San Martino dall’Argine è il comune di 1 634 abitanti della provincia di Mantova, in Lombardia, nel quale sono venute alla luce, in una località discosta, in campagna, nei pressi del fiume Oglio sepolture tardo antiche. Ci si interroga sulla possibilità che, non disante da quel punto, potesse sorgere un abitato, finora sconosciuto.
“Nell’ultimo mese, i lavori del Consorzio di Bonifica del Navarolo Agro Cremonese Mantovano hanno portato alla luce chiari indizi di una stabile frequentazione antica nelle campagne ad est di San Martino dall’Argine – spiega la Soprintendenza ABAP per le province di Cremona Lodi e Mantova – Una serie di tombe, 11 per la precisione, disposte in quattro gruppi. È questa la scoperta fatta dagli archeologi del SAP, sotto la direzione scientifica di Chiara Marastoni, funzionario della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Cremona, Lodi e Mantova. Un ritrovamento che potrebbe gettare nuova luce sulla storia di San Martino dall’Argine e l’antica valle dell’Oglio”.
“L’area oggetto dei ritrovamenti – prosegue la Soprintendenza – coincide con un lembo di terrazzo del fiume Oglio, un luogo in antico naturalmente favorevole all’insediamento. Lungo una fascia di circa 350 m sono emerse 11 tombe, delle quali tre con copertura cosiddetta “alla cappuccina”, formate da mattoni sesquipedali disposti a doppio spiovente a copertura del defunto, in quattro nuclei apparentemente separati, distanti fra loro alcune decine di metri. Le sepolture ad inumazione hanno restituito individui adulti, ma anche alcuni bambini. L’assenza completa di elementi di corredo rende al momento arduo esprimersi circa la loro collocazione cronologica, tuttavia il ricorso ad elementi laterizi di reimpiego nelle tombe più strutturate, forse provenienti da un vicino insediamento di età romana, potrebbe portare ad ipotizzare un inquadramento in età alto medievale. Tale ipotesi sarebbe avvalorata anche dal ritrovamento di alcune buche pertinenti ad edifici lignei, nonché a tracce di canali antichi, che stanno restituendo frammenti ceramici e di pietra ollare”.
Dagli scavi sono emerse anche sporadiche tracce di frequentazione preistorica dell’area, attestata dalla presenza di un pozzetto di scarico con minuti frammenti ceramici ad impasto, che confermano il recupero di selce nel corso delle indagini preliminari del 2020.