Il colorismo è una modalità tecnico-pittorica - che ha caratterizzato, in passato soprattutto la scuola veneta - che assegna all'atto pittorico un'importanza maggiore rispetto al reticolo disegnativo steso, in preparazione, sul supporto del dipinto. La pittura viene così generalmente stesa senza che sulla tela o sulla tavola, al contrario della pittura dell'Italia centrale, molto vincolata al disegno - sia realizzato un minuzioso disegno preparatorio. Sicchè si può affermare che mentre i grandi maestri del rinascimento fiorentini o romani, di fatto, coloravano un disegno, restando ad esso vincolati, i veneti procedevano a plasmare la luce-colore con minori vincoli, utilizzando più il pennello che il lapis o il carboncino.
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E' una modalità di rappresentazione della realtà che coglie il comportamento d'azione di una luce colorata - in buona parte dei casi, ma non in assoluto, bronzeo dorata - che intride di sè ogni parte del quadro, modificando le carnagioni dei soggetti e mutando il colore originale degli oggetti. Il tonalismo rappresenta la massima, esasperata azione della pittura tonale, al punto da essere esclusivamente costituito da un colore di luce - tono - che , nei casi più estremi, porta il dipinto ad assumere caratteristiche del monocromo
Tiziano aveva il dono di andare oltre l'apparenza, oltre l'aspetto esteriore, utilizzando il colore come elemento rivelatore, attraverso cui restituisce sula tela l'essenza del personaggio raffigurato. Egli anticipò, per molti versi, quel tipo di penetrazione psicologica che caratterizzò in seguito la ritrattistica seicentesca, a cominciare da Rubens. Dimostrò come non solo attraverso la luce e l'ombra o il disegno, ma anche attraverso un uso straordinario del colore si potesse restituire il valore psicologico di una personalità. E' interessante osservare come pure in certi accostamenti cromatici egli ponesse un significato psicologico
L’esposizione al Museo Correr, Venezia, di un affascinante Autoritratto a disegno recentemente ritrovato e riconosciuto a Tiziano Vecellio dai studiosi internazionali, dal 29 marzo al 15 giugno
Più di 130 mila visitatori hanno ammirato le 11 opere del maestro veneto ospitate al museo Pushkin e provenienti da 8 città italiane.