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Stilettate di Zana. Con Venere e Marte. Attorno ai due generi nel confronto con il tema della guerra


Venere e Marte (tecnica mista su tavola, 69×173 cm) di Sandro Botticelli, realizzato tra il 1482-1483 circa e conservato nella National Gallery di Londra, gioca cavallerescamente con i temi dell’Amore (Venere) e della guerra (Marte), cogliendoli uniti e contrapposti, come i generi maschile e femminile. E’ implicito il fatto che la guerra sia eminentemente maschile. Pensiamo a Venere, come elemento della vita che dialoga.

STILETTATE
diTonino Zana
Abituarsi a tutto è il sacrilegio a cui opporsi. Abituarsi alle morti degli innocenti e dunque rinunciare alla sacralità civile delle regole del Corpo e dell’Anima, dello Stato e della Coscienza, appare il delitto a cui opporsi.
Se Putin fosse l’emissario, il braccio armato di una congiura dei pazzi, di una congiura contro la norma e il diritto, se fosse l’avamposto di un assalto alle civiltà, visto avvenire da un paio di decenni in ogni parte del mondo e adesso si riproducesse incarnato in una sola figura di persona contro una patria anticipatrice del rogo di cento altre patrie, l’Ucraina quasi sola e non abbandonata?
Se avessimo accanto alle nostre case, molti infiltrati alleati di questa congiura, mettiamo il capitale malato, le dittature di sempre, la corruzione ideologica del comunismo e del nazismo riuniti insieme – e non è la prima volta nella storia – il diavolo della Bibbia e il diavolo del Novecento animato in due guerre mondiali con tanti intermezzi violenti, fuochi mai spenti, se fossimo nel mirino di costoro, cosa dovremmo fare? Il mio direttore ancora mi indica un’opera di Sandro Botticelli, un dipinto della fine del Mille Quattrocento, “Venere e Marte” in cui il dio della guerra è quasi esangue, quasi disanimato dopo un probabile atto di amore e lei, la Dea della bellezza lo assiste distaccata, dopo averne provocata una prima morte. Paga, la dea, di un principio di fine della belva.
Forse servirebbe l’esercito delle donne per addormentare con il veleno dei sensi la potente macchina da guerra di questa congiura. Le riaccoglieremmo vittoriose nelle nostre patrie, le baceremmo mille volte al giorno, le carezzeremmo al loro comando, intanto che i congiurati finiscono nella polvere del nulla. Custodi dell’orgasmo mortale, saremmo pronti a stagioni di verginità, di purificazione purché torni il diritto di sorridere e il dovere del pianto.