Stefania Zorzi

Confidenze a Parigi. Stefania Zorzi e altre nove artiste raccontano se stesse con l’autoscatto

Per entrare magicamente nel mondo dell'artista bresciana si deve osservare il punto di snodo tra l'eternità dell'infanzia, con il suo mondo puro e stabile, e la scoperta del corpo, nell'adolescenza. L'imperio del corpo che seduce e devasta. Il desiderio di arretrare a una condizione di stabilità estatica, mentre rotea il gorgo imperativo dei sensi
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Sensuale, possente e mitico. Lo stendardo di Stefania Zorzi e Norbert Mayerhofer sventola sull’Austria

"Natura/ schizzi e realtà" unisce fotografia e pittura, creando un impatto visivo di notevole vigore". Bernardelli Curuz: "E' come unire I Nibelunghi al pop, come legare la carnalità a una nuvola, come unire i Longobardi a Bisanzio senza l'uso di armi"
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Stefania Zorzi. L'artista bresciana porta la gioia della trasgressione al Palazzo di Giustizia di Vienna

Erotismo e trasgressione. La pulsione nelle fiabe. "Kunst zu Recht" , nato nel novembre 2009, è un progetto artistico, che prevede annualmente una mostra, estesa su 11 piani del centro di giustizia (tribunale distrettuale) di Vienna. Organizzato e curato da Veronika Junger. Il concetto del progetto “Kunst zu Recht” è quello di presentare la diversità artistica in un palazzo di giustizia a beneficio di appassionati d’arte, persone in cerca di legge e funzionari giudiziari. Un bell'esempio della coesistenza armoniosa delle diverse aree della vita mostra - nel vero senso della parola - che i presunti opposti non si contraddicono necessariamente l'un l'altro, ma possono arricchirsi vicendevolmente in uno scambio reciproco
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La fragilità secondo Stefania Zorzi

Franco Migliaccio: "Non è un esempio di nudo eroico, saldo nel silenzio e nella immobilità del passato, quello presentatoci da Stefania Zorzi; nessuna mitologia lo supporta, la compattezza monolitica del tempo si scioglie nel fremito del divenire, nel cozzo violento di contraddizioni che non sembrano minimamente volersi votare alla sintesi. E’ un corpo frammentato che vive nella frammentarietà del sociale, nella molteplicità dei punti di vista come in un vecchio quadro cubista; è il luogo di ogni fuggevolezza, è il punto di riferimento (si fa per dire) di una fragilità assoluta elevata a paradigma. “Fragilità” è appunto il titolo della mostra"
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