Ciò che è straordinariamente importante per la pittura italiana di matrice lombardo-veneta è il riconoscimento universale dato a un artista fuori-linea, rispetto alle certezze rinascimentali, che seppe vedere ciò che gli altri non capivano e che sarebbe invece emerso secoli dopo, con un'unità sistemica: il mondo sommerso che sta dietro all'io. Solitario, anti-conformista, malinconico, religioso ma a proprio modo, conoscitore dell'alchimia. Errabondo, introverso, perseguitato anche dai propri più celebri colleghi.
Gli studi di Enrico Maria Dal Pozzolo confluiti nella mostra del Prado
Un cassone ligneo come ammonimento contro le tentazioni peccaminose... Nell’iconografia religiosa l’animale mantiene un’accezione negativa. In alcune scene di san Gerolamo nel deserto, ad esempio, alluderebbe alle passioni e alle tentazioni demoniache contro cui deve lottare l’eremita. Agli uccelli - creature del cielo, simili ad angeli - è invece affidato il compito di stanare le “malvagie” lepri.
I nodi simbolici delle opere di Giambellino realizzate per il restelo matrimoniale dell’allievo Vincenzo Catena. Nel mobiletto “da bagno” gli avvertimenti giornalieri all’uomo e alla donna sugli infortuni della virtù e un monito sull’inevitabile concatenazione dei peccati capitali
Giambattista aveva ventitré anni, nel 1719, quando sposò Maria Cecilia Guardi, sorella dei pittori Antonio e Francesco. In seguito alla morte del padre, Maria Cecilia versava nella più profonda indigenza. Ciò le impediva di procurarsi una dote, elemento indispensabile per ottenere l’approvazione della madre di Tiepolo, Orsetta Marangon. I due innamorati, però, non si arresero