11 ottobre 2013 ore 12.00
Chiostro del Bramante, Via della Pace, Roma
la mostra dal 12 ottobre:
Il percorso espositivo è suddiviso in nove sezioni:
– Cleopatra. L’ultima regina d’Egitto
– La terra del Nilo
– I sovrani ellenistici
– Gli dei e il sacro nell’Egitto tolemaico
– Le arti; I protagonisti, le vicende
– Cleopatra e Roma. L’Egittomania
– Nuovi culti a Roma
– Roma conquistata: i nuovi faraoni
Cleopatra (Alessandria d’Egitto 69-30 a.C.), considerata uno dei personaggi più rappresentativi dell’essere donna, fu ultima regina della dinastia tolemaica; con il nome di Cleopatra VII regnò sull’Egitto dal 51 al 30 a.C.
Figlia del faraone Tolomeo XII Aulete, alla morte del padre nel 51 a.C. fu associata al trono con il fratello Tolomeo XIII, dodicenne, a condizione che si sposassero, come era nell’uso tra i faraoni egiziani per il mantenimento del potere di discendenza.
Quando il fratello Tolomeo XIII compiì quindici anni, con l’aiuto di un gruppo di cortigiani, assunse il pieno potere, senza condivisioni, e riuscì ad escludere Cleopatra, inviandola in esilio.
L regina scelse di andare in Siria da dove, non essendosi rassegnata alla perdita del trono, svolse un’importante ed efficace azione diplomatica, volta a far apparire il fratello come nemico. La vendetta non tardò ad arrivare. Giulio Cesare,  sconfitti gli egiziani sul Nilo durante la campagna della guerra alessandrina (48-47 a.C.), uccise Tolomeo e insediò sul trono Cleopatra,che,  nel frattempo, si era legata a lui sentimentalmente.
Secondo le consuetudini egiziane, Cleopatra dovette comunque regnare con un altro fratello minore, Tolomeo XIV, che aveva undici anni e che dovette sposare. Dopo un perido di consolidamento del potere, la regina si trasferì a Roma. Qui visse come compagna di Giulio Cesare dal quale ebbe un figlio amatissimo, Cesarione. . Dopo la congiura che portò alla morte di Cesare nel 44 a.C., tornò in Egitto e qui, secondo alcune fonti, ordinò l’avvelenamento del fratello Tolomeo XIV per associare al trono al trono il figlio Cesarione. Quando la battaglia di Filippi (42 a.C.) concluse la guerra civile seguita alla morte di Cesare, Cleopatra divenne amante di un altro condottiero romano, Antonio, forse con l’idea di creare un regno in opposizione a Roma.
Nel 40 a.C. Cleopatra ebbe da Antonio due gemelli e quattro anni dopo sposò il suo compagno si sposarono. Ebbero quindi un terzo figlio. Nel 34 a.C., dopo la vittoriosa campagna contro i parti, Antonio celebrò il proprio trionfo ad Alessandria e annunciò pubblicamente la divisione dell’impero, già di Alessandro Magno, tra Cleopatra e i figli. Quando la notizia giunse a Roma, Cesare Ottaviano Augusto dichiarò guerra ad Antonio: nella battaglia navale di Azio (31 a.C.) i romani distrussero la flotta di Cleopatra, e nell’agosto del 30 a.C., quando venne espugnata la città di Alessandria, Antonio e Cleopatra si suicidarono (secondo la leggenda la regina si fece mordere da un serpente). Cesarione fu giustiziato da Ottaviano e l’Egitto passò nelle mani di Roma, come proprietà personale dell’imperatore.

Condividi l'articolo su:
Redazione
Redazione

Stile Arte è una pubblicazione che si occupa di arte e di archeologia, con cronache approfondite o studi autonomi. E' stata fondata nel 1995 da Maurizio Bernardelli Curuz, prima come pubblicazione cartacea, poi, dal 2012, come portale on line. E' registrata al Tribunale di Brescia, secondo la legge italiana sulla stampa