Tintoretto, la pelle luminosa della casta Susanna: struttura, impaginazione, “regia” e significato dell’opera

L’atmosfera, all’apparenza serena – sul fondo si muove, accarezzando la superficie di un laghetto, un gruppo di anatre mentre, poco distanti, due cervi si abbeverano -, nasconde però una doppia insidia. L’attenzione dell’osservatore è immediatamente attirata dalla figura in primo piano, quella di Susanna, che, in virtù di un utilizzo della luce sapientemente studiata da Tintoretto, risplende nella sua carnagione chiara – che prevale su una vegetazione ombrosa – simile ad una dea pagana più che ad un’eroina biblica


JACOPO ROBUSTI detto il TINTORETTO, Susanna e i vecchioni, 1555, olio su tela, cm 146.6 x 193,6, Vienna, Kunsthistorisches Museum
JACOPO ROBUSTI detto il TINTORETTO, Susanna e i vecchioni, 1555, olio su tela, cm 146.6 x 193,6, Vienna, Kunsthistorisches Museum





Un funesto tentativo di liaison tra anziani e giovani è rappresentato da Susanna e i vecchioni, magistralmente interpretato da Tintoretto nell’opera del 1555. Jacopo Robusti racconta un momento della vicenda biblica (Daniele, 13.1-64) che ha per protagonisti due anziani giudici i quali, innamoratisi di una giovane, Susanna appunto, moglie del ricco Ioachim, la spiano per settimane fino al giorno in cui decidono di proporle di giacere con loro. In caso contrario l’avrebbero accusati adulterio: data la loro posizione sociale sarebbero stati di sicuro creduti e lei, di conseguenza, condannata a morte.

JACOPO ROBUSTI detto il TINTORETTO, Susanna e i vecchioni,(particolare), 1555, olio su tela, cm 146.6 x 193,6, Vienna, Kunsthistorisches Museum
JACOPO ROBUSTI detto il TINTORETTO, Susanna e i vecchioni,(particolare), 1555, olio su tela, cm 146.6 x 193,6, Vienna, Kunsthistorisches Museum

La scena in cui si svolge l’azione del quadro è un prato. L’atmosfera, all’apparenza serena – sul fondo si muove, accarezzando la superficie di un laghetto, un gruppo di anatre mentre, poco distanti, due cervi si abbeverano -, nasconde però una doppia insidia. L’attenzione dell’osservatore è immediatamente attirata dalla figura in primo piano, quella di Susanna, che, in virtù di un utilizzo della luce sapientemente studiata da Tintoretto, risplende nella sua carnagione chiara – che prevale su una vegetazione ombrosa – simile ad una dea pagana più che ad un’eroina biblica. In questo modo distratti dalle candide forme della donna, non ci si accorge immediatamente della presenza di due uomini nascosti nel giardino, intenti a spiare la giovane.

JACOPO ROBUSTI detto il TINTORETTO, Susanna e i vecchioni,(particolare), 1555, olio su tela, cm 146.6 x 193,6, Vienna, Kunsthistorisches Museum
JACOPO ROBUSTI detto il TINTORETTO, Susanna e i vecchioni,(particolare), 1555, olio su tela, cm 146.6 x 193,6, Vienna, Kunsthistorisches Museum

 

JACOPO ROBUSTI detto il TINTORETTO, Susanna e i vecchioni,(particolare), 1555, olio su tela, cm 146.6 x 193,6, Vienna, Kunsthistorisches Museum
JACOPO ROBUSTI detto il TINTORETTO, Susanna e i vecchioni,(particolare), 1555, olio su tela, cm 146.6 x 193,6, Vienna, Kunsthistorisches Museum





Come lei, che si ammira allo specchio, ignara – aspetto che fa trapelare un lato malizioso e frivolo della donna, che contrasta con la sua biblica virtù -, anche l’osservatore è per un momento inconsapevole di ciò che sta per accadere. L’effetto di smarrimento è dato pure dalla posizione occupata dagli anziani, uno celato sul fondo della rappresentazione, il secondo in primo piano, ma allo stesso tempo defilato dal fulcro dell’azione. Susanna, inoltre, è separata dai vecchioni da un sipario floreale su cui crescono rigogliose le rose. Questa spalliera, fortemente scorciata, consente di rendere la presenza dei due vecchi meno evidente e, proprio per ciò, più minacciosa. La vicenda si concluderà in modo positivo per la donna grazie all’intervento di Daniele, che decide di interrogare a fondo e separatamente gli spioni. La verità emerge. La donna viene scagionata, i due vecchi condannati a morte.

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Stile Arte è una pubblicazione che si occupa di arte e di archeologia, con cronache approfondite o studi autonomi. E' stata fondata nel 1995 da Maurizio Bernardelli Curuz, prima come pubblicazione cartacea, poi, dal 2012, come portale on line. E' registrata al Tribunale di Brescia, secondo la legge italiana sulla stampa