Studi su uno scheletro antico che presenta i chiodi della crocifissione. I test al radiocarbonio presenta un range di datazione dei resti piuttosto ampio. L’uomo sarebbe vissuto in un periodo compreso tra il 130 e il 360 d.C.
La notizia è stata data nelle sorse ore in Inghilterra Un articolo dettagliato sarà pubblicato dalla rivista British Archaeology nel numero di gennaio-febbraio 2022.
Albion Archaeology – la società inglese specializzata in archeologia che ha svolto le indagini sul campo – ha scoperto i resti del condannato durante scavi preventivi per alcuni cantieri a Fenstanton, nel Cambridgeshire, per conto di Tilia Homes (precedentemente Kier Living). Nel corso dello scavo stesso sono venute alla luce le vestigia di un notevole insediamento collegato all’antica strada. Probabilmente una stazione di servizio per i viaggiatori, molto ampia, poi divenuto un villaggio, in cui avevano sede alcune attività di notevole entità, tra le quali ciò che risulterebbe un’unità produttiva per la produzione di sego per l’illuminazione e per il sapone, centro al quale venivano portati resti animali anche dal circondario per uno sfruttamento di ogni parte residua. In un pozzo, infatti sono state rinvenute grandi quantità di ossi animali frantumati.
Il villaggio probabilmente si sviluppava intorno a un luogo ricettivo predisposto lungo un asse stradale di vitale importanza. I romani progettavano strade prevedendo che fossero altamente fruibili grazie a una rete di centri di assistenza e manutenzione, lungo tutto il percorso. E lì è stato trovato lo scheletro del crocifisso.
“Trovare sepolture romane in un sito del genere è comune, e questa non faceva eccezione, eppure una delle persone sepolte a Fenstanton era stata crocifissa. – dicono gli studiosi di Albion Archaeology – Fenstanton si trova sulla Via Devana, la strada che collegava le città romane di Cambridge e Godmanchester. Sebbene nella zona siano noti numerosi siti dell’età del ferro, questo insediamento sembra essere stato essenzialmente una nuova realizzazione romana sulla linea della strada. Un insediamento che si estendeva per almeno 6 ettari e si trovava forse a un bivio stradale. La presenza di un primo grubenhaus anglosassone o di un edificio con pavimento incavato indica che la frequentazione post romana del luogo continuata dopo il IV secolo”.
Lo scheletro era quello di un uomo di circa 25-35 anni, con segni di cattiva salute dentale e artrite. Albion archeology rivela che le indagini di laboratorio hanno evidenziato anche segni di assottigliamento sulla parte inferiore delle gambe, che potrebbero essere stato causate da un’infezione o infiammazione locale, forse provocata dalle catene o dalle corde.
Lo scavo ha rivelato, nella sepoltura la presenza di 12 chiodi sparsi e di un tredicesimo che risulta ancora piantato nell’osso del calcagno. L’osso stesso presenta il segno di un altro foro meno profondo, che si ritiene possa essere stato prodotto dal primo tentativo di inchiodare il piede.
“Sebbene questa non possa essere considerata una prova incontrovertibile che l’uomo sia stato crocifisso – dicono gli studiosi inglesi – questa sembra l’unica spiegazione plausibile. Ciò rende il ritrovamento come una rarità assoluta nell’ambito della documentazione archeologica delle pratiche di crocifissione”.