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Posts tagged as “il cibo nell’arte”

La pasta-madre diventa performance e fotografia

Un rito arcaico, un nutrimento danzante ed elastico nelle foto di Anna Maria Di Ciommo. Le mani, a volte energiche e a volte delicate, si sono dedicate con rispetto all’impasto, senza mai aggredirlo ma piuttosto accarezzandolo, entrando in sintonia con quello che è uno dei più antichi esempi di nutrimento naturale. Qui è intervenuta l’artista Anna Maria Di Ciommo, fotografando con attenzione ogni momento della performance

Gualtiero Marchesi – Emilio Tadini e il nome delle cose, il nome scritto dà eleganza al piatto

A come Aringa marinata su fetta di pane, B come Blinis e Burro affumicato, C come Calamaretti e Caviale, P come Panna acida: è la nomenclatura di un paesaggio combattuto tra solennità e turbolenza, avvinto dal filo tenace ed allappante del nero di mollusco, spezzato nei suoi volumi da segmenti che lo solcano scindendolo in scampoli geometrici. E i segmenti assumono sembianze diverse: filo tenero d’erba cipollina, o silhouette impeccabile di un prezioso coltello Robbe & Berking, teutonico rimando alla robusta posata raminga, balenante - tra beffa e sogno - nel quadro del mio amico Emilio Tadini.

Silvia Naddeo, il cibo diventa scultura, mosaico, storia dei semplici

L’unicità di un oggetto ordinario, l’indagine di un vissuto straordinario. Tra le fette di una semplice zucchina si cela la scoperta di un percorso individuale, di una specificità distintiva: così la dicotomia alimento/oggetto si fa metafora dell’individualità rispetto alla moltitudine, svelando agli occhi di chi guarda e interpreta la singolarità di ciò che appare comune.

Mangiatori di patate di Van Gogh. Il significato politico del quadro e del periodo tenebroso del pittore

Un’auto-formazione tumultuosa degna di un nevrotico: a Nuenen il grande artista ritrasse contadini e tessitori che guardavano con curiosità al pittore dal quale erano pagati senza che dovessero fare nulla. Vincent spendeva così il denaro inviato dal fratello Ma quel bagno di oscura umiltà, quel contatto ossessivo con il volto umano...

Tolouse-Lautrec pittore-gastronomo, le ricette del piccolo principe della Belle Epoque

Il pittore francese fu un autentico genio culinario. I suoi pranzi, eventi memorabili. Le sue ricette, raccolte in un libro e tramandate ai posteri. era praticamente conosciuto ovunque per le sue doti di cuoco impeccabile, accurato, attento ad ogni dettaglio e capillare nella scelta dei conviviali: al tavolo al massimo un paio di belle donne, occorrono ospiti che sappiano apprezzare a fondo una portata senza lasciarsi sedurre dalle distrazioni. Qualsiasi pietanza ha un tempo di cottura preciso da rispettare, e se per caso sono necessarie dodici ore consecutive, bene, oggi si passa la giornata in cucina. Incredibile?

I cibi dell'Ultima Cena – Tutte le pietanze dipinte in mille anni, apostoli verso l'obesità

Due studiosi americani - un teologo e un economista - hanno indagato mille anni di rappresentazioni pittoriche dell’Ultima Cena. Scoprendo che le stesse non solo sono specchio fedele dell’evoluzione del gusto e delle abitudini, ma indicano l'evolversi del rapporto con il cibo, in quantità e qualità

Dipingere l'uva, con olio o acrilici, sfiorando l'iperrealismo. Il video tutorial

La preparazione del fondale con aree di ingombro, dipinte con colori scuri - che ci permetteranno di ottenere - in un salire luminoso - ombre perfette, non "portate", ma naturali, è uno dei piccoli segreti della pittura di realtà e iperrealista. Il pittore, tecnicamente molto dotato, ci insegna i rapidi passi che possiamo compiere in direzione della perfetta tenuta formale e tonale delle nostre nature morte