Chissà cosa c’era in quel punto, nel Medioevo. Oggi la vecchia buca è nascosta nei pressi della base di un albero. L’oggetto medievale sarà stato perso, gettato, riposto? Attorno non sono state trovate altre evidenze archeologiche. Almeno per ora. E chissà quanti cambiamenti, da quell’epoca. Il sigillo trovato potrebbe essere stato smosso e condotto in quel punto durante circa 700 anni di arature e lavori agricoli. E forse, dimenticato, non lontano da lì, a quei tempi sorgeva un edificio religioso.
Grande è stata la sorpresa di Jacek Ukowski, un appassionato di storia e di ricerche di materiali della seconda guerra mondiale, quando, nei giorni scorsi, ha visto rilucere un pezzo di metallo, evidentemente antico, nel terreno che aveva appena scavato. L’uomo si trovava in un bel campo circondato da alberi, nella campagna di Wysoka Kamieńska un villaggio della Polonia situato nel voivodato della Pomerania occidentale.
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“Si tratta di una parte di un sigillo papale – dice il Muzeum Historii Ziemi Kamieńskiej – Sul verso, parte posteriore del sigillo, c’è una scritta onciale: in prima riga appaiono le lettere … NE e sotto… US (il nome del papa, purtroppo incompleto), originariamente sotto il nome aveva l’abbreviazione PP (Pastor Pastorum) e un numero romano. Sulla base di questo reperto, al cospetto di un’iscrizione non completamente conservata, è difficile attribuire il sigillo stesso ad uno specifico vescovo di Roma. Le lettere che si sono conservate integre e l’iconografia possono condurci a una rosa di Papi: Benedetto XI (1303-1304), Clemente V (1305-1314), Benedetto XII (1334-1342), Clemente VI (1342-1352). Quindi il reperto può essere datato tra il 1303 e il 1352”.
Torniamo comunque nel luogo stesso dove è stato trovato l’oggetto antico, dicono gli esperti del museo, che si stanno chiedendo da dove provenisse, originariamente. Gli studiosi sottolineano il fatto che normalmente queste scoperte, nel territorio, sono avvenute soprattutto in aree antiche urbanizzate o in centri religiosi. Molto più raramente in aperta campagna. “A Breslavia – dicono gli storici del museo polacco – sono stati scoperti i sigilli di Benedetto XI. A Danzica sono stati portati alla luce due sigilli di Gregorio IX e Nicola V. Nei pressi del monastero o dell’abbazia di Kołbacz è stato trovato un oggetto analogo proveniente da Costantinopoli”. E l’elenco potrebbe proseguire.
“Una delle ipotesi in campo presuppone che il sigillo sia stato distrutto sulla strada, verso il destinatario della “bolla” e abbandonato a bordo del tratturo. – proseguono gli storici del museo – Il punto del rinvenimento si trova a 11 chilometri da Golczew, dove nel XIV secolo c’era un castello episcopale (Schloss Gülzow), in possesso dei vescovi dal 1304 (cioè dalla fine del pontefice Benedetto XI). Forse il documento del Papa era stato inviato ai vescovi o ai canonici del castello stesso È probabile che non troveremo mai una risposta. Va ricordato che la nostra istituzione può vantare il maggior numero di sigilli scoperti, dopo quelli conservati a Wawel”. Nel Museo sono anche esposti due rperti di questo tipo ritrovati di recente”.
“Il primo è un sigillo collegato al periodo della prigionia di Avignone e a Papa Benedetto XII (1334-1342) ed è stato scoperto nel 2020 da Kinga e Jolanta Igras nel campo vicino Kamenia Pomorskiego. Sul verso dei medaglioni si vedono i volti di San Pietro (a destra) con capelli lunghi e barba lunga e di Paolo (a sinistra) con capelli ricci e barba corta. Sopra c’è l’iscrizione di SANCTUS PAULUS APOSTOLUS/SANCTUS PETRUS EPISCOPUS). Sul rovescio troviamo il nome di papa BENE/DICTUS e sotto l’abbreviazione del titolo PP (Pastor Pastorum cioè “Pastore dei pastori”) e il numero romano XII. Un altro sigillo è stato trovato il 21 febbraio 2023 in via Wilków Morskie a Kamie ń Pomorski. Era metà del sigillo medioevale di Papa Innocenzo VIII”.