Gli scavi – diretti dall’archeologa Elena Sorge – che hanno portato alla luce e che consentono di studiare l’anfiteatro romano di Volterra – una sorta di Colosseo romano, trovato in campagna, vicino al cimitero della cittadina – offrono grandissime emozioni. Nelle ultime ore due vasi antichi sono stati trovati in un canale di scolo della possente struttura di 2000 anni fa. Tesoretto o vecchi contenitori per le olive salate o altri generi di conforto per gli spettatori? Insomma: qualcuno pensò di nascondere nel canale monete all’interno di un contenitore ceramico?
Per uno dei due contenitori si è proceduto a un attento micro-scavo di rimozione della terra, compiuto dalla restauratrice della Soprintendenza. Si era solo riempito di terra, con il tempo e l’acqua e il fango. Per il secondo – portato alla luce con fatica e grande emozione – è stata disposta una Tac nel locale ospedale per poterne osservare il contenuto.
“L’anfora è alta 25 centimetri – ha detto Elena Sorge a La Nazione – Senza ombra di dubbio, risale all’ultimo periodo di vita dell’anfiteatro, ossia prima del suo totale abbandono”. La tomografia al piccolo, panciuto paziente è stata svolta in un clima gioiosamente toscano, che ha coinvolto emotivamente un po’ tutti.
“Grazie alla disponibilità dell’ospedale di Volterra e in particolare del primario Sabino Cozza e all’interessamento del sindaco di Volterra Giacomo Santi siamo riusciti a fare la TAC al nostro piccolo! – ha commentato, divertita, sui social l’archeologa Elena Sorge – Un grazie specialissimo anche a tutti i tecnici dei quali ricordiamo qui solo l’amico Stefano Vettorino”.
L’apparecchiatura non ha rilevato tesori od oggetti di metallo. Solo granuli di terra. Ma l’emozione, centellinata, è stata grande.