Durante gli scavi nella città antica di Tio, situata nella regione del Mar Nero in Turchia settentrionale, è stata rinvenuta una necropoli, che ebbe un grande sviluppo durante il periodo romano. Gli scavi, iniziati tre anni fa, hanno rivelato una necropoli imponente con 96 sarcofagi, 23 tombe a camera, sette tombe a cista, 60 tombe a tegole e 1317 oggetti funerari. Ne ha dato comunicazione l’ente archeologico di Stato.
Tio, unica città antica nella regione a non essere stata sovrastata da insediamenti moderni, offre una documentazione archeologica intatta che va dal V secolo a.C. al V secolo d.C. La maggior parte delle tombe risale al periodo tra il I e il III secolo d.C., quando Tios faceva parte dell’Impero Romano. La necropoli, progettata come una vera città, comprendeva viali e terrazze con tombe che fungevano da “case”. Era davvero una seconda, città, parallela alla prima, nella quale parenti e defunti soggiornavano insieme, come se fossero nel giardino di una villa di campagna.
Il professor Şahin Yıldırım, responsabile degli scavi, ha descritto una strada lunga circa 500 metri fiancheggiata da sarcofagi su entrambi i lati e ha segnalato che le tombe a camera, probabilmente appartenenti a individui di ceto più elevato, erano situate sui pendii. Ha inoltre indicato che sono stati scoperti molti reperti, in particolare nelle aree dei sarcofagi datati al II e III secolo d.C.
I reperti, tra cui lapidi e iscrizioni, suggeriscono che sotto l’imperatore Marco Aurelio molti abitanti di Tios ottennero la cittadinanza romana. Tra le tombe, sono state trovate quelle di soldati romani. Yıldırım ha sottolineato l’importanza archeologica di questa scoperta, osservando che nessuna altra città antica nella regione del Mar Nero presenta un’area di necropoli così ben conservata.
Tios non possedeva mura difensive, rendendola vulnerabile alle incursioni. La necropoli stessa fu saccheggiata, specialmente durante l’invasione dei Goti nel III secolo, che rubarono oggetti preziosi sepolti con i defunti. Tuttavia, dopo il loro ritiro, gli abitanti riorganizzarono la necropoli e ripresero le loro attività.
Gli esami sui resti scheletrici umani rinvenuti indicano che alcuni dei defunti erano legati da vincoli di parentela e sepolti in gruppi familiari. Le iscrizioni confermano che le tombe a camera venivano utilizzate come mausolei familiari.