Il luogo era frequentatissimo e pertanto numerosi sono gli oggetti che stanno lì, nel fango, dopo circa 1800 anni. Tra la fanghiglia, anche tante gemme incise. E’ un mondo di piccole gioie quotidiane, quello che torna alla luce, in un guizzo di luce colorata. Durante i bagni molte piccole pietre si staccavano da anelli, bracciali o collane.
Negli ultimi giorni, durante i lavori di scavo presso il sito delle terme romane di Carlisle, nel terreno del Cricket Club, un appassionato di storia e di archeologia, ha rinvenuto anche una moneta romana, con l’effigie dell’imperatore Adriano. Un reperto prezioso che si aggiunge alle migliaia di “oggetti smarriti” da chi, quasi due millenni fa, frequentava gli impianti termali.
Il ritrovamento della moneta – compiuto da Dan Bell – è avvenuto nell’ambito del progetto archeologico “Uncovering Roman Carlisle”, condotto dal team di archeologi e volontari – diretti dall’archeologo Giecco – noti come “The Diggers”. Lo scavo era in fase di annuale chiusura, – avvenuta nelle ore scorse – quando è emersa la moneta.
La moneta, un sesterzio risalente al periodo del regno di Adriano, tra il 117 e il 138 d.C., riporta l’effigie dell’imperatore romano sul lato frontale. Adriano è noto per aver commissionato la costruzione del Vallo di Adriano, un’imponente linea di fortificazioni a nord dell’Inghilterra, destinata a proteggere i confini dell’impero dalle incursioni delle tribù locali.
Sull’altro lato della moneta è raffigurata Fortuna, la dea romana del fato e della fortuna, un simbolo di prosperità e protezione che suggerisce l’importanza e la fiducia dei romani nel ruolo divino all’interno delle loro conquiste e della loro difesa territoriale. Questa immagine della Fortuna era particolarmente diffusa negli ambienti militari. Rappresentava infatti anche il fortunato rientro a casa dopo campagne militari o lunghi viaggi. Non è esclusa che essa fungesse da amuleto portafortuna per uno dei frequentatori delle terme. Proprio in questi giorni, in un altro forte romano, nei pressi del vallo, è stata trovata una testa scultorea che forse rappresenta la Fortuna.
La scoperta delle terme romane di Carlisle
Le terme di Carlisle sono state rinvenute relativamente di recente, portando alla luce uno dei siti termali romani più importanti della zona. Gli scavi hanno rivelato una struttura complessa e ben conservata che ha offerto uno sguardo intatto sulla cultura e sulle abitudini romane. Utilizzate per scopi igienici, sociali e politici, le terme erano uno spazio in cui le persone di tutte le classi sociali si riunivano, rafforzando il senso di comunità e l’influenza romana sulle province.
Il ritrovamento delle gemme incise: un tesoro nascosto nei condotti di scarico delle terme di Carlisle
Negli anni scorsi, le ricerche nel sito delle terme romane di Carlisle hanno portato alla luce un ritrovamento particolarmente curioso e affascinante: una serie di gemme incise, scoperte nei condotti di scarico dell’edificio termale. Questi piccoli gioielli, noti come intagli o “gemme incise”, venivano realizzati principalmente in materiali semipreziosi come il corniola, l’agata e il diaspro, e decorati con simboli, figure mitologiche e motivi religiosi. Le gemme erano inserite in anelli o sigilli, utilizzati come veri e propri oggetti di lusso, indossati sia da uomini che da donne come simbolo di status e protezione personale.
In epoca romana, possedere una gemma incisa non era solo un modo per esibire il proprio rango o la propria ricchezza, ma anche un mezzo per mostrare devozione alle divinità, proteggersi dalle avversità o sottolineare l’appartenenza culturale. Gli artigiani romani, infatti, creavano intagli che raffiguravano divinità importanti come Venere, Marte e Mercurio, animali simbolici, come il leone e l’aquila, e persino scene di battaglie o di vita quotidiana. Si ipotizza che molte di queste gemme si siano accidentalmente staccate dagli anelli durante l’uso delle terme, scivolando poi nei condotti di scarico, dove sono rimaste conservate per quasi duemila anni.
La presenza di queste gemme nei condotti di scarico non è solo un indizio della ricchezza e dell’opulenza degli utenti delle terme, ma anche una testimonianza della vita quotidiana e delle abitudini romane. Il fatto che molte delle gemme siano state ritrovate nei condotti, piuttosto che nelle aree principali dell’edificio, suggerisce che esse possano essersi staccate dagli ornamenti o dai sigilli mentre i bagnanti si immergevano nelle vasche, tra le quali vi erano il frigidarium (la sala con acqua fredda), il tepidarium (la sala tiepida), e il caldarium (la sala con acqua calda). Le terme erano spazi sociali essenziali per la popolazione romana e fungevano da centri di relax, di cura del corpo e di interazione comunitaria.
Le terme romane di Carlisle: una finestra sulla vita sociale e culturale dell’epoca
La scoperta delle terme romane di Carlisle, situate nel cuore dell’antica cittadina e vicine al Vallo di Adriano, ha costituito un tassello cruciale nella ricostruzione della storia locale. Le terme, costruite attorno al II secolo d.C., non erano soltanto un luogo dove lavarsi o rilassarsi, ma anche un centro culturale e sociale per i cittadini romani di ogni estrazione sociale. Frequentate sia dai soldati stanziati lungo il Vallo sia dagli abitanti locali romanizzati, le terme costituivano uno dei pochi luoghi di incontro aperti a tutti, seppure con spazi riservati e separati in base al rango e alla classe.
Il rituale delle terme rappresentava un vero e proprio atto di purificazione e cura del corpo, ma anche un’occasione per discutere di affari, trattare affari politici e persino organizzare banchetti. Gli scavi archeologici hanno rivelato un complesso ben conservato, con pavimenti riscaldati grazie all’innovativo sistema ipocaustico, una rete di condotti e camere sotterranee in cui veniva fatto circolare il calore per riscaldare le superfici in marmo e le vasche.
Tra le aree più significative del complesso termale vi erano il caldarium, la stanza più calda con una grande piscina riscaldata, e il tepidarium, una sala intermedia dove i frequentatori delle terme si abituavano gradualmente al calore, prima di passare al frigidarium per un bagno freddo rigenerante. Oltre a queste aree, le terme includevano anche sale per il massaggio e il riposo, spogliatoi e aree destinate a trattamenti di bellezza e cura della pelle, dove si utilizzavano oli profumati e unguenti. La presenza di gemme incise in quest’area dimostra l’importanza che gli antichi romani attribuivano alla cura del corpo e al valore simbolico e spirituale di accessori personali.
Il valore simbolico delle gemme incise nelle terme
Il rinvenimento di gemme incise nei condotti delle terme ha aperto nuovi scenari interpretativi per gli archeologi, suggerendo come questi piccoli gioielli rappresentassero una sorta di “protezione” per i loro proprietari. I motivi incisi sulle gemme, infatti, avevano spesso un significato rituale o mistico, destinato a propiziare la fortuna, proteggere dalle malattie o attirare l’amore e il successo. La scelta di una divinità o di un simbolo particolare inciso sulla gemma poteva riflettere le aspirazioni o le paure personali di chi la possedeva, rendendo ogni intaglio un prezioso oggetto di introspezione spirituale e, allo stesso tempo, di identificazione sociale.
Tra le gemme ritrovate nelle terme di Carlisle, alcune mostrano simboli associati alla fertilità e alla salute, probabilmente pensati per influenzare positivamente la vita e il benessere del possessore. Altre presentano immagini di figure divine che suggeriscono l’importanza della pietà religiosa e della connessione con il sacro. In un’epoca in cui la vita era segnata da conflitti e difficoltà, l’uso di questi piccoli talismani rappresentava una sorta di rassicurazione interiore, un ponte tra l’uomo e il divino.
La posizione di Carlisle e il suo ruolo strategico nell’occupazione romana della Britannia
Carlisle, situata nell’attuale contea di Cumbria, nel nord-ovest dell’Inghilterra, occupa una posizione strategica vicino al confine con la Scozia. Fondata dai Romani intorno al I secolo d.C., Carlisle, conosciuta all’epoca come Luguvalium, divenne un avamposto militare fondamentale per il controllo delle tribù native dell’area e per la protezione dei territori romani dalle incursioni provenienti dal nord. La città si trova a pochi chilometri dal celebre Vallo di Adriano, una delle più imponenti opere difensive dell’Impero Romano, commissionata dall’imperatore Adriano intorno al 122 d.C. per segnare il confine settentrionale dell’impero e difendere le terre romane dagli attacchi delle tribù caledoni.
Carlisle si trovava lungo una delle principali vie di comunicazione romane che collegavano il sud della Britannia con le zone più settentrionali, una sorta di “spina dorsale” attraverso la quale passavano merci, truppe e informazioni. Questa posizione strategica la rendeva un punto nevralgico sia per il commercio sia per il controllo militare. La città si sviluppò così come un’importante base militare, in cui venivano alloggiati i soldati di stanza lungo il Vallo e da cui partivano spedizioni per mantenere l’ordine nelle province settentrionali. Qui, la presenza di soldati, artigiani e funzionari romani stimolò la costruzione di infrastrutture tipicamente romane, tra cui le terme, che offrivano ai legionari uno spazio per rilassarsi e rigenerarsi dopo il duro servizio di frontiera.
Il Vallo di Adriano, lungo circa 117 chilometri e caratterizzato da una serie di fortificazioni e torrette, costituiva una barriera fisica e psicologica tra l’Impero e i popoli delle Highlands scozzesi. Carlisle, situata a poca distanza dal Vallo, era una delle prime linee di difesa e divenne un centro militare e amministrativo cruciale per l’intera regione. Oltre a servire come punto di appoggio per le truppe, la città divenne anche un luogo di incontro tra culture diverse, un punto di fusione tra la civiltà romana e le popolazioni locali che, con il tempo, si romanizzarono adottando usi, costumi e pratiche religiose dell’Impero.
Carlisle come centro culturale e commerciale
Sebbene il suo scopo principale fosse di natura militare, Carlisle si trasformò anche in un vivace centro commerciale e culturale. La presenza di strade ben organizzate e collegate ad altre città romane facilitava il commercio di prodotti come vino, ceramiche, olio e spezie, che giungevano dal continente europeo attraverso la Britannia meridionale. Gli abitanti della città, costituiti da soldati romani, artigiani e funzionari civili, ma anche da locali romanizzati, vivevano a stretto contatto, mescolando tradizioni, religioni e abitudini.
Questa miscela culturale è visibile anche nei ritrovamenti archeologici, tra cui le già menzionate gemme incise, i frammenti di ceramica e le strutture termali, che attestano l’importanza che i romani attribuivano alla vita sociale e al benessere fisico. Le terme, in particolare, testimoniano la volontà di ricreare in Britannia uno stile di vita simile a quello delle grandi città dell’Impero, offrendo alla popolazione un ambiente dove i cittadini potevano rilassarsi, incontrarsi e coltivare relazioni interpersonali in un contesto di pace e ordine.
L’eredità romana di Carlisle
Oggi, Carlisle è considerata una delle città britanniche con la più alta concentrazione di testimonianze dell’occupazione romana. I numerosi scavi hanno riportato alla luce non solo le terme, ma anche parti di edifici pubblici, strade e resti del vecchio forte militare, che evidenziano la complessa organizzazione della città e la sua rilevanza strategica e culturale nell’ambito dell’occupazione romana della Britannia. La scoperta della moneta di Adriano e delle gemme incise nei condotti delle terme non fa che confermare il ruolo di Carlisle come centro nevralgico per l’amministrazione, il commercio e la cultura romana nel nord della Britannia, offrendo un affascinante spaccato di una società che, seppur lontana da Roma, ne incarnava i valori, le tradizioni e l’ambizione espansionistica.